La finale della NWSL ha sconfitto anche la sfortuna

Sarebbe dovuta essere il giorno dell’ultimo ballo, qualcosa di più di una semplice finale. L’opportunità di salutare, e di celebrare due delle più grandi calciatrici nella storia dello USWNT lasciando ad una tra Ali Krieger e Megan Rapinoe l’onore di raccogliere il primo anello di campionesse NWSL in una carriera che, altrimenti, le ha viste alzare praticamente qualsiasi tipo di argenteria possibile. Per certi versi, poi è andata veramente così. In quello che sembra un segno del destino, il giorno undici novembre (11/11), Ali Krieger, colei che per oltre un decennio ha fatto del numero undici praticamente un sostituto del proprio cognome, un’icona della sua personalità, ha vinto con le New Jersey/New York Gotham il titolo NWSL nella finale di San Diego con un 2-1 contro le OL Reign, probabilmente alla loro ultima partita con questa denominazione.

Gli highlights della partita

Al sesto minuto dell’incontro, invece, il finale di stagione NWSL ha subito forse il peggior colpo di scena possibile, quello che se fosse sceneggiato porterebbe a centinaia di chiamate di spettatori infuriati con gli autori. Su una dimenticabile fase di pressing, Megan Rapinoe ha sentito qualcosa nella gamba, e ha capito subito che il suo tendine d’Achille l’aveva appena abbandonata. La sua carriera leggendaria è finita su un innocuo cambio di direzione, e nel tempo che ci mette un osso a partire, Megan Rapinoe è diventata, come da sua definizione, una NARP, Normal Ass Regular Person, una cazzo di persona normale.

Mi permetterò un minimo di scetticismo su quest’ultima affermazione. Se Megan Rapinoe la calciatrice si è sempre rifiutata di essere solo una calciatrice, mi viene difficile da pensare che Megan Rapinoe l’ex atleta possa essere solamente una persona normale. E in effetti, anche lei non sembra esserne sicura, visto che nella stessa esatta conferenza stampa ha espresso il suo interesse per entrare a far parte della dirigenza della franchigia che ha rappresentato sul campo una volta che avverrà il cambio di proprietà che porterà all’uscita del OL Group dalle Reign.

La NWSL sta per entrare in una nuova era storica per la lega, una segnata da record di presenze allo stadio, da un nuovo accordo per i diritti televisivi che ha più che decuplicato le entrate annuali dai broadcaster, e giocatrici come Megan Rapinoe e Ali Krieger sono state fondamentali per creare questa crescita. Come sottolineato anche da loro di fronte alle decine di giornalisti presenti a San Diego, spesso quando loro erano entrate in questo ambiente la parola giornalista nelle sale stampa non poteva neanche essere utilizzata al plurale.

E dunque questa finale è stata anche un’occasione per celebrare la crescita della lega attraverso i volti di chi più di tutti ha stimolato questo percorso, ed è difficile pensare che fuori dal campo personalità di questo tipo non vogliano tornare a stimolare una crescita ancora maggiore così da aiutare le calciatrici del domani. Sul campo, lo spettacolo è stato quello esaltante di una lega che ha assoluta e indubbia cittadinanza presso le major leagues statunitensi, uno scontro tra due squadre eccezionali, con giocatrici esaltanti, stelle di primo livello come Lynn Williams, autrice del primo gol e soprattutto detentrice di quattro anelli con quattro franchigie diverse, e Rose Lavelle, che quando è sana rimane lo spettacolo più esaltante ed elettrico del calcio femminile mondiale, anche lei finita sul tabellino dei marcatori.

Benvenuti nel mondo di Rose Lavelle

Anche nella crescita vertiginosa che ha coinvolto la lega negli ultimi anni, comunque, la NWSL non ha perso la sua energia folle, la sua propensione alla stravaganza, e quindi anche in una partita che, sul risultato di 2-1, sembrava avviarsi verso un finale sicuramente teso, ma comunque dai contorni tradizionali – dominio delle Reign alla ricerca disperata del pareggio, difesa ad oltranza e contropiede per i pipistrelli di Gotham. Invece al novantasettesimo minuto, quando Gotham dovrebbe solo gestire altri sessanta secondi di recupero, Mandy McGlynn si vede costretta, per evitare una chiara occasione da gol che Gotham non dovrebbe assolutamente concedere in quella fase di partita, a toccare il pallone con le mani fuori dai pali. Arriva l’espulsione dal VAR, e il tempo per le sostituzioni è finito. Nealy Martin, sophomore da Alabama, va in porta, e la cosa incredibile è che non è neanche la prima volta che le è successo quest’anno nello Snapdragon Stadium di San Diego, visto che ad agosto, nella sfida di regular season contro le Wave, aveva sostituito l’infortunata Abby Smith.

Ma se la NWSL è diventata quello che è negli ultimi anni, è anche perché ha deciso di valorizzare e di promuovere adeguatamente le personalità che la abitano, ed è diventata, ispirandosi alla NBA, una players league, in cui le calciatrici guidano i temi di discussione, e allora è giusto parlare di alcune di queste grandi personalità, soprattutto dal lato di Gotham. In primo luogo impossibile non parlare di Midge Purce, talento elettrico sulla fascia e una delle migliori dribblatrici del paese, che ha raggiunto Lauren Holiday come unica giocatrice nella storia del Championship NWSL in grado di accumulare due assist nella partita per il titolo. Nel suo caso, i due assist sono anche stati gli unici della sua squadra, mettendo una firma pesantissima sull’anello. Per quel che riguarda le giocatrici in campo, comunque, non c’è storia più incredibile che si possa raccontare di quella di Mana Shim e di Sinead Farrelly.

