‘Lo vuoi un palloncino?’: l’altro Stephen King e l’incubo MLS

La paura è tornata, Pennywise ha voglia di giocare, nuovamente, con il suo palloncino. IT si è risvegliato e da oggi si riaffaccerà negli incubi di tutti quanti. Sì, perché al cinema, sul grande schermo, nelle sale, tra le (s)comode poltroncine, ritroviamo il capolavoro del re dell’horror, quello Stephen King che, come dice lui stesso, assale le nostre emozioni, le aggredisce con ogni mezzo possibile per coinvolgerci completamente. Lo fa sempre bene. Con IT lo ha fatto perfettamente. Perché non giriamoci intorno, quel dannato pagliaccio ha turbato tutti, coinvolgendoci. Fin troppo. E lo farà, nuovamente. Perché chi è rimasto turbato dal libro e dalla serie tv del 1993, con Tim Curry, vorrà vedere che forma prenderà, questa volta, IT, impresso sulla pellicola cinematografica dell’argentino Andres Muschietti. Anche se sa, perfettamente, che avrà paura. Del resto siamo tutti come la barchetta del piccolo Georgie: andiamo avanti per inerzia. E sprofondiamo nelle fogne della paura.

Chi non è andato avanti per inerzia nella sua carriera è Stephen King. No, non lo scrittore. L’altro. Lo sportivo, l’universitario, il laureato, il calciatore: Stephen King, per l’appunto. Classe 1986, figlio di Douglas e Jayne, nato nel New Jersey, compaesano e coetaneo di Jamie Franks, ora mediano dei Rochester Rhinos. Da subito, mostra le sue qualità, da centrocampista e da leader, tanto da brillare sia nell’high school che nel college. Campione di stato con la Shawnee High School, scuola pubblica nel NJ, con la maglia dei Renegades, nel suo anno da senior, viene nominato giocatore dell’anno dai coach americani, conquistandosi anche la fascia da capitano della nazionale Under 15. Dopo l’high school, ecco il college. Maryland, giocherà per i Terrapins 93 partite (record), realizzando 30 gol ed entrando nella storia dell’università: secondo nella classifica all time per assist confezionati, dentro la top 10 dei marcatori di sempre, brilla nella stagione 2007 con 13 assist, seconda miglior prestazione della storia. Numeri da capogiro, che, però, possono “accompagnare solo” il titolo nazionale del 2005 con i Terrapins, primo della storia dell’università. Oltre a King, in rosa c’è anche Graham Zusi, centrocampista di Sporting Kansas City e della nazionale USA.

Nel 2008, dopo un cammino praticamente perfetto da “giovane speranza”, il grande salto: i Chicago Fire lo scelgono al Draft: 22 presenze e 2 gol con la maglia rossa della franchigia dell’Illinois. Fiducia? Poca. Ecco, quindi, i Sounders, che nel loro personale expansion draft del 2009 puntano sul promettente centrocampista A Seattle 13 presenze e 2 gol, fondamentali. Il primo: 2 luglio 2009, Providence Park, casa dei Timbers, Stephen King segna il gol del momentaneo 2-0  negli ottavi di US Open Cup, in gara secca, terminata poi 2-1. Il secondo: 22 luglio 2009, semifinale contro Houston al CenturyLink Field. 1-1 al 90esimo. Poi, 5 minuti dopo l’inizio degli extra time, eccolo lì, King, che si prende la scena. E la finale, con i suoi Sounders, che andranno a vincere il trofeo. Con King protagonista? No, perché coach Schmid non lo convocherà…

Dopo l’avventura a Seattle, nel 2010  indossa la maglia rossonera del DC United: 51 presenze, 1 gol e l’addio. No, non alla squadra di Washington, ma al calcio. A soli 26 anni. Ora fa l’imprenditore nel ramo finanziario, facendo valere la sua laurea conquistata, tra una partita e l’altra, a Maryland. Le promesse, sportive, non sono state mantenute, perché quando si salta da una parte all’altra, dalla leggerezza del college alla pressione della MLS, la paura ti aspetta, sotto varie forme. “Ciao. Che fai, non saluti? Non vuoi dirmi “ciao”? Oh, non vuoi dirmi “ciao”… Non lo vuoi un bel palloncino colorato?”. E ti sbrana.


Facebook Comments