I 22 Under 22 per il 2023

Anche quest’anno, prendendo spunto dall’omonima classifica pubblicata ogni anno dalla MLS e che si appresta a vivere la propria edizione 2023, ci lanciamo in quell’esercizio molto divertente e stimolante che è ricapitolare i nomi dei ventidue giocatori sotto l’età di ventidue anni migliori della stagione MLS. Le regole sono molto semplici: per essere eleggibili bisogna non aver compiuto ventidue anni alla data di conclusione della regular season MLS. Per il resto, qualsiasi metodo può essere utilizzato per stilare la classifica, si può privilegiare il potenziale o il rendimento in campo, o un misto dei due. Personalmente, io ho utilizzato una sorta di cocktail tra le due possibilità, privilegiando orientativamente il rendimento attuale per il 70% e il potenziale per un 30%.

Prima di iniziare, però, un paio di considerazioni rapide: La prima è che nonostante la MLS sia da anni in grande crescita per quel che riguarda la qualità dei giovani prodotti, quest’anno è sembrato più povero di altri, almeno dal punto di vista di questa classifica. Le ragioni sono probabilmente molteplici. Ad esempio, va tenuto in considerazione che una conseguenza dell’aumento di occhi intorno alla MLS è che molti di questi talenti vengono acquistati e portati in Europa prima del solito, in alcuni casi prima ancora che possano stabilizzarsi come nomi popolari all’interno della lega. L’altra molto importante è che i ragazzi che adesso si ritrovano a compiere diciotto anni, sono gli stessi che, nel mezzo di alcuni anni cruciali per il loro sviluppo e la loro crescita, si sono trovati in mezzo la pandemia di Covid-19 con tutte le conseguenze che questa ha avuto sul loro sviluppo, a partire dalla quasi totale assenza di partite per mesi interi.

Un’altra considerazione è che rispetto alla mia stessa classifica dello scorso anno, due nomi che occupavano alte posizioni di classifica sono usciti del tutto dalla lista pur essendo in teoria ancora eleggibili. I nomi sono quelli di Cade Cowell, che era dodicesimo lo scorso anno, e di Talles Magno, che addirittura io avevo messo al secondo posto e la lega stessa votato sul podio. Le loro situazioni sono entrambe molto delicate, ma anche molto diverse: nel caso di Cowell la sua produzione con le nazionali giovanili ha continuato ad eccellere e gli ha anche consentito di andare in nazionale maggiore, e il suo problema è che non riesce veramente a crescere e migliorare nelle cose in cui già non è bravo di suo, e che ormai i miglioramenti nella velocità e nell’uno contro uno possono solo essere marginali e non aumentare le sue quotazioni più di quanto crescere in aspetti in cui è ancora sotto media potrebbe fare. Si ha l’impressione che tutta la MLS ormai conosca il suo essere monodimensionale e che un nuovo ambiente potrebbe, oltre che aiutarlo a crescere, anche rendere di nuovo un plus quella sua singola dimensione, fosse anche solo perché il suo non sarebbe un nome altrettanto conosciuto.

Ben più preoccupante il caso del brasiliano, uno dei trasferimenti in entrata più costosi della storia della MLS. L’anno scorso Talles Magno sembrava aver superato un bivio, giocando a livelli comparabili con quelli di Thiago Almada, che sarebbe poi andato al Mondiale vinto dalla sua Argentina. Quest’anno il campione del mondo è un serio candidato MVP, mentre Talles Magno è sempre più un panchinaro incapace di avere alcun effetto sulla sua squadra. La sua regressione è evidente, per quanto potrebbe non essere del tutto colpa sua. L’assenza di Taty Castellanos e di un suo vero rimpiazzo ha spinto NYCFC a portare avanti per mesi il fallimentare esperimento di Talles Magno come centravanti, un ruolo che non sa interpretare e da cui semplicemente vuole correre via, come dimostrano le sue heatmap che lo vedono sempre, inesorabilmente, spostarsi sulla fascia. Stiamo parlando di uno dei talenti con più aspettative mai approdati in MLS, e se qualcosa non cambia in tempi veloci il suo percorso potrebbe prendere una traiettoria certo non incoraggiante.

