Lo storico nuovo contratto collettivo della NWSL

La NWSL e l’associazione calciatrici non si sarebbe dovuta rivedere per delle nuove trattative fino al 2026, anno di scadenza del contratto collettivo. Invece, con due anni di anticipo sulla scadenza, la NWSL ha coinvolto le atlete in delle nuove trattative per aggiornare la CBA, e la NWSLPA si è presentata al tavolo con alcune richieste decisamente ambiziose, sintetizzando quello che potrebbe essere un quindicennio di obiettivi a lungo termine in una singola negoziazione. E le due parti hanno trovato un accordo totale, firmando un contratto, valido dallo scorso trentuno luglio fino alla fine della stagione 2030, che rischia di essere il più rivoluzionario nella storia sindacale dello sport statunitense.

Il dettaglio che si è preso la scena, ancora prima dell’annuncio ufficiale del contratto, essendo stato rivelato da Dan Lauletta nei giorni precedenti, riguarda l’eliminazione del Draft, sia quello per le atlete in uscita dal college sia quello per le franchigie d’espansione. Si tratta di un passo storico per lo sport statunitense, visto che la NWSL è la prima lega ad abolire il Draft – alcune leghe, come ad esempio la USL Super League, non lo hanno mai avuto dalla nascita. Se il vantaggio dal punto di vista delle atlete è evidente, meno chiaro potrebbe essere dal lato delle proprietà, ma anche qui si spiega facilmente. Il sistema NCAA produce alcune delle migliori giocatrici al mondo, e sempre più queste atlete, non solo quelle europee come Lotte Wubben-Moy e Alessia Russo, ma anche quelle statunitensi come Catarina Macario e Korbin Albert, scelgono l’Europa per iniziare la loro carriera, avendo controllo di quale ambiente scegliere per la loro carriera. Con questa mossa, la NWSL si garantisce massima competitività per accaparrarsi queste calciatrici.

La mossa ha subito spinto molte parti a chiedersi se sia possibile immaginarsi la fine del draft anche in altre leghe, o quantomeno, la fine del draft nel calcio. Almeno per quel che riguarda la MLS, il possibile addio al superdraft sembra immaginabile, anche data la scarsissima importanza che svolge per le varie franchigie, ma per certi versi è proprio questo suo essere secondario che ne potrebbe garantire la salvezza e che soprattutto, caso unico per il concetto stesso di draft, risultino più le note positive per i calciatori che quelle svantaggiose: le franchigie MLS osservano pochissimo il calcio NCAA, e già così lo fanno solo perché esiste un draft di cui occuparsi. Senza Draft il tantissimo talento che sceglie ancora oggi la via del college non avrebbe la possibilità di essere notato adeguatamente e perderebbe un’opportunità fondamentale per farsi notare, ecco perché potrebbe essere negli interessi dell’associazione giocatori – soprattutto dal momento che la sua leadership è fatta principalmente da ragazzi USA in uscita dal college, e non dalle stelle straniere – tenere questa formula laddove per le calciatrici era una priorità abbandonarla.

Gli altri traguardi raggiunti dalle calciatrici nelle loro trattative con la NWSL includono: 1) la free agency totale per tutte le calciatrici, la cui libertà di movimento a scadenza di contratto non sarà più legata al numero di anni di esperienza nella lega, ma sarà assoluta e totale fin dal primo anno 2) rendere ogni contratto firmato dalle calciatrici garantito, cosa non necessariamente comune in tutti gli sport statunitensi 3) le trade si potranno completare solo con il consenso delle calciatrici – anche se questo non rende necessariamente il sistema identico a quello dei trasferimenti, dal momento che a muoversi sarà ancora il contratto, e solo dopo la calciatrice ad essa legata 4) un miglioramento generalizzato nelle condizioni di lavoro: più ferie, più voli charter, una pausa di ventotto giorni in mezzo alla stagione 5) un nuovo accordo di revenue sharing che aggiungerà al salary cap per ciascuna squadra una percentuale dei loro introiti da contratti di diritti televisivi e sponsorizzazione 6) un aumento del salary cap base già deciso anno per anno – nel 2025 3.3 milioni di dollari, nel 2026 3.5, nel 2027 4.4, nel 2028 4.7, nel 2029 4.9 e nel 2030 5.1 – senza tenere conto dell’aumento proveniente dai nuovi accordi di revenue sharing.

