MLS: due stadi, due misure

Avete presente quelli che vi attaccano pippe del tipo “In Italia gli stadi fanno schifo, in Inghilterra invece…”. Bene, dite loro che non sono aggiornati, perché dovrebbero parlarvi anche, e soprattutto, degli Stati Uniti. Non è un mistero, ormai, che le case del calcio della MLS siano diventate grandi esempi di “buona gestione”.

Il motivo principale è facilmente individuabile: i club sono proprietari delle proprie strutture. Il che non rappresenta necessariamente un punto a favore (per quanto riguarda lo spettatore, almeno). Ed è qui che si evidenzia la “buona gestione”: lo stadio, quasi sempre inglobato all’interno del tessuto urbano, è pensato per essere “vissuto” 365 giorni l’anno, al di là dello sport. Il concetto è un po’ come quello dei palchetti del teatro all’italiana tra XVIII e XIX secolo: il cittadino facoltoso comprava il suo spazio e ci poteva abitare anche quando non andava in scena alcuno spettacolo. Con le dovute differenze (comprare un seggiolino allo stadio non sarebbe proprio una buona idea…), è questa l’idea di base: vivere lo stadio. Allora ecco fiorire servizi, esercizi commerciali, store, calendari di eventi. E a giovarne sono sia il calcio sia il business.

nyfc yankee stadium

Ma in un mondo, il Nuovo Mondo, in cui tutto viene deciso e schematizzato per permettere al calcio di esprimere la sua magia, c’è ancora qualcosa di indefinito e di “oscuro”. Stiamo parlando della grandezza degli stadi, che in MLS più che in ogni altro Paese del mondo presenta un’incredibile varietà di misure. Una situazione insolita, se si considera la genesi recente del campionato nordamericano. Basta dare un’occhiata ai dati: si passa dai 68.756 posti del Gillette Stadium dei New England Revolution ai 18.000 dell’Avaya Stadium del San Jose Earthquakes (che però ha a disposizione altri tre stadi). In mezzo i 25.000 della Red Bull Arena, i 27.000 dello StubHub dei Los Angeles Galaxy, i quasi 31.000 dello stadio del Toronto FC, i 45.596 del RFK Stadium (DC United), i 54.320 della casa dei Vancouver Whitecaps e i 65.438 del Camping World Stadium di Orlando.

red bull arenaLa quasi totalità di questi stadi è stata costruita negli Anni Duemila. Strano, quindi, che ci siano differenze così marcate tra le strutture. Tale discorso coinvolge però anche le misure effettive dei rettangoli di gioco. La normativa statunitense in merito appare molto elastica e ancora meno rigorosa di quella internazionale (secondo la quale il lato minore deve misurare da 64 a 75 metri e quello maggiore da 100 a 110 metri). Facile capire dunque come si possa giocare su un campo 110 × 69 metri (il modello più diffuso in MLS) e la partita seguente magari su un parterre di 101 x 64 metri. Quest’ultima misurazione è la più piccola del torneo americano e appartiene allo Yankee Stadium, la casa del New York City FC. Non a caso chi ci è entrato ha subito notato l’anomalia. La magia del gioco, però, non ne risulta affatto indebolita. E non è roba da poco.


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