Prima di cominciare, infine, diamo una breve lista di nomi che sono rimasti appena fuori dai ventidue: Daniel Edelman merita una menzione perché pure lui era in classifica lo scorso anno, ma ci era entrato all’ultimo posto, e, considerato il caos dei Red Bulls, già solo essere rimasto tra le honourable mentions può essere visto come un pregio. Poi vanno citati i tre nuovi U22 Initiative di Inter Miami, Diego Gomez, Facundo Farias e Tomas Aviles, di cui semplicemente si è visto troppo poco per poterli valutare. Da citare anche tre terzini come Jake Davis di Sporting Kansas City, finalmente diventato titolare, Julian Aude dei Los Angeles Galaxy e soprattutto Mitja Ilenic di NYCFC, ultimo taglio di questa lista. Da notare anche la presenza dell’MVP inaugurale della MLS Next Pro Jacen Russell-Rowe, pezzo importantissimo in uscita dalla panchina per i Columbus Crew.

 

22 — Theodore Ku-DiPietro — DC United

19 partite, 751 minuti, 5 gol, 1 assist

Il 2023 sarebbe dovuto essere l’anno da breakout per Teddy KDP, come viene affettuosamente soprannominato, ed in effetti, pur considerando un lungo periodo tra aprile e luglio in cui è praticamente scomparso dalle rotazioni di Rooney, quest’anno ha visto il classe 2002 impegnato come non mai in MLS. Si potrebbe pensare che la sua esplosione stia arrivando forse troppo tardi, ma il talento è innegabile ormai da tempo e aveva solo bisogno di trovare un tecnico favorevole allo sviluppo del vivaio come l’inglese per essere appositamente valorizzato.

21 — Aziel Jackson — St. Louis City

18 partite, 696 minuti, 1 gol, 2 assist

Il successo di Aziel Jackson ci racconta dell’eccellente lavoro di scouting fatto dall’expansion team. Dopo aver speso un anno intero in MLS Next Pro a prepararsi all’ingresso in MLS, la franchigia ha non solo guardato con attenzione alla propria seconda squadra per scegliere i futuri componenti dell’organico, ma ha osservato l’intera competizione. A inizio stagione si è parlato molto di Lucas Bartlett, reduce da una stagione con North Texas, ma nelle ultime settimane la scena se l’è presa il ragazzo di origini francesi, forse il giocatore più tecnico, creativo ed esaltante di tutta la franchigia.

20 — Owen Wolff — Austin FC

20 partite, 1448 minuti, 1 gol, 2 assist

Per qualche settimana all’inizio della stagione, il posizionamento del Wolff figlio sul podio di questa classifica era parso solo una formalità. Forse perché brillava nell’altrimenti totale oscurità che avvolgeva Austin ad inizio stagione, ma il classe 2004 sembrava veramente qualcosa di mai visto prima. Poi il suo impatto e il suo successo si è un po’ ridotto, ma la stagione continua ad essere incredibilmente solida, e la riduzione in usage sembra semplicemente da spiegare con un ritrovamento di alcuni dei meccanismi che così bene avevano funzionato la scorsa stagione.

19 — Stipe Biuk — Los Angeles FC

25 partite, 1237 minuti, 3 gol, 1 assist

Per certi versi, Stipe Buik è stato l’acquisto dell’inverno MLS ed uno dei più importanti nella storia della lega, sicuramente l’acquisto principe nella storia della U22 Initiative. Un nazionale giovanile croato finalista al Golden Boy da uno dei vivai più floridi d’Europa, cercato a lungo anche da club europei come la Fiorentina, strappato per sette milioni di euro al vecchio continente e che ha scelto la MLS come nuovo capitolo della sua crescita. La sua stagione è stata indubbiamente positiva, ma è forse parzialmente vittima, lui come tutta LAFC, delle altissime aspettative sul suo conto, forse anche esagerate nonostante il pedigree. Coltellino svizzero offensivo in uscita dalla panchina, Biuk non è ancora un elemento fondamentale della franchigia losangelina, ma la sua crescita sta lentamente avvenendo.

18 — Jack McGlynn — Philadelphia Union

19 partite, 995 minuti, 2 gol

Ne parliamo da tanti anni, ma questo è finalmente quello buono: Jack McGlynn è ormai ufficialmente un titolare fisso e un pezzo fondamentale del centrocampo di Jim Curtin a Philadelphia. Per anni McGlynn, uno dei giocatori più eleganti e puliti tecnicamente usciti dagli Stati Uniti, è sembrato quasi alieno al sistema dei Philadelphia Union, anche per una tendenza allo sciopero ad oltranza difensivo, ma quest’anno, anche sfruttando alcuni infortuni, ha saputo rendersi indispensabile e innegabile. La sua crescita degli ultimi mesi è stata vertiginosa.

