Crisi Rochester Rhinos: un anno di stop dalla USL
La decisione è di quelle che non sanno né di carne nè di pesce. La proprietà dei Rochester Rhinos, che circa due settimane fa aveva lanciato un appello per reperire un milione e trecentomila dollari entro il 30 novembre per iscriversi alla USL 2018, alla fine non ha ottenuto il risultato sperato ma, data l’importante partecipazione dei supporter più legati alla squadra, avrebbe optato per un anno sabbatico invece che per la chiusura.
La mobilitazione infatti non ha portato nelle casse societarie la cifra necessaria. Poco il denaro ottenuto dalle prevendite di abbonamenti e biglietti e male probabilmente anche la ricerca di nuovi sponsor. In una riunione che ha visto la commossa presenza di tanti rochesterians, i coniugi David e Wendy Dworkin avevano già lasciato intendere che le speranze di un 2018 con la franchigia più blasonata dell’Usl fossero esigue.
La dirigenza ha comunicato che il settore giovanile resterà attivo, che il Capelli Stadium è a disposizione per ospitare eventi della prossima stagione USL e che risarcirà entro la settimana prossima i tifosi che per amore avevano già acquistato biglietti e abbonamenti.
Restano dubbi circa la tempestività dell’allarme, scattato solamente due settimane prima della scadenza annunciata nonché la conduzione, forse troppo obsoleta, della raccolta fondi. Nessun crowfunding, nessuna proposta di azionariato popolare e un merchandising non gestito tanto bene, basti pensare che la spedizione all’estero arrivava a costare sino al triplo del prezzo del bene acquistato.
I Dworkin, spesso supportati dai media locali, hanno puntato l’accento sul fatto che la città di Rochester non avesse incluso il Capelli tra gli impianti che godono del finanziamento proveniente da una tassa sugli hotel applicata dalla Contea di Monroe, nonostante il gran seguito di pubblico dei Rhinos e le attività benefiche svolte nello stadio. La situazione riguarderebbe la totale gestione del rapporto della città con lo sport. Nel 2005 Rochester era la città numero uno degli Stati Uniti per il mercato delle leghe sportive minori, secondo il Street & Smith’s Sports Business Journal, mentre ora sarebbe intorno al settantesimo posto come riportato dal sito del locale Democrat & Chronicle.
Oltre la città di Rochester il problema dei Rhinos sembra però chiedere una riflessione circa le leghe minori nel calcio statunitense, sempre maggiormente soggette a fallimenti, a chiusure o a ridimensionamenti. Un dato preoccupante per una economia come quella a stelle e strisce, e purtroppo molto simile a quello che avviene in Italia, che rimane pur sempre tra le maggiori nazioni economicamente sviluppate, dove quasi ogni anno alla compilazione delle iscrizioni bisogna fare i conti con fallimenti o con mancati pagamenti. Stessi problemi per le due nazioni che a sorpresa non andranno in Russia a giocarsi i mondiali 2018.
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