
Cosa cambia per la MLS con le nuove regole salariali
Questa off-season sembrava destinata ad essere particolarmente tranquilla per quel che riguarda le regole salariali della MLS. Qualsiasi modifica del salary cap deve prima essere votata dal Board Of Governors della lega, che si è riunito per l’ultima volta a Los Angeles, nei giorni precedenti la MLS Cup, e, in quei giorni, quasi nulla era filtrato al di fuori su voti che avessero confermato modifiche alle regole salariali della lega.
Eppure, in un anonimo giorno della off-season, prima un report di Tom Bogert, poi l’annuncio ufficiale della lega, contenente molte sorprese che non erano state rivelate nel report del giornalista di Give Me Sport, ha svelato quelli che sono alcuni dei cambiamenti più significativi nella storia della lega. Cambiamenti piccoli, ad una prima impressione, poco significativi e che non aumentano sensibilmente la capacità di spesa delle franchigie, ma che sommati tutti insieme rappresentano un enorme passo avanti nella capacità della lega di trattenere talento e nella sua capacità di spesa generale. Ma andiamo a vedere nel dettaglio questi cambiamenti.
La modifica più notevole riguarda l’introduzione di un mercato interno alla MLS basato sul denaro e non su asset esclusivi alla lega come Allocation Money, scelte del draft e slot internazionali. Per capirci: d’ora in poi le squadre MLS saranno in grado di acquistare giocatori di altre squadre MLS esattamente come acquistano giocatori in tutto il resto del mondo, con soldi veri, e senza limitazioni sul tetto di spesa. Ci sono alcune limitazioni, come un tetto di due trade in entrata e due in uscita per ciascuna squadra – sempre limitandoci solo al mercato interno con altre squadre MLS – e l’impossibilità di costruire un pacchetto composto da denaro più altri asset, creando di fatto un mercato interno parallelo a quello delle trade più tradizionali.
Con questa mossa, la MLS aumenta la sua capacità di ritenzione del talento di alto livello, rendendo le squadre della lega più competitive sul mercato per giocatori già in MLS, potendo da oggi pareggiare o superare le offerte che vengono dall’estero, senza essere costretta ad offrire valute alternative per la stessa transazione. La mossa di per sé non aumenta la capacità di spesa delle franchigie, perché il salary cap resta quello, e i prezzi pagati nel mercato interno sono sottoposti alle stesse regole dei prezzi pagati all’estero – ovvero rientrano anche loro, ammortizzati lungo la durata del contratto, nel conteggio dell’impatto salariale di un giocatore – ma permette di investire come mai prima su talento comprovato a questo livello.
💵 MLS has officially passed a new cash-based internal trade system which will go into effect immediately, per sources.🔺 MLS calling it Cash for Player Trades🔺 Clubs can acquire 2 per season & sell 2 per season🔺 Clubs still can make trades with GAMwww.givemesport.com/mls-implemen…
— Tom Bogert (@tombogert.bsky.social) 2025-01-13T22:37:32.388Z
L’inserimento di questo mercato interno riguarderà quasi esclusivamente giocatori che, o già nella loro vecchia squadra o solo nella nuova, occuperanno slot da Designated Player o U22 Initiative, proprio perché il loro prezzo appesantirà il loro impatto salariale, ma può essere fondamentale per trovare nuove soluzioni a giocatori forti, incastrati però in squadre di basso livello o semplicemente infelici – molti pensano che a far esordire questa iniziativa saranno i trasferimenti di Evander dei Portland Timbers o di Lucho Acosta di FC Cincinnati – o per evitare che si ripetano situazioni come quelle di Chicho Arango e Brandon Vazquez, che hanno dimostrato di meritarsi contratti da DP ma che li hanno ottenuti solo dopo un trasferimento in Messico e un ritorno, pochi mesi dopo, in MLS. Non sarà più necessario questo step intermedio per premiare la crescita di un giocatore.
Quindi, anche se la mossa non aumenta necessariamente il salary cap delle franchigie, è significativa perché, in questo decennio di espansione e miglioramento delle regole salariali, questa è la prima modifica diretta al trattenere i giocatori forti all’interno della lega per il lungo periodo, anziché a venderli all’estero per alzare la reputazione della lega come selling league. Inoltre, ad essa vanno affiancate tutta un’altra serie di mosse, annunciate dalla MLS, e che si prospettano come molto interessanti proprio nella direzione di una crescita sul lungo periodo.
