DC United dal vivo: il racconto di Stefano

Pubblichiamo integralmente il racconto inviatoci dal nostro lettore Stefano Cai

Son già passati due anni da quando ho potuto vivere “live” l’esperienza MLS ed ancora oggi ripenso con piacere a quelle emozioni che spero di trasmettere anche in minima parte con questo racconto.

Da due anni abbondanti mi ero appassionato alla massima lega americana e grazie alla visita al mio amico Matteo, tifosissimo DC United e residente nell’area di Washington, ho potuto assistere dal vivo ad un paio di match rimanendo letteralmente stupito dall’atmosfera, confermandomi quanto di buono stanno facendo in USA nello sport che più mi è caro.

Sabato, nemmeno due giorni dopo il mio arrivo a casa di Matteo, ci rechiamo alla prima partita della giornata di MLS : DCU – Sporting Kansas City. Lungo il tragitto in metropolitana che ci conduce allo stadio, l’RFK, un “europeo” come me non si aspettava, in tutta onestà, di vedere l’alto numero di tifosi di tutte le età ma soprattutto giovani, con le sciarpe e maglie che si muovevano in direzione dell’impianto. Questo è già il primo entusiasmante segnale che mi fa capire di come le cose qui si siano “messe in moto” già da tempo e ormai si possa parlare di fenomeno soccer diffuso.

Prima di entrare però non ci facciamo scappare l’immancabile “tailgate” : è evento tradizionale che precede ogni manifestazione sportiva in America, con tifosi che organizzano stand e banchetti di cibo, panini, grigliate e bevande di tutti i tipi, vendita di materiale come sciarpe, cappellini ecc..  Vengo introdotto da Matteo agli altri ragazzi, simpaticissimi e cordiali, che fanno parte del gruppo District Ultras. Due chiacchiere, una bevuta, compro la sciarpa personalizzata del gruppo (hanno un merchandising di tutto rispetto!) e subito dopo ci incamminiamo verso l’ingresso dello stadio.

Il monumentale RFK da fuori si erge maestoso alla vista, ma purtroppo all’interno si notano i segni del tempo impietosi su uno stadio evidentemente troppo vecchio, che comunque ospiterà le aquile ancora per poco, visto che la società sta lavorando burocraticamente per il nuovo stadio di proprietà in procinto di essere costruito e inaugurato, pare, nel 2018.

Sulle gradinate si sistemano i gruppi di tifosi organizzati (altro aspetto che fino a qualche anno fa era “impensabile” credo): ce ne sono più di uno, ognuno con il proprio settore dedicato, gli Screaming Eagles, la Barra Brava, la Norte e, appunto, i District Ultras, quest’ultimi nati da poco ma molto ben organizzati e secondi a nessuno in quanto a sostegno alla squadra visto che canteranno ininterrottamente per tutta la partita, accompagnando il tutto con bandieroni e tamburi. Mi rendo subito conto del bel clima dove, ci tengo a sottolineare, avviene tutto nella massima tranquillità e in un clima sereno di puro svago. Ovviamente non mancano i cori goliardici ma tutto lontanissimo dagli eccessi di un calcio come il nostro, fin troppo avvelenato ormai.

Io non mi lascio pregare e, insieme a Matteo, mi unisco nel tifo cercando di capire e imparare i numerosi cori che hanno. L’RFK non presenta curve ma solo le due gradinate e la visuale è ottima anche se la mancanza delle curve calcisticamente parlando secondo me “penalizza” il tifo. Comunque il colpo d’occhio non è male e si assesta sulle 16.000/18.000 unità. Per la cronaca il match finisce 1-0 per i padroni di casa con gol di Espindola (giocatore argentino molto bravo ma forse un po’ discontinuo, tutt’oora tra le fila della squadra della capitale).

Al termine del match, ci rechiamo nello store ufficiale del DCU interno allo stadio dove ho acquistato la seconda maglia dei DCU (quella bianca); il negozio, molto bello e affollatissimo di tifosi, è fornito di una grande varietà di gadget di vario genere tutti marchiati con lo stemma della squadra capitolina con l’aquila.

Durante la settimana Matteo mi porta in Virginia per vedere la partita dell’under 18 dei DCU e vedo con piacere che anche le giovanili vengono seguite con interesse e l’organizzazione della partita è molto professionale (paghiamo anche un biglietto di ingresso di pochi dollari o “bucks” come dicono qui): oltre noi ci sono anche altri ragazzi dei District Ultras, segno evidente di come questi ragazzi si siano appassionati al soccer. Tra l’altro parlando con alcuni di essi mi è subito evidente di come siano molto ben informati su tutta la lega MLS e sul calcio in generale.

