Roberto Baggio ha compiuto 50 anni la scorsa settimana. Lo abbiamo ricordato, sottolineando l’importanza che il Divin Codino ebbe nello sviluppo del Soccer in USA con le sue grandi prestazioni a Usa 1994, ma non solo. Baggio e il suo codino, icona di un calcio che non c’è più e di un’immagine che non fu toccata nemmeno da Holly e Benji, che storpiarono più o meno tutti i grandi nomi dell’epoca per citarli nella serie animata, hanno mosso la passione di milioni di tifosi in giro per il mondo, tra cui quella dei tantissimi emigrati verso il nuovo mondo dall’altra parte dell’Atlantico. Oggi, nel secondo decennio del nuovo millennio, l’influenza di Roberto Baggio è ben visibile sulle spalle di un giocatore americano di origine albanese, che gioca nel Miami FC allenato da Nesta (la nostra intervista al campo d’allenamento) e Pederzoli nella NASL americana, la Division 2 della piramide calcistica a stelle e strisce. Lui è Robert Baggio Kcira, e indossa la numero 14. “Baggio 14”. Nome e numero che nella storia del calcio hanno una certa importanza.

Robert Baggio è il nome di battesimo di Kcira, centrocampista nato a New York nel 1994. Omaggio al fuoriclasse italiano voluto da papà Frank, di origine albanese, pochi mesi prima del fischio d’inizio del Mondiale negli USA, finito come sappiamo. Un nome importante che, per il momento, non ha riscosso altrettanto successo sul campo. Dopo l’esperienza austriaca con il Wiener Neustadt, Robert Baggio si è unito al Miami FC di Nesta, ma senza trovare lo spazio aspettato anche a causa dei diversi infortuni. Dopo l’esordio da subentrato nella sconfitta interna con i New York Cosmos, e qualche minuti con i Carolina RailHawks (ora FC North Carolina), Baggio ha messo piede in campo una sola altra volta, ma per un totale di venti minuti. Decisamente troppo pochi per valutarlo come giocatore, ma con la consapevolezza che il suo contratto ha resistito al taglio di fine stagione, guadagnandosi la fiducia della riconferma.

Fin da piccolo Robert è stato sempre chiamato Baggio per la sua abilità in campo ed è anche per questo che sulle prime divise da professionista appare proprio quella scritta, ingombrante ma curiosa. Il padre Frank lo ha allenato per dieci anni ed è ancora convinto delle qualità del figlio: “E’ un centrocampista offensivo mancino, non ce ne sono tanti come lui in quella posizione”. Dopo un primo anno sottotono, toccherà a lui dimostrare di essere all’altezza. Intanto i tifosi di Miami, di cui molti di origine italiana, possono godersi un remake in allenamento della sfida Nesta-Baggio sfiorata a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.


 

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