Cosa è successo nel Decision Day NWSL

Ultima giornata della stagione regolare NWSL, con molta della lotta playoff già decisa andiamo a vedere come sono andati gli incontri:

 

Chi doveva qualificarsi ai playoff

Houston Dash – Bay FC

Primo anno, prima qualificazione ai playoff per la franchigia californiana, all’insegna di un successo nonostante un inizio particolarmente difficile da cui poi però il gruppo è riuscito ad uscire. Ed è un risultato tutt’altro che banale visto che è solo la seconda volta che una franchigia d’espansione si qualifica ai playoff nel loro primo anno, dopo San Diego nel 2022, un risultato notevole soprattutto considerato che la lega cresce di numero, ma non aumenta i posti ai playoff. Nella partita decisiva, come forse lungo un po’ tutta la stagione, la stella è stata Rachael Kundananji, l’acquisto più costoso nella storia del calcio femminile. Al di là di alcune grandi e spettacolari giocate, la zambiana è risultata decisiva con una doppietta necessaria per tenere testa ad una Houston che, nonostante le difficoltà societarie e la più generale disorganizzazione della franchigia, ha voluto regalare un’ultima buona impressione per questo 2024 al proprio tifo locale. La spettacolare discesa di Kundananji al cinquantaquattresimo minuto è bastata per togliere ogni respiro ad una Houston che aveva sempre saputo rispondere, due volte su due, al vantaggio di Bay, anche quando questo era arrivato tramite lo sfortunato autogol di Paige Nielsen.

 

Portland Thorns – Angel City

Il tema, nella Rose City, era la qualificazione ai playoff che le Thorns avrebbero potuto conquistarsi con una vittoria, ma ancora prima dell’arrivo nella post-season, l’attenzione non poteva che essere sulla celebrazione di una carriera leggendaria, quella di Christine Sinclair, alla sua ultima partita al Providence Park. E intanto, per la gioia del pubblico, prima ancora di certificare la qualificazione ai playoff la storia è stata fatta quando proprio la centravanti canadese ha sbloccato la partita con un gol al sedicesimo minuto, un finale da film per il rapporto tra Sinclair e lo stadio in cui ha regalato più gioie nella sua carriera. Certo, anche per quel gol, avere avuto dal proprio lato Sophia Smith, alla prima di tantissime discese sulla fascia della partita, inclusa una, pochi minuti dopo, terminata in gol, rete però annullata per una chiamata discutibile di fuorigioco. Poco male, perché Smith avrebbe trovato la via del raddoppio pochi minuti dopo, con Angel City mai veramente in gara e sconfitta con un netto 3-0 da una terza rete arrivata allo scadere nel primo tempo, anche in questo caso da un membro del tridente offensivo di Portland, l’unica che non aveva ancora segnato, ovvero Morgan Weaver. Con poco altro da giocarsi per entrambe le squadre, Portland dentro e Angel City fuori, il resto della partita si è trasformato in una grande occasione celebrativa per uno dei giganti dello sport femminile, che adesso è attesa ad un’ultima, magica avventura ai playoff.

 

Chi giocava per la posizione

Utah Royals – NJ/NY Gotham

Le ultime settimane di Utah erano state incoraggianti, risollevando dall’ultima posizione una squadra che ha dovuto affrontare una stagione decisamente complessa, ma la distanza era ormai troppo ampia e non avrebbe in alcun caso potuto portare le Royals ai playoff. L’ultima partita, dunque, si è trasformata principalmente in un’occasione per Gotham di migliorare la propria posizione in classifica o comunque, dopo la vittoria per 4-1 in Utah, per sperare di poterlo fare in caso di stop di Washington, nella fondamentale lotta per il secondo posto. In una partita mai veramente in dubbio, Gotham è andata in vantaggio rapidamente, con un 2-0 quasi immediato aiutato anche dallo splendido gol, il migliore della giornata e il primo con la maglia delle newyorchesi in oltre settanta presenze per Mandy Freeman, sfiorando anche il 3-0 con una rete annullata per fallo di mano. Il dominio della squadra in trasferta nei tiri (23-7) racconta tutto di un incontro che poteva risultare di grande interesse ma che sembra come aver sfruttato una squadra – Utah – già in vacanza una volta compreso di non essere così più indietro rispetto al resto della competizione come si poteva immaginare dopo le prime giornate.

 

North Carolina Courage  – Washington Spirit

Potremmo appena aver assistito all’ultima partita casalinga nella storia delle North Carolina Courage. Con le voci che arrivano dalla USL del proprietario della franchigia Steve Malik pronto a smobilitare la sezione maschile della squadra, e gli articoli su un probabile acquisto della squadra NWSL per mano del proprietario dei Milwaukee Bucks della NBA Marc Lasry, l’impressione è che il destino del mercato più piccolo della NWSL possa essere segnato. Il WakeMed Soccer Park, casa della franchigia, ha un ruolo fondamentale nella storia dello sport al femminile negli Stati Uniti, ed è praticamente da anni una costante di tutte le varie leghe professionistiche che hanno caratterizzato il panorama statunitense, ma con la crescita della NWSL e i pochi posti per l’espansione disponibili a grandi città, non è da escludere che la nuova proprietà possa decidere di muovere la franchigia. E nel caso, per quanto doloroso possa essere chiudere per una sconfitta per la tifoseria locale, le reti del WakeMed Soccer Park potranno dire, se veramente di rilocazione si parlerà, anche se sarebbe ovviamente difficile implementarla da qui alla prossima stagione, che a chiudere la loro avventura in NWSL sia stato un gol pazzesco di una giocatrice straordinaria, Ashley Hatch, autrice di un bellissimo arcobaleno dall’angolo opposto a quello in cui il pallone è andato ad infilarsi. Il pubblico di North Carolina, recentemente tornato a riempire il palazzetto dopo anni di difficoltà anche ad attirare grandi numeri nello stadio, potrà ancora comunque supportare le proprie atlete nei playoff.