Il sabato prima della mia partenza ci rechiamo invece al FedEx Field a Landover, nel Maryland, dove è in programma il “double-header” cioè la doppia sfida,in pratica due partite di seguito nel pomeriggio: prima l’amichevole preparatoria ai mondiali 2014 della Spagna, che affronta la nazionale di El Salvador, poi a seguire la partita di campionato MLS tra DCU contro Columbus Crew. Lo stadio, casa dei Washington Redskin della NFL la lega di football americano, è un complesso mastodontico da 79.000 posti e per l’occasione è “prestato al calcio ” ed è pieno di tifosi (moltissimi di El Salvador anche perchè la comunità ispanica qui è molto grande), chiassosissimi, coloratissimi e tutti o quasi con la maglia della squadra salvadoregna con cui vanno a creare un impressionate marea blu. Il colpo d’occhio è magnifico. Il caldo, invece, è atroce ma non ci facciamo piegare dall’afa e ci godiamo la giornata.

Ai tifosi di El Salvador non importa se la Spagna vince 2-0 (per la cronaca doppietta di Villa, oggi goleador del NYCFC, a dire il vero una delle poche note liete della squadra della grande mela da quando è sbarcata in Mls appena un anno fa) ..a loro basta esserci e far festa e sinceramente è bello cosi!

Finita l’amichevole tra le nazionali, noi mezzi distrutti da un caldo micidiale, ci concediamo una bevuta rinfrescante e ci avviamo a vedere la partita tra DCU – Columbus : l’enorme stadio non frena l’entusiasmo e l’appoggio dei tifosi dei DCU! La partita finisce 0-0, DCU ha l’occasione per passare in vantaggio ma Espindola sbaglia il rigore. Io sono senza voce per aver cantato con gli altri ragazzi anche durante questa partita (ricordo il bellissimo “Vamooos, vamos United, …Esta noche tenemos que ganar!“).. ho perso quasi la voce ma mi sono divertito moltissimo. All’uscita dallo stadio siamo al tramonto, siamo stanchi ma soddisfatti di aver passato una bella giornata e ci incamminiamo sulla via del ritorno per raggiungere la Metro, immergendoci nel flusso di tifosi che rientrano… prima però ci fermiamo a consumare uno spettacolare hamburger seduti in un locale nelle vicinanze, anche per far riposare le gambe dopo una giornata stancante sempre in piedi.

Il giorno dopo riparto, ma in cuor mio spero che sia solo un arrivederci con la MLS e di poter tornare quanto prima…è un’esperienza che consiglio sicuramente a tutti, per vivere una bella e serena giornata di sport e poter toccare con mano la crescita e l’impegno che ci stanno mettendo negli States. E come dice il mio amico Matteo “gli americani quando si mettono in testa di raggiungere un obiettivo, presto o tardi, ci riescono“. E a quanto pare il loro obiettivo è quello di diventare una delle 5 leghe più importanti al mondo…e se il buongiorno si vede dal mattino….

Solo chi non conosce la MLS la tratta con superficialità e con snobbismo, mentre è una lega che ha saputo crescere costantemente e intelligentemente. Tatticamente devono ancora migliorare, ma
alteticamente e anche tecnicamente a mio parere stanno facendo passi da gigante e si stanno avvicinando ai maggiori campionati europei. Bisogna solo dar tempo al tempo, la passione che si respira alle partite è enorme e la capacità manageriali e di marketing sicuramente faranno il resto. Che le cose sono cambiate rispetto ai primi pionieristici anni si vede anche dal fatto che arrivano giovani (sudamericani e non) a giocare in MLS. Giocatori dai massimi campionati di Argentina e Brasile, poco più che ventenni scelgono la strada dell’MLS, oppure giocatori dai primi campionati come Svizzera, Belgio, Olanda, Irlanda, Inghilterra… non campionissimi da prima copertina ma ottimi giocatori utilissimi a far crescere il movimento (penso a Ciman, Doyle, Barnetta…ecc…).

Dopo la prima fase (la nascita e i primi passi), la seconda rappresentata dalla grande visibilità grazie a David Beckham e il suo sbarco a Los Angeles, siamo arrivati alla terza fase, quella attuale di consolidamento e irrobustimento che sta portando nuovi frutti, come un grande accordo con le tv e l’arrivo di giocatori sempre più di nome.

Un grandissimo ringraziamento a Max di MLSsoccerItalia.com che mi ha dato la possibilita di scrivere queste “due” righe e ovviamente a Matteo e famiglia, che saluto calorosamente!
(un saluto anche ai ragazzi dei District Ultras che con passione portano avanti il loro sostegno alla squadra!)

Stefano


E noi ringraziamo te, Stefano, per aver condiviso con noi di MLSsoccerItalia.com la tua esperienza a stretto contatto con la MLS. Ti auguriamo di poterla vivere nuovamente il prima possibile!
La redazione


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