Calciatori MLS: “Il contributo di Pirlo è nullo. Giovinco da esempio”

Come ogni anno a inizio stagione MLS è tornato l’appuntamento condotto da ESPN FC con i sondaggi in incognito ai giocatori della lega. Tante le domande sul piatto e l’anonimità garantisce risposte schiette e sincere che nel mondo del calcio, sia in Europa sia nel resto del mondo, non si sentono mai. Dal salary cap ai giocatori più sopravvalutati, passando per la telenovela Miami di Beckham fino alle promozioni-retrocessioni auspicate da qualcuno.

Nelle varie risposte c’è stato spazio nel bene e nel male anche per i “nostri” Giovinco e Pirlo, due stelle dal rendimento decisamente diverso in MLS. Alla Formica Atomica di Toronto FC, i 140 colleghi tra le 21 squadre (NYCFC si è rifiutata) intervistati  hanno constatato le qualità presenti, passate e future. “Dovessi far calciare un rigore decisivo, mi affiderei senza dubbio a Sebastian. Ha un calcio molto potente e preciso e da undici metri è molto difficile da parare (non per Rimando ndr). Giovinco è l’archetipo dei giocatori su cui la MLS dovrebbe puntare nei prossimi anni, ragazzi di 23-27 anni”. Discorsi diversi per Pirlo: “La classe è sempre la stessa, ma il suo contributo alla causa è nullo. Si muove poco, sembra che non gli interessi nulla”.

Parlando di grandi campioni l’augurio della maggior parte degli intervistati è di vedere Zlatan Ibrahimovic in MLS, ancora più di Cristiano Ronaldo e Messi: “Se Zlatan venisse qui sarebbe pazzesco. E’ un personaggio che aiuterebbe tutta la lega e che ci farebbe divertire molto”. Magari non a Miami dove il progetto di Beckham continua ad avere difficoltà a rispettare i tempi di ingresso in MLS previsto nel 2019:  “Non credo si dovrebbe fare. Penso che ci siano altre città più pronte e che meriterebbero una squadra prima di Miami”.

Ai 140 intervistati è stato sottoposto anche il classico quesito sul futuro della lega, tra salary cap e l’introduzione di promozioni e retrocessioni. Pareri contrastanti su quest’ultima questione. A chi dice “Le inserirei perché le squadre sul fondo della classifica non hanno i giusti incentivi a fare meglio. Potrebbe costringere i proprietari ad avere più interesse nel club”, risponde “Fossi un proprietario non mi assumerei il rischio di poter retrocedere dopo tutto l’investimento. Magari tra un po’, ma non ora”. Nel frattempo la MLS si espanderà: “Negli Usa abbiamo cinquanta stati e un mercato potenzialmente illimitato, con tantissima gente in grado di diventare calciatore professionista. Trentadue squadre potrebbe essere un numero adeguato, ma abbiamo le potenzialità per fare due divisioni di altissimo livello. 20 probabilmente sarebbe il numero ideale, ma siamo una nazione speciale. Alla fine 28 andrà bene”.

Tutti d’accordo, infine, sul salary cap che andrebbe rivisto verso l’alto: “La struttura deve essere migliorata e il salario minimo dovrebbe essere alzato almeno a 100mila dollari. Questo invoglierebbe molti più ragazzi nordamericani ad affacciarsi al calcio. Devono pensare di poter vivere di questo. La differenza tra i DP e gli altri così non va bene”.

Per chiudere, una curiosità: vivendo un giorno da commissioner, il 36% dei giocatori aumenterebbe i salari, il 18% introdurrebbe i voli charter per le trasferte. Ma fa sorridere la risposta di un protagonista: “Metterei il mio nickname sulla maglietta. I tifosi non lo sanno, ma molte di queste richieste la MLS le respinge”.


 

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