17 — Bernard Kamungo — FC Dallas

14 partite, 454 minuti, 4 gol

Non fatevi ingannare dalla carta d’identità che parla di un classe 2002. I margini di crescita sono ancora giganteschi, perché Kamungo è a tutti gli effetti un late bloomer. E d’altronde non può non essere così per uno che ha conosciuto il mondo del calcio professionistico solo nel 2021, a diciannove anni, quando dopo un provino pagatogli dal fratello per 150 dollari Kamungo, nato in Tanzania in un campo profughi e arrivato in Texas a 14 anni, giocando al liceo ad Abilene, ha ottenuto un contratto con North Texas, la seconda squadra di FC Dallas. Da lì ci ha messo appena un anno e mezzo ad ottenere la prima squadra ed un contratto MLS e quest’anno si è stabilito al vertice delle rotazioni di Luchi Gonzalez, anche segnando contro Inter Miami e Lionel Messi in Leagues Cup.

 

16 — Diego Luna — Real Salt Lake

16 partite, 793 minuti, 3 gol, 1 assist

Che Diego Luna sia un calciatore divertente come pochi e certamente unico per stile e modo di giocare lo sappiamo da tempo. Che fosse pronto a contribuire anche in MLS era meno certo, e sicuramente i primi mesi avevano lasciato alcuni dubbi. Il piano della franchigia, però, era sempre quello di aspettare il ritorno dal Mondiale Under 20 per poi dargli piena fiducia, e il piano ha funzionato alla perfezione. Ormai Luna è un perno delle rotazioni di Mastroeni e anche in MLS ha saputo dimostrare quello che anche in USL aveva fatto vedere per più di qualche sprazzo.

15 — Carlos Andres Gomez — Real Salt Lake

23 partite, 1080 minuti, 1 gol 4 assist

Fin dal suo sbarco in MLS, la nuova proprietà di Real Salt Lake ha voluto far passare il messaggio che le cose, per la franchigia, stavano cambiando. Nuovi investimenti e nuove ambizioni hanno portato la franchigia a concludere uno degli acquisti più intriganti della sessione, il colombiano Gomez per una cifra record per la franchigia. Forse più di chiunque altro in questa lista, comunque, nonostante ottime prestazioni ad inizio stagione che hanno fatto pensare ad un candidato per il premio di Giovane Giocatore dell’Anno, Gomez ha faticato ad imporsi con continuità, pur senza mai perdere la fiducia in lui da parte del tecnico Mastroeni.

14 — Calegari — Los Angeles Galaxy

22 partite, 1934 minuti, 1 assist

Il reparto scouting dei Los Angeles Galaxy non è necessariamente rinomato in MLS, e anzi fino a poco tempo fa la franchigia non aveva neanche uno scout a tempo pieno. Recentemente però, dopo aver ceduto Julian Araujo al Barcellona, i Galaxy si sono trovati con un vuoto da riempire e lo hanno fatto, forse per la prima volta in anni, nella maniera più intelligente possibile. Pochi terzini in MLS dribblano come Calegari, il brasiliano che rappresenta un’opzione più completa e solida offensivamente del suo predecessore messicano, e insieme ad Aude, citato prima come menzione d’onore, forma forse la coppia di giovani terzini più interessante della lega.

13 — Pedro Vite — Vancouver Whitecaps

26 partite, 1676 minuti, 4 gol

In molte leghe professionistiche americane, può capitare di sentire tifosi canadesi lamentarsi della poca attenzione che le loro franchigie ricevono in rapporto alle controparti statunitensi. Se i tifosi Whitecaps facessero la stessa cosa per discutere di quanto poco si parli della stagione di Pedro Vite, avrebbero probabilmente ragione. L’ecuadoriano fa parte di uno dei tridenti di centrocampo meglio costruiti dell’intera lega, e sono uno dei segreti di una squadra tra le più in forma della lega. Vite è un giocatore creativo, ottimo nelle corse in area, con grandi doti di lettura del gioco, l’ennesimo pezzo pregiato uscito dall’Independiente del Valle.

