Ultras MLS, il presidente dei Dallas Beer Guardians è donna

Dallas Beer Guardians sono un gruppo di supporters di Dallas FC che dal 2011 cantano e tifano seguendo un motto latino da loro coniato: Sanguinem, sudorem et cervisae. Sangue, sudore e birra, che segnala l’impegno profuso dai membri del gruppo per sostenere la squadra con cori e bandiere, ma anche la loro dedizione al luppolo. Il sito Io Gioco Pulito ha scambiato due chiacchiere con la loro presidente Bailey Brown. Proprio così: il gruppo ha un presidente ed è donna.

“Negli Stati Uniti la maggior parte dei gruppi di tifosi sono delle organizzazioni no-profit registrate ufficialmente, che rispondono alle leggi locali ed eleggono i propri rappresentanti” spiega Bailey, sottolineando il fatto che i gruppi di tifosi sono la parte più calda della tifoseria. “Ma più che un gruppo, siamo una beer family”.

E’ la prima presidente donna del gruppo, simbolo di un cambiamento netto: “Nei DBG le donne hanno gli stessi ruoli che gli uomini. Anzi, a volte è capitato che i tre lancia-cori fossero tutte ragazze. Sugli spalti del Toyota Stadium gli episodi di discriminazione sessista sono rari e sento che se avvenissero la gente non starebbe lì a guardare, perché siamo una comunità molto inclusiva e ci impegniamo perché sia così. A volte si avverte un sessismo sottile, quando ad esempio ti chiedono: “Sei venuta allo stadio col tuo ragazzo?”, ma credo che stia diminuendo. Noi donne in MLS siamo ancora una minoranza, è vero, ma sogno che un giorno la metà dei membri del nostro gruppo sia di sesso femminile”.

I Dallas Beer Guardians sono un’organizzazione indipendente dal club e autofinanziata, ma un po’ di collaborazione con la società texana c’è: “Ci dobbiamo recare da loro per farci approvare striscioni e coreografie, organizzare cori con tutto lo stadio e chiedere il permesso di entrare in campo dopo la partita». Ma è anche il club a dover chiedere il permesso ai tifosi, ad esempio quando vogliono esporre il Supporters’ Shield in qualche evento: «Il Supporters Shield è un trofeo assegnato alla squadra che arriva prima a fine campionato, cioè prima dei play-off che ne decretano il vincitore. L’anno scorso il Dallas FC è arrivato primo, ma è poi uscito ai play-off contro i Seattle Sounders. Il premio è intitolato e assegnato fisicamente ai tifosi come segno di riconoscimento per il loro impegno. Al momento è a casa mia”.

Come nel resto d’America, anche a Dallas i tifosi arrivano nei dintorni dello stadio con largo anticipo per il “tailgate party“, la particolare usanza nordamericana di animare i parcheggi degli stadi con grigliate, bevande alcoliche e musica, utilizzando come epicentro il bagagliaio – tailgate, appunto – di uno o più veicoli. “Nel prepartita l’allenatore e il direttore tecnico passano al parcheggio per fare due chiacchiere con noi e ricordarci quanto apprezzano il nostro sostegno», racconta Bailey. «Una volta entrati dentro stiamo in piedi, cantiamo e sventoliamo le bandiere per 90 minuti. Poi torniamo alla zona del tailgate per il post-partita”.

Il grande impegno sociale è quello che distingue le tifoserie nordamericane con quelle europee: “Noi facciamo nostri cori e i modi di fare le coreografie. Ci ispiriamo sempre ai tifosi di ogni parte del mondo, adattando sempre il tutto alla nostra cultura. Ho difficoltà a dire cosa potrebbero imparare loro da noi, perché non so come si organizzano i gruppi in Europa. Una cosa che amo delle tifoserie americane è il grande impegno sociale in numerosi campi. Noi ad esempio organizziamo spesso raccolte di materiale tecnico per bambini in difficoltà, lavoriamo nei centri sociali, diamo una mano alle fattorie urbane… Fare attività benefiche fuori dallo stadio rende davvero i gruppi delle famiglie, delle comunità in cui ognuno dipende dall’altro”.


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