Le domande riguardanti il potenziale significato di questo contratto sono tante. Potrebbe rappresentare una pagina da seguire anche per tutte le altre organizzazioni sindacali dello sport statunitense? Dal lato delle proprietà: è la lega ad aver iniziato le trattative, eppure ha ceduto su praticamente tutte le richieste delle calciatrici, almeno quelle che avevano espletato pubblicamente tramite la propria players’ association. Come spiegare questa – rara – unità d’intenti non solo nelle trattative sindacali sportive, ma in generale in contesti unionizzati? Se anche si appartenga alla categoria dei cinici, escludendo a priori qualsiasi tipo di buoni sentimenti da parte delle miliardarie e dei miliardari in controllo della lega, ci sono molte ragioni economiche e di crescita – parole a cui certo imprenditori e imprenditrici garantiscono più ricettività – perché questo accordo ha senso – ma anche per cui difficilmente verrà replicato da altre parti, almeno in tempi brevi.

La NWSL infatti gode di una posizione decisamente particolare e unica nel panorama delle leghe professionistiche statunitensi. NFL, NBA, MLB, NHL e WNBA sono per distacco le migliori competizioni nei loro rispettivi sport, ricevono poca o nulla competizione dall’estero, e le proprietà hanno di fatto il coltello dalla parte del manico, oltre che pochissimi interessi a cedere su ciascuno di questi punti. Inoltre, questo soprattutto per le quattro leghe maschili, proprio il quantitativo di soldi che finiscono anche nelle tasche degli atleti, funzionano più che decentemente per addolcire l’impatto di una trade improvvisa – soprattutto perché, parlando di uomini quasi sempre etero, non vale per loro la preoccupazione di finire in uno stato estremista, con feroci divieti sull’aborto e sui diritti LGBTQ+ contro la propria volontà.

Basti pensare alla NBA, in cui è già presente, secondo molti, il primo atleta che diventerà miliardario solo con il totale degli stipendi accumulati in carriera. Il giocatore meno pagato della squadra con il monte salari più basso, i Detroit Pistons, guadagna oltre due milioni e mezzo di dollari – come il cap attuale della NWSL – e il nostro Simone Fontecchio, nella seconda metà della squadra per stipendio, è più vicino agli otto che ai sette milioni di guadagno annuo – come già detto, il massimo a cui il salary cap base NWSL arriverà nel 2030 è di cinque.

Dall’altro lato, la MLS è lontana dall’essere la migliore lega nel suo sport, ne è perfettamente consapevole ma non se ne fa un problema, è partita da lontanissimo, da condizioni veramente simil-dilettantistiche, e dopo aver rischiato il fallimento ha capito che l’unico modo di essere sostenibili sul lungo periodo fosse una crescita misurata che desse priorità a rafforzare prima gli aspetti extra-calcio, dal lavoro sulle strutture d’allenamento a quello sugli stadi, costruire una pipeline competitiva con i settori giovanili – che la NWSL ancora non ha – e guadagnarsi credibilità nel proprio sport. Inoltre, la stessa MLS aveva certificato, con l’ultimo contratto collettivo, una free agency ben più libera di quanto non ne avesse la NWSL prima di questo nuovo contratto, ed è legittimo attendersi, quando ci si risiederà al tavolo delle trattative, nel 2027, altri miglioramenti.

La NWSL, invece, si trova in una situazione di mezzo, più complessa e che richiedeva un approccio diverso. La lega statunitense è la migliore al mondo e stava già crescendo rapidamente, ma lo fa in uno sport con tantissime leghe competitive, squadre di alto livello sparse per tutta Europa in campionati che pure loro stanno vivendo una crescita significativa, perché l’intero mondo dello sport femminile sta vivendo un boom economico. Abbiamo detto di alcune giocatrici di altissimo livello che, in uscita dal college, hanno preferito l’Europa al Draft NWSL, sappiamo della crescita dei salari in giro per il mondo e del potere che una calciatrice come Alexia Putellas ha avuto nel negoziare il proprio nuovo contratto con il Barcellona minacciando lo spettro dello svincolo a scadenza.

La NWSL ha una pressione unica nel panorama sportivo statunitense di rispondere a queste mosse e, se non di adeguarsi completamente – d’altronde il salary cap, ciò che rende questa lega unica e la più competitiva sul pianeta, rimarrà – quantomeno di comprendere che per dare al proprio business le dimensioni che si aspetta, aveva bisogno di dare ascolto alle sue calciatrici, a maggior ragione considerato come partissero da condizioni più arretrate rispetto a tutte le leghe maschili e abbiano adesso, se possibile, il contratto collettivo più vantaggioso per chi lavora nella storia dello sport statunitense.

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