12 — Juan David Mosquera — Portland Timbers

23 partite, 1964 minuti, 2 gol, 4 assist

Una delle poche note di gioia in una stagione molto difficile per i Timbers è stato Mosquera, diventato rapidamente uno dei terzini più interessanti e costanti della lega, oltre che una delle principali armi offensive di Portland. La sua crescita è stata improvvisa e fulminante, anche perché lo scorso anno, il suo primo in MLS, il suo minutaggio era stato molto meno consistente.

11 — Caleb Wiley — Atlanta United

24 partite, 1788 minuti, 4 gol, 2 assist

Come nella scorsa stagione, la sua prima tra i professionisti, Caleb Wiley è partito fortissimo. Da lì i suoi numeri si sono calmati, ma va anche sottolineato come ad inizio stagione venisse impiegato esterno alto, mentre da qualche mese sia tornato a fare il terzino, per di più senza alcuna concorrenza dopo la trade che ha portato Gutman in Colorado.

10 — Dylan Borrero — New England Revolution

8 partite, 510 minuti, 2 gol

Per capire l’impatto avuto dall’esterno colombiano nel post Tajon Buchanan per la franchigia di Boston, vi basta pensare che il suo nome è presente nella prima metà di questa classifica, e personalmente la sua inclusione non è mai stata messa in dubbio, nonostante abbia saltato più di metà della stagione per un infortunio al crociato che lo terrà fuori fino al 2024. L’unica cosa che possiamo fare è sperare che il potenziale di un talento del genere torni grossomodo non scalfito da un ostacolo così difficile.

9 — Jalen Neal — Los Angeles Galaxy

16 partite, 1287 minuti, 1 gol

La parabola di Jalen Neal è sorprendente, ma sicuramente non lo è per coloro che hanno avuto modo di conoscerlo nei suoi anni con la seconda squadra. Il classe 2003 ha esordito prima in nazionale di quanto non abbia fatto con la squadra in cui è cresciuto, ma da quando è iniziata la stagione nessuno è stato in grado di togliergli il posto. In una franchigia che per anni si è affidata a giocatori di esperienza che hanno, però, costantemente fallito mostrando soprattutto spaventose lacune di tipo mentale, Neal si è preso la scena con doti di leadership da giocatore ben più maturo.

8 — Obed Vargas — Seattle Sounders

17 partite, 1091 minuti, 1 assist

A proposito di giovani che mostrano una maturità ben poco associabile con la loro carta d’identità, continua ad essere sorprendente, quasi assurdo quanto profondamente Obed Vargas faccia sembrare le cose che fa sul campo poco notevoli, perché per un giocatore di diciotto anni giocare con quella calma, quella facilità e quella leadership non dovrebbe essere normale. Negli ultimi anni spesso, in dei sondaggi anonimi, i direttori sportivi di varie franchigie MLS hanno scelto Cristian Roldan come giocatore che firmerebbero per primo dovendo costruire una squadra da zero. Ecco, Vargas potrebbe essere la stessa cosa, un punto fermo da cui partire se si deve ricominciare da capo.

7 — Alan Velasco — FC Dallas

22 partite, 1788 minuti, 2 gol, 2 assist

Non riesco a togliermi dalla testa l’idea che Alan Velasco in MLS potrebbe e dovrebbe fare molto di più, e certo il fatto che si sia conquistato una chiamata con la nazionale argentina dalla MLS dovrebbe essere indicativo comunque di una buona stagione, ma l’idea è che un talento del genere dovrebbe tranquillamente stare nella stessa conversazione con i Thiago Almada e i Facundo Torres di questa lega come il prossimo costoso export della MLS, eppure sembra sempre mancare qualcosa. Magari non è tutta colpa sua però, visto che a Dallas non sembrano ancora avere chiara l’idea che lui sia un numero dieci puro, e non un esterno.

6 — John Tolkin — New York Red Bulls

20 partite, 1782 minuti, 1 gol, 4 assist

La stagione dei New York Red Bulls è stata deprimente ai limiti dell’orripilante. Non c’è nulla per cui valga la pena guardare quella squadra, o meglio, nulla tranne, in gran parte, John Tolkin, e non solo per i suoi capelli sempre eccezionali. Tolkin è il leader spirituale e tecnico di questa squadra, un uomo che emana l’energia del New Jersey in ogni cosa che fa ma anche l’unico giocatore della sua squadra con le capacità di controllo per non sembrare perennemente in uno scontro automobilistico.