La prima mossa, desiderata tanto a lungo dai direttori sportivi MLS, è l’introduzione di un secondo buyout contrattuale. Così, le squadre potranno ogni anno liberarsi di due contratti garantiti – prima era uno – liberando spazio dal salary cap per nuove acquisizioni, a patto ovviamente di continuare a pagare al giocatore amnistiato le rimanenze previste dal suo contratto. In questa maniera, le squadre possono uscire prima dai propri cattivi contratti e continuare ad investire, permettendo loro di migliorare subito, senza essere costretti troppo a lungo in una situazione disastrata.
Un cambiamento del genere, ovviamente, ha richiesto tempo perché osteggiato dall’associazione giocatori, che deve proteggere i diritti dei propri associati. Per convincere la MLSPA a concedere il nulla osta per una prova di due anni del mercato interno e per questa operazione – che comunque non toglie soldi ai giocatori, visto che il contratto resta in essere e deve essere onorato – la MLS ha concesso al proprio sindacato non solo maggiori diritti per i giocatori tagliati, che diventano così a tutti gli effetti free agent con la libertà di firmare dovunque in MLS, oltre che all’estero, ma anche che il 10% di tutti i prezzi pagati nel nuovo mercato interno vadano ai giocatori come bonus alla firma.
Le concessioni fatte dalla MLS all’associazione giocatori sono anche dietro un altro dei cambiamenti di questa off-season, ovvero la rivoluzione del sistema di chiamate in prima squadra di giocatori dalla seconda squadra o dal settore giovanile. Fino all’anno scorso, ogni squadra poteva far firmare a ciascun giocatore delle proprie riserve un massimo di quattro contratti a breve termine, e questi contratti dovevano coprire tutte le competizioni, dopo i quali il giocatore non poteva più apparire in prima squadra senza un contratto da prima squadra. Con il nuovo sistema, non solo ad ogni giocatore sono concesse sei chiamate per apparire in MLS prima di firmare un contratto, ma anche chiamate illimitate per tutte le altre competizioni, dalla CONCACAF Champions Cup alla Leagues Cup passando per la US Open Cup.
Questa modifica, che potremmo chiamare la Zawadzki Rule in onore del giocatore di movimento di Columbus costretto ad andare in porta lo scorso anno quando la sua squadra aveva finito le chiamate a disposizione per i portieri della seconda squadra, è con ogni probabilità l’anticamera di un ritorno completo della MLS nella US Open Cup. Al contrario di quanto detto nella discussione pubblica su questo tema, la decisione della MLS di ritirarsi, almeno parzialmente, dalla più vecchia competizione calcistica degli Stati Uniti dipendeva proprio da una divergenza di vedute non risolta in tempo con la sua associazione giocatori. Ma con questa modifica, le squadre MLS possono usare i primi turni della coppa nazionale come funziona nel resto del mondo, per provare giovani del vivaio e farli crescere in contesti competitivi, senza per questo mettere a rischio la propria capacità di gestire un’emergenza infortuni.
Un altro cambiamento veramente fondamentale è quello che permette alle franchigie, quando cedono un Designated Player in prestito, di aprire uno slot da DP per la durata del prestito se lo stipendio del giocatore in uscita viene coperto integralmente dal club che lo ha acquistato. Anche questa modifica aumenta la flessibilità delle squadre e permette di evitare situazioni come quella di Nashville SC, che nel momento di gloria della franchigia tra il titolo di MVP di Mukhtar nel 2022 e la finale di Leagues Cup nel 2023 ha visto le potenzialità della propria squadra fortemente diminuite dal dover sprecare uno slot da Designated Player sull’ivoriano Aké Loba, ceduto in prestito nel campionato messicano, chiudendo così in maniera anticipata quella che poteva essere una finestra di contesa per il titolo.
MLS is pumping in so much GAM into the league that it’s getting a little ridiculous and I think teams are going to have no idea how to work with it.
Ma forse la modifica meno discussa in rapporto a quello che potrebbe essere il suo potenziale effetto sulla crescita della lega è la decisione di eliminare la data di scadenza per la GAM, General Allocation Money, ad esclusione dei due milioni in GAM aggiuntivi che ogni squadra riceve se sceglie di costruire il proprio roster con due DP e quattro giocatori della U22 Initiative, per cui rimane la scadenza annuale. Considerato che la GAM è una valuta che serve per abbassare l’impatto salariale dei contratti dei giocatori, e che dunque serve per poter spendere più soldi rispetto a quelli permessi dal cap, l’assenza di una data di scadenza sulla maggioranza di questo bottino aumenta, e sensibilmente, la capacità delle franchigie di investire sul roster.
