USSF, fine dell’era Gulati: non si ricandida

Sunil Gulati non si candiderà per la prossima elezione del presidente USSF, la Federcalcio americana. L’attuale numero 1, finito sul banco degli imputati dopo il fallimento mondiale della nazionale statunitense, ha ufficializzato la sua decisione a ESPN. Gulati è in carica dal 2006.

Come in Italia con le dimissioni indotte di Tavecchio, anche Sunil Gulati ha pagato a caro prezzo la mancata qualificazione al Mondiale in Russia del 2018. Già poco ben visto da buona parte degli addetti ai lavori e dei media, la decisione che in molti auspicavano è arrivata: “Ci ho pensato a lungo – ha commentato Gulati – e parlando con diverse persone a livelli diversi, molti mi dicevano di candidarmi. Ma alla fine dei conti, penso che la migliore decisione per me e per la federazione sia quella di vedere qualcun’altro al mio posto”.

Questa uscita di scena arriva a due mesi dall’elezione del nuovo presidente della USSF che si terrà a febbraio a Orlando nell’annuale incontro. I candidati ufficiali al momento sono otto: Eric Wynalda, Kyle Martino, Paul Caligiuri, Paul Lapointe, Steve Gans. Mike Winograd, Carlos Cordeiro. A cui si è aggiunta ufficialmente Kathy Carter.

Ufficialmente o pubblicamente Gulati non ha dato il suo appoggio ad alcuno di questi sette, spiegando come nessuna di queste candidatura sia stata decisiva nella sua presa di posizione: “Ho parlato con tutti e sette e abbiamo visioni diverse sulle cose importanti – ha commentato -. Penso che alcuni di loro rimarranno scioccati quando capiranno che lavoro devono fare, non si tratta di seguire solo la Nazionale. E’ un lavoro che riguarda 4 milioni di iscritti, arbitri, sicurezza etc. Sono cose che a volte la gente ignora”.

Tra le questioni portate avanti negli anni da Gulati anche la candidatura forte di USA, Messico e Canada per ospitare il Mondiale del 2026


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