Cosa ci ha lasciato il Mondiale 2022 degli USA

La nazionale di calcio degli Stati Uniti d’America è stata eliminata agli ottavi di finale ai Mondiali 2022 in Qatar. Un risultato pronosticabile, che a qualcuno ha lasciato l’amaro in bocca ma che, a ben vedere, può far considerare positiva l’esperienza a Doha e dintorni.

A palloni fermi – quelli a stelle e strisce – si può fare un bilancio per cercare di capire la situazione degli USA nel pallone, anche in vista del prossimo Mondiale che si disputeranno proprio a quelle latitudini e con la USMNT che promette di essere protagonista. Le premesse ci sono tutte e sono state confermate, questo è già un bel punto di partenza.

Gli USA sono credibili nel calcio

Il cammino degli USA di coach Berhalter ai Mondiali 2022 in Qatar ai gironi è stato il seguente:

  • USA-Galles 1-1
  • USA-Inghilterra 0-0
  • USA-Iran 1-0

In ordine cronologico, una partita dominata per un tempo e gestita nella ripresa rovinata dall’errore di un singolo in difesa; un pareggio di prestigio contro una delle nazionali più forti del mondo con addirittura qualche rimpianto nelle occasioni sbagliate; la vittoria nella partita da non sbagliare.

L’eliminazione è arrivata agli ottavi di finale:

  • USA-Olanda 1-3

La trappola per gli Stati Uniti l’ha tesa Louis Van Gaal con la sua Olanda, molto poco riconducibile allo spettacolo promesso e professato in passato, ma talentuosa e attenta al punto giusto per essere ancora un gradino sopra alla velocità mista a confusione a stelle e strisce.

Anche contro gli Oranje, in una partita in cui ha vinto la squadra migliore, gli USA hanno avuto tante occasioni da rete risultando però vittima del poco cinismo offensivo e pagando i propri limiti difensivi.

La USMNT però è diventata credibile e lo ha fatto sul campo, tornando ai Mondiali a otto anni di distanza dall’ultima volta con un modo di giocare e del potenziale che ha tolto dai volti dei più distratti quella superficialità che da sempre accompagna i giudizi verso questo movimento.

Obiettivo minimo e realistico raggiunto

A chi alla vigilia ha chiesto e ci ha chiesto un pronostico sul cammino degli Stati Uniti ai Mondiali 2022 in Qatar la risposta è stata sempre la stessa: obiettivo minimo ottavi di finale, poi con un pizzico di fortuna…

La verità è che in un girone con Galles, Inghilterra e Iran una nazionale giovane ma ambiziosa aveva il dovere di passare alla fase a eliminazione diretta e cosi è stato. Tanto basta per giudicare positiva la spedizione.

Per sperare in qualcosa di più degli ottavi di finale serviva qualcosa di meno realistico, tipo un incrocio particolarmente fortunato o qualche episodio particolare. Non è arrivato e forse, anche in previsione 2026, è meglio così per far capire il reale livello della nazionale USA in questo momento senza bruciare quelle tappe che in fase di crescita di un movimento intero sono fondamentali da seguire.

Talento in abbondanza e gioco moderno

Anche agli occhi più disinteressati verso il calcio americano una cosa è balzata all’occhio. Il talento a disposizione degli Stati Uniti è tantissimo, probabilmente anche più di quanto abbiamo noi in Italia, e soprattutto si sta formando a grandi livelli nel calcio europeo tra Premier League, Liga, Serie A e Bundesliga soprattutto.

Stiamo parlando di Pulisic ovviamente, ma anche di Reyna e Aaronson sulla trequarti e di Adams e Musah in cabina di regia. Poi ci sono Weah, McKennie e i vari Dest, Robinson. Giocatori in piena fase di crescita che nel prossimo quadriennio se manterranno le promesse completeranno un percorso importante in Europa.

Il gioco di per sè è già moderno. Non è detto che sia un bene, de gustibus, per una nazionale spesso molto brava a fare le cose per bene o in maniera bella da osservare, ma poco pratica.

Il margine di crescita

Proprio la mancanza di cinismo è una delle pecche più grosse su cui la nazionale USA dovrà lavorare, ma la formazione schierata contro l’Olanda è stata quella titolare più giovane in un ottavo di finale ai Mondiali da 12 anni. Un dato che da solo racconta molto e spiega come molti degli errori siano frutto di inesperienza.

Infine manca il finalizzatore, un giocatore capace appunto di concretizzare le giocate di qualità che a centrocampo vengono prodotte in quantità. La speranza può essere Pepi che si sta facendo le ossa al Groningen prima di tornare in Bundesliga, ma nel giro di quattro anni tutto può cambiare. In tutti i reparti dove qualcosa da limare c’è sempre.

Facebook Comments