It’s Called Soccer – s06 ep10

Siamo nel mezzo di un paio di settimane cruciali, quelle che definiranno le finaliste di questa CONCACAF Champions Cup, e per questo la mettiamo al centro della nostra rubrica settimanale. Ma c’è molto di più ancora da scoprire. Iniziamo subito.

 

Prima pagina

Columbus sogna in Concacaf Champions Cup

L’abbiamo visto tante volte e ormai abbiamo il cuore anestetizzato. Noi appassionati di MLS sappiamo benissimo che per una franchigia della lega statunitense anche vincere in casa contro una rivale messicana non è assolutamente abbastanza per poter pensare di portare in carrozza il doppio confronto. E allora si dovrà andare in Messico e sperare in un’impresa, forse anche un miracolo. Esiste però un ma: Columbus questa impresa già l’ha fatta, meno di due settimane fa, e se per questo l’ha tirata fuori nella stessa città, seppure non nello stesso stadio, in cui dovrà ripeterla questa volta. Se i Crew giocheranno contro i Rayados di Monterrey la partita che hanno giocato contro il Tigres, allora non ci sarà nemmeno bisogno dei miracoli di Schulte dal dischetto per centrare una storica finale, la prima nella storia del club. E quello che già sappiamo è che Columbus approccerà a questa partita come ha fatto con tutte le altre: giocando alla sua maniera, non rinunciando al proprio stile, nemmeno quando sembra esporli a delle figuracce, credendo nel proprio modo di giocare in casa, in trasferta, in altura o ad altezza mare. Una ricetta che ha funzionato non solo nel doppio confronto contro il Tigres, ma che ha regalato spettacolo all’andata della semifinale contro il Monterrey, vinta per 2-1 con reti di Cucho Hernandez e del coltellino svizzero dalla seconda squadra Jacen Russell-Rowe. Nella notte italiana tra mercoledì e giovedì il responso sul ritorno, con il potenziale per fare ancora una volta la storia per la MLS, anche se i favori del pronostico, come sempre quando si sfida la Liga MX in Messico, recitano il nome dei Rayados.

 

Taglio medio

I Galaxy non hanno passato il test Austin

L’inizio di stagione esaltante dei losangelini ha fatto girare molte teste, ma questo vuol dire anche che le varie franchigie stiano iniziando a lavorare più duramente per trovare un modo di fermare questo juggernaut offensivo. È la dura legge di chi fa bene: magari diminuiscono i tuoi punti deboli, ma tutti fanno a gara per sfruttarli a loro vantaggio. E i Galaxy ancora hanno un problema grave, che con il passare del tempo potrebbe venire utilizzato da sempre più avversari, soprattutto quando arriveranno i playoff e i palloni incominceranno a pesare: faticano ad attaccare squadre che concedono loro pochi spazi, e nonostante l’abilità nei passaggi di Riqui Puig, non hanno ancora un vero e proprio apriscatole offensivo. Contro Austin è andato tutto in scena, esattamente come nel derby contro LAFC: Galaxy sotto subito e incapaci di creare contro una squadra che non aveva più necessità di uscire e che anzi, con Jader Obrian, ha trovato un giocatore, forse nel mezzo della sua miglior stagione in carriera, che pasteggia contro squadre lunghe che lasciano tanti metri per le sue scorribande.

 

Houston tentenna in Copa Tejas

Avevamo parlato molto bene dell’inizio di stagione di Ben Olsen a Houston, ed in effetti sarebbe scorretto fare passi indietro sulla base di quelle che sono due sconfitte isolate con una serie di spiegazioni legittime per raccontarle come episodiche. Ma certo è curioso, e sicuramente degno di nota, che questi due scivoloni siano arrivati contro le rivali texane. Se contro Austin aveva pesato l’inconsistenza offensiva di una squadra che non ha, ma già dallo scorso anno, un attaccante capace di trasformare ad un buon ritmo le tante occasioni create, contro Dallas si paga una breve disattenzione iniziale da cui poi nasce il cartellino rosso per DOGSO sventolato in faccia a Griffin Dorsey. Con una Dallas che sta piano piano recuperando tutti gli infortunati dopo un inizio di stagione disgraziato, e con un Peter Musa che sta iniziando a carburare, l’inferiorità numerica non è un avversario banale.

 

Sophia Smith risveglia le Thorns

Dopo un inizio di stagione terrificante costato il posto a Mike Norris, in cui comunque Smith aveva espresso la sua qualità con delle prestazioni straordinarie, seppure isolate, è grazie alla doppietta della sua stella che Portland riesce ad ottenere la seconda vittoria consecutiva e a risollevarsi nella classifica NWSL.

