It’s Called Soccer – s06 ep02

Nella seconda puntata della nuova stagione di It’s Called Soccer, ci si perde in lunghissimi ragionamenti partendo da un fatto abbastanza curioso ma in ultima battuta irrilevante, si celebra il ritorno alla competitività di alcuni giocatori che si erano un po’ persi di recente e si parla di un fenomeno di cui abbiamo parlato per tutto l’ultimo decennio.

 

Prima pagina

Non c’è già più nessuna squadra a punteggio pieno

Non avevamo certo bisogno di una classifica per confermare quello che sappiamo già, ovvero che la MLS è il campionato con il più alto livello di parità al mondo. Basta vedere le regole del salary cap per esserne consapevoli. Ma certo fa strano, e deve essere sorprendente per chi non sia abituato a questo calcio, vedere che dopo due settimane ventinove squadre hanno già perso la possibilità di fare una stagione perfetta. Il dato, in realtà, non ci dice nulla di più di questo, due partite non possono essere abbastanza per valutare quale sia il livello di competitività medio della lega, ed è assolutamente possibile che da qui ad ottobre alcune squadre diventino schiacciasassi e altre materassi, ma quando lo si inserisce all’interno di un contesto più ampio, che prende in esame la storia di un campionato che, in ventisette anni, ha visto più vincitori diversi di quanti ne abbia avuti la Serie A in oltre un secolo di storia, è certamente suggestivo. E per quanto la parità sia un qualcosa che sicuramente contribuisce ad attrarre noi appassionati stranieri della lega, è forse legittimo porsi una domanda: c’è *troppa* parità in MLS? Tiotal Football, nel suo substack Absolute Unit, sostiene di sì, arrivando anche a sintetizzare una qualsiasi stagione MLS come nulla più che una collezione di lanci di dadi, sostenendo come, in uno sport che già di suo lascia molto alla fortuna, la mancanza di parità, o comunque una riduzione della parità, possa contribuire a creare storie più interessanti. Non dovrebbe necessariamente sorprendere sapere che la mia posizione sia leggermente diversa, banalmente perché se pure siamo entrambi appassionati di calcio statunitense, Tiotal Football è un appassionato di calcio, virgola, statunitense, quindi interessato allo sport e di conseguenza alla versione a lui locale, mentre io sono un appassionato di calcio statunitense, senza virgola, e ho scelto di perseguire questo specifico interesse piuttosto che quel calcio che abiterebbe a pochi metri da casa mia. Ma il rigore scientifico dell’analisi è inappuntabile, e ci costringe a ragionare su cosa in effetti sia la parità e perché ci possa interessare averne di più nei nostri campionati preferiti. In primo luogo, c’è il tema della fortuna, che ho già trattato, ritenendolo un plus, un qualcosa il cui impatto sulla nostra vita – e sui nostri sport – dovremmo accettare senza ritenerlo negativo. Forse però il tema più importante è che il saggio basa gran parte della sua posizione partendo dalla teoria esposta in Soccernomics secondo cui, banalmente, chi spende più soldi vince e che quindi un sistema in cui tutti spendono grossomodo lo stesso renda tutte le squadre molto simili con poca varianza, producendo pochi scontri tra filosofie diverse e facendo assomigliare tutte le squadre ad una informe gelatina grigia. Il problema del parallelismo è che le teorie di Soccernomics sono corrette sì, ma solo in riferimento al contesto molto specifico del calcio europeo, o comunque del calcio influenzato dal calcio europeo, in cui non sono solo i soldi a fare la differenza, ma il privilegio dato dalla storia. Le squadre con più soldi ricevono più soldi perché nelle stagioni precedenti hanno fatto meglio e quindi vengono premiate con più entrate che possono sfruttare per diventare ancora più vincenti e ricevere ancora più soldi e così via in un ciclo infinito che solo pochi proprietari stratosfericamente ricchi hanno saputo rompere. Più soldi permettono più errori le cui conseguenze non risultano disastrose e permettono più pazienza. Ogni squadra è un flusso che contiene tutte le stagioni che ha vissuto, non si riparte ogni anno da capo, questo, a dir la verità, neanche nelle leghe statunitensi. In MLS, e nello sport USA in generale, più soldi equivalgono semplicemente a più pressione e ad una figura peggiore nel caso si dovesse uscire sconfitti. Ma, come dimostra Inter Miami, l’accesso a questo livello più alto non è riservato alle squadre e alle persone i cui predecessori hanno fatto scelte migliori, è garantito a tutti coloro che ne fanno parte.

