Intervista – Miami, la nuova vita di Marazzina: “Ho alcuni progetti in ballo”

Miami è sole. Miami è Oceano. Miami è vita, vacanza e un po’ di Will Smith che sfreccia sulla decappottabile. Un incontro di sapori e culture, centro pulsante di musica, balli e design. Una realtà in continua evoluzione e dimora di molti più italiani di quanto si possa immaginare.

Per esempio, abbiamo incontrato Massimo Marazzina per un caffè di metà mattinata e quelle quattro chiacchiere “all’italiana”, da cui non potremo mai prescindere. La prima impressione è che ci portiamo dentro quel non so che di “La Dolce Vita” noi italiani. Quando ci incontriamo all’estero poi, è come vedersi al bar del paese con il migliore amico di sempre. Davanti a me quel giocatore visto solo in televisione. Uno di quei calciatori che di Miami non è più riuscito a fare a meno e non perché qui, quando esci di casa per andare a lavorare, ti capita di sentirti comunque in vacanza (condizione che porta tutti, ma proprio tutti a rallentare inesorabilmente la vita quotidiana).

No, c’è altro: “Qui respiri qualcosa di nuovo. La libertà di essere quello che sei, come e quando vuoi. Non rendi conto a nessuno perché nessuno rende conto a te. Vivi in un rispetto comune, una convivenza pacifica fin tanto che la visione del “vivi e lascia vivere” sia rispettata. Poi è chiaro, siamo italiani e le nostre radici ci riporteranno sempre a casa con la mente. Sarei ipocrita se dicessi che non mi mancano certe cose, gli amici di una vita per esempio”. Certo, tanti di quegli amici sono qui a Miami, li puoi vedere ogni giorno dare qualche lezioncina di calcio ai locali. Anche perché diciamocelo, football americano, basket e baseball saranno anche a stelle e strisce, ma quel gioco del calcio è così dolcemente europeo che qualche soddisfazione è giusto prendersela.

Sono arrivato a Miami pensando di fermarmi solo qualche meseha rivelato a MLSSoccerItalia.com l’ex Chievo e Bologna Massimo Marazzina – ma poi qualcosa qui mi ha rapito. Ho la mia compagnia anche se tendo ad essere una persona che sta bene da sola. Non ho bisogno di sentirmi ricercato, per intenderci. Dicono che sia stato un po’ scontroso di quando in quando, ma la verità è che cerco di circondarmi solo di chi mi fa stare bene adesso. Guardati intorno”. Ci fermiamo entrambi, sguardo rivolto a quella distesa celeste che il sole di mezzogiorno accende di una luce surreale e una bambina vestita di rosa che insegue un piccolo pappagallo. C’è effettivamente poco da aggiungere, quel “guardati intorno” vale molto più di mille parole.

“Sta nascendo un bel progetto qui, un campo estivo. Ma andrò nei dettagli quando la burocrazia mi lascerà respirare un po’. Purtroppo i lavori sono molto rallentati, capita quando ci sono di mezzo troppe scartoffie. Ma sono ottimista, qualcosa sembra essersi sbloccato e dovremmo avere una risposta a settembre. Per ora, cerco di godermi la vita che mi sono scelto e ringrazio per la fortuna che ho avuto, ogni giorno, da quando a 18 anni ho salutato i miei genitori e ho deciso di dedicare al calcio la mia vita”.

Una stretta di mano e ognuno per la propria strada. Proprio come farebbero quei due vecchi amici, in un bar qualsiasi di un qualunque paese. Un’altra mattinata ricca di emozioni, in quel di Miami.

di Eleonora Gavaz


 

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