MLS, Seattle-Houston: Will Bruin, l’ex al bacio. Groovy…

Quella del gol dell’ex è una scena che si è vista tante, tantissime volte su un campo da calcio. Un continuo remake agli occhi dei tifosi tutti, una perenne “prima” viste le emozioni che, comunque, riesce sempre a trasmettere ai cuori degli affezionati di quel mondo, pazzo e romantico, che è il Soccer. E l’altra notte, in MLS, eccolo lì, a colpire, ancora una volta. Spesso vediamo gli ex non esultare, con l’autore del delitto abbassare la testa e aprire i palmi delle mani verso terra, per chiedere scusa al passato e mancare, in parte, di rispetto al ricco presente. Beh, a Seattle non è successo, anzi…

18 gol in 20 partite nel 2010, con la maglia degli Hoosiers dell’Indiana University, arrivando secondo, dietro a Nagbe, nella corsa all’Hermann Trophy, il premio per il miglior giocatore della stagione universitaria (lo hanno vinto, tra gli altri, Tony Meola, nell’89, Alexi Lalas, nel ’91, e Jordan Morris, nel 2015). Stiamo parlando di Will Bruin, attaccante classe ’89 che, nel 2011, con un anno di anticipo, si è reso eleggibile al SuperDraft. E, con l’undicesima chiamata, dopo 33 gol in 66 partite al college, viene scelto da Houston. 6 stagioni, 199 presenze, 57 gol e nessun trofeo con la maglia arancione dei texani; poi, a dicembre, l’addio. L’ex Hoosiers viene spedito a Seattle, ai Sounders campioni, per fare spazio nel tetto salariale. E l’altra notte…

Due gare out, per un infortunio al gomito: ai box contro Timbers e Columbus Crew, rieccolo contro i vecchi amici di Houston. E ovviamente… 1-0 Sounders, rete, di testa, di Will Bruin. Che esulta, eccome se lo fa: baci, segni d’approvazione al suo nuovo popolo, pazzo di gioia per questo 27enne che è entrato in porta con la palla. 27enne che ha giocato per necessità: Clint Dempsey e Jordan Morris in nazionale, Schmeltezer lo ha invocato, preoccupato, con quel gomito sinistro fuori uso: “Pensavamo potesse creargli qualche problema di movimento, di equilibrio, cose del genere”. Eppure, ecco il gol. Pesante, pesantissimo. Con quel braccio che non si riesce a stendere. Nero, il tutore. Sorriso di sfida, in faccia. Aspettate un attimo…

Eccolo, l’ho riconosciuto: è Ash Williams! Ash Williams! Non vi dice niente? No, niente High School, College, SuperDraft e MLS, niente di niente. Solo cinema, pellicola, supermercato S-Mart, delirio, genialità e i film La Casa,  La Casa 2 e L’Armata delle tenebre. Niente avambraccio destro, ma una motosega posizionata lì, amputata, al posto della mano. All’inizio de La Casa 2, prima di avere al posto dell’arto una chainsaw, Ash, interpretato da Bruce Campbell e al 24esimo posto dei 100 migliori personaggio della storia del cinema (secondo Empire), è costretto a uccidere la sua ragazza, Linda, due volte, perché posseduta dalle forze del male. Un po’ la storia di Bruin: abbandonato dal suo amore calcistico per la forza dell’economia, si è vendicato, a suo modo, con un colpo di testa. Come direbbe Ash Williams: “Groovy”!


 

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