 

Taglio medio

Lewis Morgan torna a segnare

L’ultimo gol dello scozzese in MLS risaliva all’ottobre 2022, quando aveva concluso una stagione ai limiti del Best XI e anche del potenziale candidato MVP. Poi è arrivato il 2023, vissuto quasi completamente dalla tribuna. Il gol contro Houston è quello che garantisce la prima vittoria stagionale ai Tori del New Jersey, e l’impressione è che, anche se non dovesse arrivare il terzo DP nella posizione di numero nove – anche se, in questa partita, l’attuale titolare, Elias Manoel, ha segnato – dalla combinazione tra l’ex Inter Miami, autore di quattordici reti nella sua ultima stagione senza gravi infortuni, e Forsberg possa nascere una coppia capace di tenere da sola l’attacco della squadra sopra una certa linea di galleggiamento.

 

Paintsil cambia le carte in tavola per i Galaxy

Dopo il rigore guadagnato nella prima partita contro Inter Miami, il ghanese si è preso la scena con una prestazione da migliore in campo. Un gol, un assist, e un controllo totale di ciò che passava per la sua fascia di campo. Isolato sulla destra con un sovraccarico di uomini nella zona sinistra per preparare il cambio di gioco, oppure lanciato in contropiede, Paintsil è la dimostrazione di come Greg Vanney abbia deciso di abiurare su alcuni punti della sua filosofia di gioco per adattarsi, almeno in questa prima fase della stagione, ai mezzi a sua disposizione. I Galaxy non rinunciano alla verticalità e anziché cercare di disorganizzare sempre gli avversari con il pressing, lasciano che si disorganizzino con il loro stesso possesso, sbilanciandosi offensivamente. Paintsil ha giocato una partita perfetta per interpretazione del ruolo, anche se si sono viste scelte rivedibili ogni tanto in fase di chiusura della giocata, con un cross troppo verso il portiere e dopo aver perso il momento giusto e con una conclusione troppo centrale su un grande contropiede. Almeno uno dei grandi acquisti della off-season si è già inserito alla grande, e sarà interessante vedere come potrà contribuire l’altro nuovo DP, Gabriel Pec.

 

Jules-Anthony Vilsaint è pronto al salto

Lo scorso anno Montreal aveva iniziato l’anno con cinque sconfitte nelle prime sei trasferte. Dopo un inizio di stagione on the road, i punti fuori casa sono già quattro. Decisivo nella vittoria contro Dallas è stato il 2003 ex Anversa, subentrato nel primo tempo dopo l’infortunio, non troppo grave apparentemente, di Kwadwo Opoku. Pur essendo stato sostituito nei minuti finali della partita, non si può pensare che la rara situazione di aver iniziato e finito una partita dalla panchina pur avendoci giocato nel mezzo sia un segno di scontentezza di Laurent Courtois nei suoi confronti. Anzi, per un allenatore che ha dimostrato, con la seconda squadra di Columbus, di lavorare benissimo con i progetti di calciatore e che viene dalla scuola di un tecnico abilissimo nel valorizzare coloro senza una collocazione tattica precisa, Vilsaint si annuncia come uno dei prospetti più interessanti in rampa di lancio. Nel gol del vantaggio dei canadesi, poi vincitori grazie alla prima rete a Montreal di Josef Martinez, Vilsaint viene a prendersi il pallone molto basso, direttamente dai difensori, e il suo movimento – è vertice esterno dei due dietro alla punta nel 3-4-2-1 di Nancyana memoria – aiuta a lasciare campo libero ad uno dei giocatori più veloci della lega, Ruan. Vilsaint poi è bravissimo a seguire l’azione, proseguendo la corsa fino al limite dell’area, e tira con grandissima precisione su una conclusione tutt’altro che facile, colpendo l’angolo vicino con una potenza tale da piegare le mani a Maarten Paes.

 

Iuri Tavares, la prossima success story dalla MLS Next Pro

La scorsa settimana, era stato suo il colpo di testa da cui era nata la rete di Adilson Malanda, questa settimana è finalmente il momento della sua prima rete tra i grandi. L’anno scorso Tavares, con Crown Legacy, la seconda squadra di Charlotte, ha segnato dodici reti nella lega di sviluppo della MLS, e ha trovato in Dean Smith un allenatore nuovo, senza preconcetti o particolari preferenze verso nomi di grido o già stabilizzati al piano di sopra, che ne ha subito fatto un titolare del suo undici. Naturalmente punta anche grazie ad un fisico possente, Tavares ha comunque grandi doti elastiche e di agilità, che gli permettono di disimpegnarsi lungo tutto l’arco offensivo. È lui il più rapido a tagliare e il più bravo ad intendere le intenzioni di Copetti, che lascia passare con un bellissimo velo il cross rasoterra arrivato dalla destra.

