Playoffs!??? – ep. 3
Benvenuti all’ultima puntata di Playoffs!? – settimana prossima ci sarà una sola partita, quindi non c’è ragione di riepilogare molto. Abbiamo eletto le campionesse della NWSL e deciso chi giocherà la finale di MLS Cup, oltre che, ovviamente, quale stadio la ospiterà. Iniziamo subito.
3 – Los Angeles FC – Austin FC 3-0
La partita in cinque-parole-o-meno: Mai in discussione
Molto semplicemente: Austin, ad eccezione del suo portiere Brad Stuver, non si è presentata in campo. E quello che si è presentato, Emiliano Rigoni, sarebbe stato meglio se non l’avesse fatto. Si potrebbe parlare del grande approccio di Los Angeles FC, di quanto Kwadwo Opoku sia sempre un fattore appena entra, di quanto forse l’arrivo di Bale abbia oscurato quello ben più importante ma meno pubblicizzato di Bouanga, e si potrebbe anche parlare del rigore non concesso ad Austin sul 2-0 che avrebbe potuto cambiare la partita. Ma concentriamoci per un attimo sulla partita del nuovo DP dei texani, Emiliano Rigoni. Possibilmente la peggior prestazione che vedrete quest’anno su un campo di calcio. In sessantuno minuti l’argentino ha toccato il pallone venti volte, completato il 28% dei suoi passaggi, non ha pressato una volta che fosse una e ha passeggiato praticamente ogni volta che era senza palla, ha rischiato di terminare la carriera di Diego Palacios colpendolo con un blocco che neanche i Pistons dei Bad Boys e ha completato il tutto con questa cosa qui. E il fatto triste è che questa prestazione non è una sorpresa perché il livello a cui ha giocato fino ad ora in MLS non è poi così tanto superiore. La sua partenza nell’undici titolare è forse il singolo evento più inspiegabile della partita.
Letture aggiuntive: LAFC cruise into 1st MLS Cup by beating Austin FC, da The Score
2 – Portland Thorns – Kansas City Current 2-0
La partita in cinque-parole-o-meno: La finale (Sophia Smith’s Version)
Alla fine ha vinto la squadra più forte. Il migliore attacco, la miglior difesa, nonché la squadra con la miglior giocatrice del campionato hanno battuto in finale Kansas City con una partita cinica nel momento in cui c’era da essere cinici e dominante quando c’era bisogno di strozzare ogni tentativo di Kansas City di risvegliare la partita. Sophia Smith ha fatto ciò che fa Sophia Smith – e ha regalato la posa più iconica dell’anno – Christine Sinclair ha lasciato almeno un paio di anni di vita su quel campo, e le Current hanno pagato la necessità causata dal risultato di dover cambiare il loro piano partita e esporre così le proprie debolezze.
Letture aggiuntive: La dinastia perenne di Portland e il terzo titolo NWSL, da mlssocceritalia.com
1 – Philadelphia Union – New York City FC 3-1
La partita in cinque-parole-o-meno: (The) Save heard around the world
Lo so, sono riuscito a barare pure sulle regole che io stesso ho deciso di auto-impormi, ma questi maledetti articoli non possono rovinare sempre una buona idea. Philadelphia Union ha guadagnato il primo viaggio per la MLS Cup e se lo ha fatto non può che ringraziare il suo leader, capitano, portiere e primo nella storia a vincere per tre volte il titolo di Goalkeeper of the Year. Su una situazione di vantaggio New York City FC, con un Maxi Moralez che camminava sulle acque dopo il gol dell’1-0, Alexander Callens aveva trovato il colpo di testa che avrebbe sicuramente chiuso qualsiasi discussione, ma proprio in quel momento Andre Blake ha dimostrato perché è così importante per la sua squadra. Una parata clamorosa, di quelle che rompono il muro del suono e cambiano completamente l’andamento di una partita solo per lo scombussolamento che creano. Da lì a dieci minuti gli Union avrebbero rimontato l’incontro, con due gol in due minuti e poi la chiusura del super-sub Cory Burke. Il titolo di The Save in MLS è già stato assegnato, ma diciamo che questo probabilmente si piazza comodamente secondo.
Letture aggiuntive: Philadelphia Union MLS Cup-final bound after second half comeback to beat NYCFC, da Brotherly Game
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