 

Chicago Red Stars – KC Current

A guardare non solo il risultato della partita, ma anche l’andamento dell’incontro, verrebbe da dubitare di quale delle due squadre giocasse in casa e avesse tutti gli stimoli possibili per cercare una vittoria tale da migliorare così la sua posizione in classifica e dunque garantirsi un percorso più morbido verso un’eventuale finale, o comunque evitare la sfida gargantuana delle Orlando Pride al primo turno. Chicago non è mai apparsa dentro la partita, ha subito dei gol evitabili, su disattenzioni grossolane e mostrando poca voglia o intenzione di rimettere in piedi l’incontro, eppure erano loro quelle con il fattore campo e la possibilità di risalire fino alla sesta posizione in classifica. L’aver tolto la stella della squadra Mallory Swanson dopo appena un tempo per un cambio più conservativo, così come essersi privata tramite sostituzioni di quattro delle proprie cinque giocatrici più offensive ha lasciato l’idea di una squadra se non contenta della sua situazione in classifica, quantomeno impossibilitata dal contesto ad ottenere qualcosa di meglio, e questo è forse il segnale peggiore che si può lanciare come gruppo in vista della post-season. Talmente poco interessante è stata la partita, che ben altro avrebbe potuto dare, che la stessa NWSL ha voluto come cercare di dimenticarsene il più in fretta possibile, caricando un video di highlights della durata di due minuti quando di solito i suoi recap delle partite oscillano tra i quattro e gli otto minuti.

 

Le partite in cui entrambe non avevano più niente da giocarsi

Racing Louisville – San Diego Wave

Partiamo da un presupposto: questa partita si sarebbe dovuta giocare a San Diego, ma se metto prima il nome di Louisville non è in omaggio alla tradizione americana di mettere prima il nome della squadra in trasferta, ma perché la NWSL ha preso la decisione di spostare la partita in casa di Louisville date le condizioni pessime del manto erboso dello Snapdragon Stadium, che oltre alle San Diego Wave ospita la squadra di football di San Diego State e la franchigia di rugby dei San Diego Legion. E dall’anno prossimo arriverà pure San Diego FC in MLS, a rendere ancora più preoccupante, come minimo, la situazione del manto erboso dello stadio californiano. E aggiungiamo un secondo dettaglio: questa partita avrebbe dovuto avere uno scopo, e anche abbastanza importante, in questa regular season. All’alba dell’ultima giornata, Racing Louisville aveva ancora tutto da giocarsi e pur partendo da fuori i playoff, aveva la possibilità di qualificarsi con una vittoria e dei risultati favorevoli dalle altre parti. Ma l’assurda decisione della NWSL, forzata dal caos di differenti emittenti televisive a cui si è affidata nel nuovo contratto per i diritti televisivi, di non avere tutte le partite dell’ultima giornata nello stesso orario ha reso questa partita inutile con le vittorie delle uniche due squadre che Louisville poteva ancora superare. Con una semplice decisione, la NWSL non solo ha moltiplicato i costi di vedere le partite in tv per chi tifa, ma ha anche distrutto l’equilibrio competitivo della lega e regalato un finale con anti-climax a quella che è la giornata più importante della stagione regolare. Sul campo, la mancanza di urgenza in entrambe le squadre è stata resa evidente da un 3-1 delle ospiti – che sarebbero dovute essere padrone di casa – in una partita che non ha avuto nulla da dire con due squadre che forse avrebbero meritato di essere trattate con più rispetto.

 

Orlando Pride – Seattle Reign

Sarà pure stata una partita con poco da dire ma intanto 1) giocava Marta, e qualsiasi partita in cui gioca Marta è da vedere – più su di lei qualche riga avanti – e 2) Orlando, avendo perso l’imbattibilità la giornata successiva alla vittoria dello Shield, puntava quantomeno a chiudere un’intera stagione senza sconfitte in casa, ad amplificare il potenziale fattore campo nei playoff. E ci è riuscita, anche se non in maniera facile, perché Seattle, pur venendo spesso schiacciata, si è giocata al meglio le sue carte prima pareggiando immediatamente il gol del vantaggio di Orlando grazie a Huitema, e poi spaventando nel finale le padrone di casa con Mercado. Da parte di Orlando, è stata la solita cascata di occasioni, il solito stile di gioco fluido e arioso, il solito dominio per cui coach Seb Hines non ha voluto, neanche in questa partita, rinunciare alle sue stelle dal primo minuto, Barbra Banda inclusa – che avrebbe segnato con un pazzesco gol di tacco, non fosse stato per un fuorigioco. L’assist splendido di Summer Yates apre le marcature per la rete di Ally Watt, le dark arts e le spallate di Kelly Abello regalano il raddoppio, mentre è proprio la solita Marta, con una delle sue discese e una splendida finta a cambiare piede prima del tiro, subito dopo aver indicato a Banda dove muoversi per liberargli lo spazio di fronte alla porta, a chiudere definitivamente l’incontro e una regular season da record per Orlando, che ha riscritto la storia di quello che ci si aspetta da una franchigia che per troppi anni è stata la più disfunzionale della NWSL.

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