Non ci sono più squadre imbattute in MLS

Dato acquisito con la prima sconfitta di Philadelphia, che paga un brutto errore di Blake e un gol allo scadere contro una Real Salt Lake sempre più serissima candidata alla cima della Western Conference, che per altro ha ottenuto grazie a questa vittoria e alla contemporanea sconfitta dei Galaxy. Ormai è sempre più legittimo parlare della franchigia dello Utah come di una contender, anche perché queste sono le partite più difficili della stagione regolare: delle trasferte nella conference opposta contro squadre di alto livello. Da questi test si capisce molto del potenziale sulla partita singola di una franchigia.

 

Il primo 0-0 di Nancy a Columbus

Non il primo dell’anno eh, il primo in assoluto dal suo arrivo su quella panchina. E forse non è un caso che ad interrompere questa striscia sia stato proprio un ex collaboratore di Nancy su quella panchina, Laurent Courtois, passato quest’anno ad allenare Montreal dopo aver allenato la seconda squadra dei Crew. Certo, ad aiutare la solida prestazione dei canadesi ci ha pensato anche il prossimo impegno di Columbus nel ritorno di Champions Cup, verso cui si stanno dirigendo molte delle energie dei Crew, ma la prestazione di Montreal acquisisce la giusta luce se inserita nel contesto più ampio dell’ottimo inizio di stagione.

 

I premi (quelli MLS)

MVP della settimana
Lionel Messi

Due gol, un assist. Le medie sono fantascientifiche. Era assurdo immaginarsi qualsiasi cosa di diverso da un dominio, ma non si può non rimanere sorpresi dalla sua grandezza.

 

Gol della settimana
Alex Katranis

Con questo gol allo scadere, Philly perde l’imbattibilità.

 

Assist della settimana
Alex Ring

Austin ha giocato una partita commovente contro i Galaxy, e forse il migliore tra i suoi è stato proprio Ring, che ha trasformato la difesa in attacco nello spazio di una grande giocata.

Parata della settimana
Brad Stuver

Un volo, il principale, nella solidissima prestazione difensiva dei suoi.

Prospetto della settimana
Tyrese Spicer

La prima scelta assoluta all’ultimo Draft continua a farsi strada e a ottenere minuti pesanti a Toronto.

Giocatore Next Pro della settimana
Il Kamron Habibullah Reclamation Project

L’ex speranza di Vancouver ha trovato un posto dove rigenerarsi a Kansas City. Il potenzialmente nazionale afghano ringrazia l’organizzazione con una tripletta.

 

I premi (quelli NWSL):

MVP della settimana
Claire Lavogez

Doppietta nei minuti di recupero per decidere una partita altrimenti ferma sulle rotaie del pareggio.

Gol della settimana
Makenzy Doniak

Difficile fare un tiro più difficile da parare di questo qui.

Assist della settimana
Temwa Chawinga

MVP! MVP!! Fino ad ora, non c’è proprio storia: ingiocabile.

Parata della settimana
AD Franch

Solo una delle tante giocate spettacolari della sua partita.

Prospetto della settimana
Jaedyn Shaw

Già adesso ormai è una delle migliori giocatrici della NWSL.

 

I premi (quelli meta)

MVP romantico
Diego Chara

E nella partita che celebra il suo record… è stato espulso.

 

Miglior assist ad honorem
Matias Rojas

Al suo esordio, l’ex Corinthians ha sfiorato un grande assist.

 

Premio della critica alla partita ubriaca della settimana
Los Angeles FC – Portland, di nuovo

Due settimane fa eravamo qua a parlare di queste due franchigie esattamente in questo spazio. Oggi ritorniamo, perché quando giocano apparentemente non ci si annoia mai, qui con la sorpresa speciale del gol allo scadere di Bouanga.

 

Premio Adriano Galliani a Peter Vermes

Un’altra persona a cui forse sarebbe opportuno insegnare come funziona la prospettiva.

 

Premio Ronaldo ai New England Revolution

La storia dello sport è piena di atleti che, prima di una partita importante hanno sofferto di difficoltà alimentari. Alcuni poi hanno vinto, altri, come i New England Revolution, si sono sciolti come neve al sole, anche se c’è da dire, non è che prima di mangiare cibo non necessariamente salutare stessero andando come dei treni.

 

Premio Paul George a Brian Anunga

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C’è da dire, a discolpa di Anunga, che in effetti quel movimento era proprio uno che avrebbe potuto fare un giocatore, e che almeno questo aveva lo stesso completino indosso, e non uno da arbitro.

 

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