Gli effetti di questa decisione non solo saranno giganteschi, ma saranno anche visibili sul lungo periodo. Le squadre MLS sono già state in questi anni inondate di GAM – e sappiamo, sulla base del contratto collettivo, che la quantità di GAM disponibile a ciascuna franchigia aumenta con ogni nuova stagione, senza contare quella che possono acquisire convertendo una parte del prezzo ricevuto per la vendita di giocatori – e con questo sistema è possibile nel lungo periodo per una franchigia ammassare un enorme quantitativo di GAM, senza scadenza, con la possibilità sì di investire in sempre più giocatori di alto livello, migliorando sensibilmente il livello della lega, ma anche con il rischio, considerato che ci sono sempre solo venti slot Senior su cui utilizzare questa Allocation Money, di non sapere veramente cosa farsene e finire a strapagare giocatori ben oltre il loro valore.
Gli ultimi due cambiamenti riguardano in primo luogo la possibilità per le franchigie di cambiare il proprio modello di costruzione del roster – passando da due DP, quattro U22 e due milioni in GAM a tre DP e tre U22, o viceversa – a metà stagione, un’altra mossa che di per sé non migliora la qualità media della lega ma aumenta la flessibilità di una squadra e la loro possibilità di non rimanere bloccate con i loro errori. L’altra modifica riguarda invece la durata della finestra di calciomercato estiva, quella secondaria per le franchigie MLS, che è stata spostata di una settimana in avanti, e che dunque inizierà a fine luglio e finirà a fine agosto, più vicina al termine del mercato europeo.
Negli ultimi mesi, i direttori sportivi in giro per la lega hanno spinto, anche pubblicamente, per cambiare la strutturazione delle finestre di mercato della lega per assomigliare di più a quelle europee, con l’idea che questo faciliterebbe le transazioni e diminuirebbe anche il prezzo che le franchigie MLS, non più strangolate dall’urgenza di dover finire prima il mercato, devono pagare per importare giocatori. La MLS si è subito detta favorevole ad una modifica, ma siccome l’organizzazione delle finestre di mercato non è compito che spetta alla MLS, ma alla FIFA e a ciascuna federazione nazionale, la questione si è fatta più complicata, richiedendo il consenso di più parti e quindi una modifica meno radicale di quanto la lega potesse desiderare.
La FIFA infatti stabilisce che debbano esistere due finestre di mercato, una più lunga e una più breve, ma concede alle varie federazioni di giostrarsele come meglio preferiscono. La MLS però ha la particolarità di essere sottoposta a due finestre di mercato diverse dal momento che le franchigie canadesi devono sottostare alle regole della Canadian Soccer Association. Quest’ultima, dovendo fare anche e forse soprattutto gli interessi delle proprie leghe nazionali, la CPL e la neonata NSL, è contraria a rendere più lunga la sessione estiva di quella invernale, e scettica sull’idea di spostarne la fine anche dopo la fine della sessione europea, in pieno settembre, come pensato dalla MLS. Le varie parti in causa sono quindi giunte ad un accordo per posticipare l’inizio della finestra di una settimana, un compromesso che soddisfi, per quanto possibile, tutti.
Tutti questi cambiamenti dipingono un quadro chiaro di dove la MLS voglia andare per massimizzare l’impatto del boom in arrivo per il mondiale 2026. Per tutti questi anni di crescita vertiginosa della lega, la MLS ha valutato i suoi miglioramenti sulla base del proprio ruolo all’interno del mercato calcistico mondiale. Quanti giocatori e per quanto venivano venduti era il target che dimostrava la crescita della lega. Questa realtà, questo obiettivo, non è certo destinato a sparire, anzi, rimane ancora quello principale data la posizione della MLS nella catena alimentare del calcio mondiale, ma intanto ci si prepara, in maniera molto netta, a quello che sarà il prossimo passo della lega.
La MLS per crescere deve vendere, ma ad un certo punto una lega in crescita per stabilizzare il suo livello deve anche sapere, a volte, trattenere alcuni elementi chiave. Queste mosse vanno assolutamente nella direzione di una maggiore ritenzione del talento. È una mossa rischiosa, che molte leghe, in primis la confinante Liga MX, non sono state in grado di effettuare correttamente. Ma è una mossa necessaria e che la MLS meglio di tante altre competitor, proprio per la sua natura centralizzata, sembra equipaggiata per affrontare.
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