Delusione Portland, Timbers Italia a MLSsocceritalia: “Ecco cosa non ha funzionato”

Le semifinali di Conference sono a un passo. Otto squadre pronte a giocarsi il tutto per tutto nel turno di andata e ritorno per la corsa alla MLS Cup. Tutte per un motivo o per l’altro possono ambire ad alzare il trofeo, ma tra queste non ci saranno le due finaliste della scorsa stagione Columbus Crew e Portland Timbers. I campioni in carica non difenderanno il titolo e il fatto che nemmeno i vicecampioni si siano qualificati alla postseason è un record negativo dei vent’anni di MLS, ma tant’è. La delusione nella Timbers Army (qui la loro storia) è tantissima, ma si avverte anche in Italia dove Portland in questi anni ha aumentato e non di poco il numero dei seguaci. MLSsocceritalia.com ha intervistato il presidente di Timbers Italia, Filippo Casalini, per tracciare una somma della stagione deludente della squadra dell’Oregon.

Fuori dai playoff da campioni in carica: un brutto colpo da digerire. Come te lo spieghi?
maxresdefaultPenso che le cause di questo fallimento siano molteplici. In primo luogo, la nostra squadra è stata falcidiata dagli infortuni; a inizio stagione eravamo già privi di alcuni giocatori-chiave (come ad esempio Ridgewell) che, una volta rientrati, hanno dovuto sostituire nuovi infortunati. Raramente la nostra infermeria è stata vuota, la perdita più grave è stata sicuramente quella di Borchers nel mese di luglio; parliamo di un giocatore fondamentale sia in campo che negli spogliatoi, il suo infortunio è stato una vera mazzata.

Non tutti hanno reso come ci si aspettava però…
Diversi nostri giocatori hanno avuto un’annata largamente al di sotto delle aspettative. In primis mi riferisco a Melano, dal quale ci si aspettava una consacrazione e non una stagione così anonima. Deludente anche Nagbe, che non si è quasi mai avvicinato allo stato di forma che lo ha reso uno dei migliori calciatori dello scorso campionato. I nuovi arrivati, con le dovute eccezioni, hanno faticato a trovare l’intesa con i compagni: questo, assieme al problema degli infortuni, ha costretto il mister Caleb Porter a modificare spesso la disposizione dei giocatori in campo, contribuendo a dare un senso di irrequietezza alla squadra. E’ stata una stagione nata male e finita peggio, ma in fondo, dopo il miracolo dello scorso anno, un’annata storta può capitare.

Pensi che ci sarà rivoluzione? E nel caso in quale reparto interverresti?
Me lo auguro, a mio parere ce n’è un gran bisogno. Il reparto più lacunoso è senza dubbio la difesa; siamo abbastanza coperti sugli esterni, ma non ci sono valide alternative al duo Ridgewell-Borchers. Si pensava che Steven Taylor, arrivato dal Newcastle, avrebbe garantito maggiore stabilità, ma così non è stato. Arokoyo non ha praticamente mai giocato, così la retroguardia non ha mai trovato stabilità ed è stata spesso un vero e proprio colabrodo. Considerati i ritiri del capitano Jewsbury e di Grabavoy, servirà intervenire anche sulla linea della mediana. Il punto fermo è Chara, al quale bisognerà affiancare un altro titolare e delle alternative che non lo facciano rimpiangere, come accaduto troppo frequentemente quest’anno.  Per quanto riguarda il reparto offensivo, se Adi dovesse andarsene dovremmo investire pesantemente su un attaccante in grado di garantirci 15/20 goal a stagione; nel modulo di Porter il centravanti è fondamentale e premiato dai numerosi suggerimenti di Valeri, perciò non possiamo certamente restare scoperti in quel ruolo.

Chi ti ha deluso di più? Chi invece ha fatto il suo?
portland-timbers-lucas-melano-diveSe dovessi scegliere un giocatore tra i più deludenti, direi Melano. In campionato ha raccolto 3 goal e 6 assist; non è così poco, ma non esiste un dato statistico che tenga conto di tutte le volte in cui i tifosi ne hanno invocato la sostituzione. Melano ha vissuto di illuminazioni sporadiche intervallate da periodi tenebrosi e totalmente anonimi, nei quali è stato più dannoso che altro. Spero sempre in una sua riscossa, ma forse questa piazza non fa per lui. Un giocatore che quest’anno è stato molto criticato ma che secondo me ha semplicemente fatto il suo è Fanendo Adi. Ha replicato le 16 reti dello scorso anno in regular season ed è una delle nostre poche certezze. Quest’anno è stato spesso nervoso in campo, come dimostrano i molti cartellini gialli, ma in un’annata come questa molti punti giocano a suo favore. Voglio spendere qualche parola anche per Vytas Andriuskevicius, un giocatore di cui sentivamo veramente la mancanza. Instancabile, preciso, pulito e sempre disposto a dare il massimo, è stata davvero una bella sorpresa. Molto bene anche Gleeson, che si è conquistato il posto da titolare e ci ha letteralmente tenuti a galla nei momenti peggiori.

Sei il presidente di Timbers Italia, come è nata la tua passione per questa squadra e per la MLS?
La mia passione per la MLS è nata grazie a Landon Donovan, uno dei miei calciatori preferiti. Ho cominciato seguendolo quando scendeva in campo con i suoi Galaxy, ma ben presto l’intera lega ha catturato il mio interesse. Sono un grande amante del calcio e da subito ho apprezzato molti aspetti del calcio statunitense, come il diverso modo di approcciarsi allo sport e la naturale imprevedibilità di un campionato in cui tutti partono alla pari. L’Oregon è tra gli stati americani che preferisco, perciò ho sempre avuto un occhio di riguardo per la squadra di Portland. Da quando ho cominciato a seguire le partite dei Timbers mi sono inevitabilmente innamorato della stupenda realtà calcistica della Rose City, costruita su un tifo indemoniato ed un forte senso di identità. L’ambiente è unico e fatto di tradizioni e storia, dato che i Timbers esistono dal 1975 e il “soccer” è sempre stato molto amato a Portland. E’ tutto così speciale! Scelsi di creare questo gruppo, che adesso gestisco assieme a Riccardo Panni, per cercare di diffondere il buon verbo dei Timbers. Spero di riuscire presto a seguire una partita in mezzo alla Timbers Army.

Domanda d’obbligo da detentore della MLS Cup: chi vincerà quest’anno?
E’ un vero peccato non avere l’opportunità di difendere il titolo, ma i playoff di quest’anno promettono scintille. Molte squadre hanno le carte in regola per alzare la coppa e tutte daranno battaglia, sarà un vero spettacolo. Alla tua domanda avrei risposto Dallas se Diaz non si fosse infortunato: la sua assenza è un bel punto interrogativo ma sono sicuro che i texani saranno competitivi fino in fondo. Tra le due newyorkesi vedo avvantaggiati i Red Bulls, mentre il City è una vera mina vagante per la sua imprevedibilità. Farei molta attenzione ai canadesi del Toronto, per i quali potrebbe essere l’anno buono, e ai Galaxy, mai facili da affrontare. Sarei davvero molto contento se i Rapids di Mastroeni riuscissero ad alzare la coppa: hanno disputato un’ottima regular season introducendo una difesa arcigna in un campionato dove il reparto arretrato è spesso trascurato, e questo secondo me ha lanciato un’interessante sfida all’intera lega. In genere spero sempre in una sorpresa, ma la squadra che mi sembra più attrezzata è il New York Red Bulls. Vinceranno loro se miglioreranno nella gestione del vantaggio, vera spina nel fianco degli uomini di Marsch.

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