Pirlo: “La MLS tolga il Salary Cap. Mai pentito della mia scelta”

“Non ho ancora deciso cosa farò in futuro. Sono concentrato sul New York City FC e cerco di fare il mio lavoro al meglio senza pensare al dopo”. Così Andrea Pirlo, intervistato da Massimo Lopes Pegna in esclusiva per la Gazzetta dello Sport, ha risposto alle insinuazioni che lo vedrebbero studiare per un ruolo da ambasciatore della Juventus già dalla prossima stagione: “Non ho deciso nulla, ma quando smetterò tornerò a vivere in Italia”.

Prima però c’è la stagione con i Citizens della Grande Mela da portare avanti, iniziata con una sconfitta sul campo di Orlando e parzialmente riscattata con un perentorio 4-0 a DC United nella seconda giornata: “E’ il terzo torneo che affrontiamo e vogliamo fare meglio. Vogliamo vincere la Eastern Conference e cercare di andare più avanti possibile nei playoff. Abbiamo ringiovanito la squadra, ma si tratta di alzare il nostro livello. L’ex atalantino Maxi Moralez ci aiuterà”.

La MLS, come noi tutti che la seguiamo da vicino stiamo notando, sta crescendo parecchio sia a livello di interesse suscitato sia a livello tecnico. Una svolta portata anche dalla novità Atlanta United, come confermato dallo stesso Pirlo: “Il livello di gioco è salito parecchio e se ci fosse il pericolo che allargare a troppe squadre la lega faccia abbassare la qualità del campionato, non ci sarebbero tanti investitori pronti a fare il salto (12 città in lizza per i prossimi 4 posti liberi ndr)”. Il limite, come evidenziato in passato da Kakà e altri giocatori, per il Maestro è lo strano mercato della MLS, tra salary cap e Designated Players: “Bisognerebbe togliere queste limitazioni per crescere, le 3 eccezioni sono troppo poche per convincere i campioni a venire qui. Si deve arrivare a un sistema libero dove compravendere senza vincoli”. Difficile.

La voglia di crescere però alla lega americana non manca, dalle academy per i giovani ai corsi per i tecnici, più l’influenza di allenatori stranieri come Vieira e soprattutto il Tata Martino: “L’ingaggio di certi tecnici è un passato avanti – ha ribadito Pirlo -, è importante che ci sia la voglia di crescere sempre”. Il rendimento di Pirlo col NYCFC però è stato altalenante e ha attirato su di sé le critiche di qualche collega. Un gol e undici assist in 33 partite: “Non ho mai dato importanza ai numeri personali, conta fare bene per la squadra e far rendere i miei compagni. Vieira mi fa giocare dove ho passato gran parte della mia carriera”.

A fine stagione MLS il suo contratto è in scadenza e potrebbe significare la chiusura di una brillantissima carriera: “Mi manca giocare sfide come Juve-Milan, o quelle di Champions. Ma nel 2015 ho fatto una scelta e non sono pentito. Era il momento di andare via perché stavo bene, non volevo aspettare che mi indicassero la porta”.


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