 

I premi (quelli veri)

MVP della settimana
Luis Suarez

Due gol (in meno di mezz’ora) e due assist – di cui uno con un bellissimo cross per l’amico di sempre Leo Messi, che ha ricevuto più assist dall’uruguagio che da qualsiasi altro giocatore. Una prestazione maiuscola nella demolizione di Orlando, non particolarmente interessata al risultato e con gli occhi sul prossimo turno di Champions Cup contro il Tigres. MVP Ombra, come nell’opposizione del parlamento britannico, Julian Gressel, autore di entrambi gli assist sui gol dell’ex Liverpool e di un hockey assist con il passaggio in profondità che Suarez ha preferito sfruttare per servire Taylor a porta vuota anziché tentare la tripletta.

Gol della settimana
Lorenzo Insigne

Il gol è bello e spettacolare e il tipo che siamo abituati a vedere da lui – #tiraggiro – ma forse la nota veramente importante della partita di Insigne è quello che succede cinque minuti dopo, quando insegue e recupera un pallone nella propria metà campo. Se Herdman riuscisse ad ottenere dagli italiani non solo qualità ma anche sacrificio difensivo, potrebbe veramente essere una svolta per questa franchigia.

Assist della settimana
Adalberto Carrasquilla

Anche la scorsa settimana il panamense aveva servito Aliyu con un cambio di gioco precisissimo del genere. Quella volta era nato l’assist del nigeriano per il gol di Segal. Questa volta Aliyu si è messo in proprio, su una giocata forse ancora migliore.

Parata della settimana
Sean Johnson

Per tenere la partita sul vantaggio degli ospiti, l’ex New York City ha dovuto sfoderare un intervento di quelli degli anni migliori per salvare i tre punti e allontanare anche lo spettro di una stagione molto difficile a livello personale e di squadra.

Prospetto della settimana
Carlos Andres Gomez

Grossomodo quello che Suarez ha fatto per Miami, il colombiano lo ha fatto per Real Salt Lake, ma sotto una nevicata da passo del Gavia e con un bellissimo pallone arancione. Due gol, tutti nei primi minuti di gara, e un assist, per il connazionale Chicho Arango. Manca il secondo assist, ma anche lui sarebbe stato un degnissimo MVP settimanale.

 

I premi (quelli meta)

MVP romantico
Russell Teibert

Prima dell’esordio casalingo contro Charlotte, Vancouver ha celebrato il suo storico capitano, ritiratosi ufficialmente dopo sedici stagioni in maglia Whitecaps, l’unica che abbia indossato fin dai giorni delle giovanili. A trentadue anni il nazionale canadese entrerà a far parte della dirigenza di Vancouver.

Miglior assist ad honorem
Jared Stroud

Forse il migliore cross della stagione fino ad ora, e a dir la verità la ragione per cui non è tra gli assist veri non è neanche riconducibile a chi l’ha colpita di testa. Una grande occasione che meritava fine migliore.

 

Oscar come miglior attore protagonista
Chicho Arango

I grandi film di Hollywood hanno bisogno di una trama convincente, di una scenografia impeccabile e molto suggestiva, e necessitano di una stella capace di cogliere l’attenzione. Senza difficile puntare alle statuette. Utile, ma non necessario, un grande attore non protagonista, capace di giocarsi anch’esso l’Oscar, come, in questo bellissimo cortometraggio, fa l’arbitro Aleksandar Zhelyakov, disegnando una linea nella neve come si fa sulla sabbia quando si infilano due ciabatte come pali.

 

Premio MLS Out Of Context
Alla formazione di Cincinnati trasmessa dal Season Pass

Ci voleva molto a non inserire neanche un giocatore nella propria posizione – soprattutto perché questo richiede dimenticarsi del portiere – ma qualcuno ci è riuscito.

Premio Unlikely Hero
Tani Oluwaseyi

Columbus sembrava ormai pronta alla seconda, impressionante, per quanto risicata, vittoria della stagione, quando ci ha pensato questo ventitreenne nigeriano cresciuto in Canada, con un passato all’università di St. John e nella seconda squadra di Minnesota. Non aveva ancora mai segnato in MLS e non poteva scegliere un momento migliore per farlo.

Trofeo “At Least You Tried”
Shaq Moore

Statistica random della settimana

Se volete partecipare ad un quiz su chi siano i ventinove, qui potete trovare le risposte.

 

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