
Il percorso di Brad Stuver all’All Star Game
La colonna sonora più popolare a Austin in Texas, durante l’All Star Game MLS non è stato l’inno della MLS scritto da Hans Zimmer, o un pezzo dei Fuerza Regida, la band di musica regionale messicana più popolare da entrambi i lati del confine messicano-statunitense, che già ha collaborato con la MLS per l’inno dell’edizione inaugurale allargata della Leagues Cup. Non è stato neanche uno dei tanti brani che popolano le classifiche di Billboard. Bensì un coro che, al Q2 Stadium di Austin, si sente ormai da tanto tempo ma che solo con le attenzioni dell’All Star Game ha raggiunto rilevanza nazionale.
Ad un ascolto disattento somigliano a degli ululati, a dei buuuu negativi rivolti ad un calciatore avversario, eppure si accompagnano sempre ad una grande parata, o ad una fase di costruzione dal basso della squadra padrona di casa. Quello che si sente non è infatti un buuuuu, ma, più precisamente, uno Stuuuuuuu. E Stu si riferisce a Brad Stuver, di fatto l’unico portiere che Austin FC, la franchigia approdata in MLS nel 2021, abbia mai avuto.
Brad Stuver ha trentaquattro anni, e non a caso ha chiamato la sua prima convocazione all’All Star Game, arrivata dopo dodici anni di carriera professionistica in MLS, in un modo o nell’altro, come una validazione del percorso intrapreso e della sua carriera, soprattutto in quella capitale texana che ormai lui considera la sua casa. Non è stato infatti facile per Stuver arrivare fino a questo punto, e non è neanche una questione di considerarlo un late bloomer, perché il talento è sempre stato lì, quanto piuttosto la possibilità di avere, per la prima volta e finalmente, un’opportunità per stabilizzarsi.
Negli expansion team in molti sport questa cosa può succedere spesso. I meccanismi degli expansion draft permettono alle squadre di proteggere i loro giocatori più importanti ma le costringono a fare una scelta, non tutti possono rimanere, e se c’è del talento, quello può andare dove c’è più spazio e avere la possibilità di stabilizzarsi con più minutaggio. In MLS questo è successo spesso, ma Stuver è forse il caso più esaltante ed eclatante anche perché la sua selezione, di fatto, ci racconta di un talento che era già visibile, ma aveva solo il bisogno di trovare lo spazio giusto.
Quando Austin ha firmato Stuver come free agent, il nativo di Mayfield, Ohio, la sua dirigenza era familiare con le prestazioni dell’ex New York City FC. Il general manager di Austin, la leggenda della nazionale Claudio Reyna, era lo stesso che aveva prima occupato lo stesso ruolo proprio nella Grande Mela, conoscendo Stuver come vice di Sean Johnson. Fino a quel momento, in sette anni da professionista, Stuver aveva raccolto nove presenze in MLS, venti totali se consideriamo i due prestiti tra Dayton Dutch Lions e Wilmington Hammerheads che Columbus gli aveva concesso per mantenere la forma fisica durante i suoi anni da terzo portiere per la franchigia del suo nativo Ohio.
Prima ancora di firmare con i Crew, dove avrebbe ritrovato il suo compagno al college a Cleveland State, Josh Williams, Stuver aveva speso un’intera stagione, la sua prima da professionista in uscita dal college, dopo cui era finito undrafted, come parte della MLS Pool, un meccanismo ormai in disuso per cui, fino a qualche anno fa, la MLS teneva sotto contratto alcuni portieri che venivano poi prestate alle varie franchigie che si trovassero ad avere bisogno di un portiere di riserva in panchina e che fossero limitate da una serie di infortuni. In quel ruolo, Stuver è apparso sulla panchina di Chivas USA, New England Revolution, Columbus Crew e Real Salt Lake, senza mai esordire e di fatto facendosi un giro del paese prima ancora di firmare ufficialmente per una squadra.
Fin dalla prima stagione in Texas, Stuver è stato decisivo
Dal 2021, invece, Stuver ha collezionato 167 presenze in tutte le competizioni – negli ultimi due anni, con l’aggiunta fino ad ora di questo 2025, giocando tutti i minuti a disposizione – per la franchigia texana, diventando un idolo del pubblico non solo per le sue prestazioni ma anche per il suo costante schieramento e impegno a favore della comunità locale. Stuver è il rappresentante di Austin FC all’interno del sindacato giocatori, aiutando i giovani e i nuovi acquisti ad integrarsi sui loro diritti come impiegati della lega.
Non solo, Stuver ha messo in mostra il suo attivismo concentrandosi su vari aspetti, senza limitarsi ad un solo campo. Nel 2021, il portiere ha scritto una lettera aperta pubblicata sul giornale texano Statesman contro i tentativi della legislazione texana di vietare la partecipazione a livello scolastico di ragazzi e ragazze transgender alle attività sportive, questo in uno degli stati più estremi e radicali nel criminalizzare la comunità LGBTQ+, tenendo poi la fiamma sempre attiva sulla questione.
Nel 2022, invece, Stuver è diventato il primo giocatore MLS ad essere candidato agli ESPYS nella categoria Muhammad Ali Humanitarian of the Year, anche per il suo attivismo a favore dei cani abbandonati e soprattutto nel suo impegno per tenere i servizi di lavanderia economicamente raggiungibili per le famiglie più povere e svantaggiate dello stato. Insieme a sua moglie Ashley, Brad Stuver ha fondato un’associazione benefica che condivide e offre supporto ad una grande varietà di cause, più recentemente organizzandosi per supportare le persone attivamente danneggiate dalle inondazioni che hanno colpito il Texas all’inizio dell’estate.
Stuver decide il quarto di finale contro San José
Sul campo, Stuver è ormai una bandiera del club, un idolo dei tifosi e soprattutto una garanzia in campo. Nelle ultime due disgraziate stagioni dei texani, Stuver è stato straordinario, mantenendo la squadra sopra un livello di competitività che forse non si meritava di avere. Lo scorso anno, Stuver avrebbe quasi sicuramente meritato un posto almeno tra i tre finalisti per il premio di portiere dell’anno, traguardo che però non ha raggiunto. Intanto, lui continua a giocare e insieme ai compagni mantiene la speranza, e il sogno, di regalare ad Austin il primo trofeo nella storia del club. Non sono poi così lontani: in semifinale di US Open Cup, ad Austin mancano due partite per vincere la coppa nazionale, con la possibile speranza di arrivare ad ospitare la finale nel proprio Q2 Stadium, che da quando è stato inaugurato ha sempre raccolto il tutto esaurito quando a giocare è Austin.
Austin ha avuto un inizio per certi versi abbacinante, ma ha faticato tanto negli ultimi anni. Pure in questo 2025, nonostante comunque alcuni significativi miglioramenti e l’ingresso nella lotta playoff, Austin fatica a stabilizzarsi pure nell’era Nico Estevez, con l’infortunio di Brandon Vazquez a complicare la cosa. A rendere però giusto un po’ più facili le fatiche di chi deve costruire questa squadra c’è una garanzia tra i pali. Brad Stuver è ancora lì e a quasi trentacinque anni non sta mostrando alcun segno di peggioramento o calo, anzi, i relativamente pochi minuti sulle sue gambe lasciano presagire un prime che potrebbe ancora essere abbastanza lungo. Sempre, quasi certamente, ad Austin, dove è una pietra angolare della franchigia, e dove ormai rappresenta anche qualcosa di più che un semplice portiere.
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