Ad un occhio disattento, ci sarebbe poco di notevole nella loro cavalcata verso il titolo. In finale entrambe sono partite dalla panchina e delle due, solo Farrelly è entrata, giocando una ventina di minuti nel secondo tempo. Ciò che rende speciale la loro storia è che, nel 2021, sono state proprio Shim e Farrelly, insieme alla giornalista Meg Linehan di The Athletic, ad aver rivelato gli abusi e le violenze dell’ex allenatore delle Portland Thorns Paul Riley, in uno degli articoli che ha dato vita all’ondata di denunce che hanno rivelato la profonda cultura di abuso che abitava quasi tutte le franchigie della NWSL, portando ad un lungo processo di rivoluzione per una lega che sembrava sul punto di collassare dietro la propria incapacità nel proteggere le proprie atlete.

Sia Shim che Farrelly avevano dato addio al calcio proprio in seguito agli abusi subiti, con Farrelly ritiratasi nel 2016, completamente drenata e portata al limite della sua salute non solo mentale, ma anche fisica, dagli abusi di Riley, e con Shim che aveva tentato anche l’esperienza europea, senza però rientrare e chiudendo con lo sport nel 2018. Poi, però, è successo qualcosa, e il campo le ha riattratte verso lo sport che hanno sempre amato, anche se quello sport non le aveva sempre corrisposte, esponendole ad orrendi abusi e violenze.

Farrelly, dopo otto anni di inattività, ha deciso di lasciare il proprio lavoro e rientrare nel calcio, ottenendo un provino con Gotham. Arrivata in squadra, Farrelly non si è limitata a partecipare, e undici anni dopo la sua ultima presenza nel calcio internazionale, allora con gli Stati Uniti Under 23, la centrocampista ha accettato la chiamata dell’Irlanda, nazione dei suoi antenati, con cui ha esordito in nazionale maggiore e con cui, la scorsa estate, è addirittura andata al mondiale. Shim invece è rientrata come injury replacement nel mese di giugno, ma si è subito presa un contratto a lungo termine, riuscendo anche a ritrovare la via della rete, lo scorso agosto, al novantunesimo di una partita contro le Orlando Pride su assist della solita Purce. L’importanza della loro presenza è ancora più notevole quando si considera il grande arrivo estivo voluto dalla GM Yael Averbuch West, la spagnola e campionessa del mondo Esther Gonzalez, involontariamente finita nell’occhio del ciclone insieme alle sue compagne per colpa del comportamento di un presidente viscido.

Il primo gol di Mana Shim dal suo ritorno

A proposito di Spagna e nazionale spagnola, non è da escludere che per sostituire Jorge Vilda alla guida delle campionesse del mondo, qualora la federazione decidesse di dedicarsi veramente al cambiamento e di smantellare la cultura tossica degli ultimi anni, uno dei nomi forse più interessanti potrebbe essere quello di Juan Carlos Amoros. Il tecnico neo-campione NWSL ha ormai una lunga esperienza nel calcio femminile sia a livello europeo che in Nord America, avendo allenato il Tottenham per tutto il decennio scorso e avendo risollevato, pure se ad interim, le Houston Dash nella stagione scorsa. La sua mancata conferma in Texas, a maggior ragione dal momento che è stato l’unico a valorizzare Ebony Salmon nella sua posizione preferita da centravanti prima del suo ritorno in Inghilterra, adesso può apparire una scelta clamorosamente sbagliata. Certo, i tecnici ad interim arrivano in situazioni di emergenza e si comportano in maniera tale, e non è da escludere che qualora ricevano un incarico da capo allenatori decidano di cambiare completamente strategia, ma se l’esperienza a Gotham dello spagnolo ci ha insegnato qualcosa, Amoros è un tecnico ancora più espansivo e coraggioso quando ha la pressione dell’incarico a tempo pieno sulle spalle, anziché diventare più conservativo solo perché ha molto di più da perdere.

Se la NWSL avesse il potere di sceneggiare le partite, come da meme molto popolare presso gli appassionati americani negli ultimi mesi, allora quasi sicuramente non avrebbe scritto la finale dello Snapdragon Stadium così. Magari non avrebbe cambiato il risultato, non hanno quel tipo di preferenze, e soprattutto un trionfo di Ali Krieger è uno scenario da sogno per qualsiasi lega data la portata del personaggio, ma certo non avrebbero fatto uscire Megan Rapinoe al sesto minuto della partita. Non le avrebbero fatto chiudere la carriera così. Ma ciò che rende meravigliosa la NWSL di oggi, la ragione per cui tutta la crescita degli ultimi anni ha preso la forma che ha adesso, è che la NWSL non è più solo le sue stelle o, ancora meglio, le sue stelle non sono più tali solo per quello che fanno all’esterno della lega, con la maglia dello USWNT. La NWSL sa crearsi e coltivare le sue stelle, sa essere essa stessa lo spettacolo più affascinante, e non semplicemente un’entità che esiste perché serve alle calciatrici avere qualcosa da fare tra una pausa nazionali e l’altra. La NWSL vuole diventare la leader mondiale nel calcio femminile, l’equivalente calcistico della NBA, e nonostante l’ottimo lavoro che stanno facendo nei campionati europei, continuare sulla strada asfaltata da questa finale la porterà a raggiungere questo obiettivo.

Facebook Comments