5 — Brian Gutierrez — Chicago Fire

26 partite, 1956 minuti, 1 gol, 5 assist

Essere la principale forza creativa e senza dubbio il giocatore più esaltante da vedere in una squadra in cui gioca Xherdan Shaqiri non è banale. Certo, Gutierrez è aiutato dallo score tutt’altro che esaltante dello svizzero, ma anche solamente a livello di singoli colpi l’homegrown classe 2003 rivaleggia con uno dei tre calciatori ad aver segnato in quattro mondiali di fila. Non male.

4 — Benjamin Cremaschi — Inter Miami

21 partite, 1262 minuti, 1 gol, 4 assist

Non esiste una singola partita che abbia aiutato maggiormente il caso di un singolo giocatore in MLS quanto l’incontro di Leagues Cup tra FC Dallas e Inter Miami in cui Benjamin Cremaschi, entrato nella ripresa dopo un difficile esordio da titolare per uno dei costosi nuovi acquisti di Miami, Dario Gomez, ha semplicemente dominato risultando un elemento chiave per la risalita di quelli della Florida. Le sue prestazioni nelle ultime settimane gli hanno guadagnato un posto nei ventitré di Berhalter per le amichevoli di settembre, e anche se la sua convocazione è stata frutto di discussione, francamente sono lotte che lasciano il tempo che trovano: Cremaschi è un grandissimo talento che sta giocando come tale.

3 — Noel Buck — New England Revolution

19 partite, 1351 minuti, 2 gol, 1 assist

Il fatto che Bruce Arena abbia deciso, fin dall’inizio della stagione, di affidare le chiavi del proprio centrocampo ad un diciottenne che non aveva mai giocato con costanza a quel livello ci dice qualcosa del tipo di talento che sia Buck, per cui quest’anno ho già visto comparazioni esaltanti di quelle che possono distruggere una carriera e da cui per questo mi asterrò. Se questa classifica fosse basata sulle probabilità di andare in Europa il prossimo inverno, Buck sarebbe sicuramente al primo posto dei miei pronostici personali.

2 — Aidan Morris — Columbus Crew

23 partite, 2029 minuti, 4 gol, 2 assist

In MLS il singolo ruolo forse più importante nella costruzione di una contender è quello del fantasista numero 10. Subito dopo però, l’attenzione va spostata sui centrocampisti difensivi, quelli che gli appassionati statunitensi, basandosi sulla classica numerazione calcistica da 1 a 11, definiscono i numeri 6. In questo momento in MLS di numeri 6 migliori di Aidan Morris ce ne sono pochi, se non addirittura nessuno. Certo, il modo in cui il prodotto del vivaio Crew, diventato celebre dopo aver praticamente esordito in prima squadra durante la finale di MLS Cup 2020, giocata ad altissimo livello, interpreta il ruolo di numero 6 nel sistema di Wilfried Nancy è particolare, a partire dal fatto che divide il peso delle responsabilità con Darlington Nagbe, ma le sue prestazioni sono fondamentali nella costruzione di una delle squadre più divertenti della lega.

1 — Chris Brady — Chicago Fire

23 partite, 2070 minuti, 77 parate

Sto per dire una cosa abbastanza forte: Chris Brady è il miglior giovane portiere che si sia visto in MLS, anche in rapporto all’età. Più giovane di ben cinque anni rispetto al nuovo acquisto del Chelsea Djordje Petrovic, ben più efficace e apprezzato dalle statistiche avanzate – è top 10 in goals added secondo American Soccer Analysis – rispetto al proprio coetaneo e predecessore Gaga Slonina. Le stagioni di un giocatore Under 20 più impressionanti di quelle di Brady in MLS si contano sulle dita di una mano, e considerato anche che parliamo di un portiere, ruolo in cui l’esperienza spesso la fa da padrona, non è assurdo metterlo anche davanti a gente come Alphonso Davies e Tyler Adams per quanto fatto nella lega. Ad ogni punto della propria carriera, fin dalle giovanili, Brady è sempre stato una seconda scelta rispetto all’altrettanto talentuoso Slonina, e forse il suo nome è meno conosciuto, ma stiamo parlando di un prospetto con non meno potenziale e che in ogni situazione ha saputo presto farsi dimenticare, o comunque non far rimpiangere, l’altro nativo di Chicago arrivato prima di lui.

 

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