Guida ai playoff MLS 2022 – la Western Conference

Dopo la costa Est, ovviamente, è arrivato il momento della Western Conference. Partiamo dunque con la seconda parte della nostra preview sui playoff per la MLS Cup 2022.

 

1 – Los Angeles FC – 21V-4P-9S (2-1-2 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: José Cifuentes (4.56 g+, secondo in MLS)

Storyline più interessante: Steve Cherundolo, arrivato per “normalizzare” la squadra di Bob Bradley, può vincere tutto al primo anno alla guida di una prima squadra?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Il mercato estivo ha portato una campagna di rinforzi mai vista prima in MLS. Questa squadra ha legittimamente due undici che potrebbero qualificarsi ai playoff.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Il mercato estivo ha portato dentro troppa gente e forse qualcosa si è rotto nella marcia di una squadra che, fino a qualche mese fa, viaggiava al ritmo del record di punti.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Andreu Fontas (Sporting Kansas City). Francamente io credo sia offensivo anche solo pensare che LAFC abbia bisogno di altri giocatori a roster. Pistola alla tempia, comunque, un aiuto in difesa fa sempre comodo soprattutto se Chiellini non avesse tutti i minuti nelle gambe. Poi c’è la chimica con l’ex compagno a Kansas City Ilie e con l’altro canterano del Barça Tello.

2 – Austin FC – 16V-8P-10S (1-2-2 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Sebastian Driussi (21 gol, secondo in MLS)

Storyline più interessante: Con un decimo dell’hype e delle attenzioni Austin può completare l’impresa che riuscì ad Atlanta nel 2018 (e che non riuscì a LAFC nel 2019), ovvero vincere la MLS Cup al secondo tentativo?

Una ragione per cui potrebbero vincere: La stagione di Daniel Pereira è stata incredibilmente sottovalutata e il suo ruolo all’interno del sistema di Josh Wolff cambia i destini della squadra.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: I loro dati sugli expected goals sono assurdi. La loro differenza tra reti e expected goals è un +14,6 senza alcun senso. È da inizio anno che ci si attende una normalizzazione di quei dati. Ancora non è arrivata. Ma l’over performance è troppo notevole per non pensare possa fermarsi.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Thiago Almada (Atlanta United). Io non so se servirebbe veramente a questa squadra o se si inserirebbe bene all’interno del roster. Tu intanto mettilo là. Poi al resto ci pensiamo. Giocatore plug&play se ce n’è uno in MLS, in certi momenti è stato praticamente da solo il sistema di Atlanta.

 

3 – FC Dallas – 14V-11P-9S (3-1-1 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Jesus Ferreira (18 gol, record nella storia della franchigia)

Storyline più interessante: Il settore giovanile più noto e ricco di talento del paese ha prodotto quattro degli undici giocatori con più minuti in squadra. Possono vincere la MLS Cup e soddisfare l’ambizione espressa dal proprietario Dan Hunt tre anni fa?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Jesus Ferreira, Alan Velasco e Paul Arriola sono forse il trio più divertente da veder combinare tra di loro in MLS, e quest’anno sono stati dannatamente efficaci.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Dietro quei tre non sembra esserci molto sostegno né a livello di reti né per quel che riguarda l’ultimo passaggio – o, visto come vengono calcolati in MLS gli assist, gli ultimi due passaggi. I loro 34 gol stagionali infatti rappresentano una cospicua parte del bottino di 48 reti totalizzate in regular season – una delle sole cinque squadre a non aver raggiunto o superato quota 50 marcature.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Aidan Morris (Columbus Crew). Il centrocampo di homegrown ha ben impressionato durante l’anno, ma in Morris i texani troverebbero un profilo di recupera palloni e un passatore dagli istinti in primo luogo verticali che manca per velocizzare un po’ la progressione di questa squadra.

 

4 – LA Galaxy – 14V-8P-12S (3-1-1 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Chicharito Hernandez (18 gol)

Storyline più interessante: Tutti gli elementi principali di questa squadra si giocano molto: Greg Vanney vuole riuscire a vincere fuori da Toronto, il Chicharito vuole continuare a segnare e far, probabilmente, morire d’invidia il Tata Martino, Riqui Puig vuole ritrovarsi lontano da Barcellona. E tutti insieme possono raggiungere l’altrettanto ambizioso obiettivo della franchigia, con i Galaxy che vogliono ritornare al posto che spetta loro in cima alla MLS dopo il quinquennio peggiore nella storia della franchigia.

Una ragione per cui potrebbero vincere: Da quando è arrivato in MLS Riqui Puig è sembrato il Michael Vick di Madden 04, un cheat code completo. Gaston Brugman non ha necessariamente raggiunto le sue vette – e d’altronde immaginatevi sei mesi fa provare ad inserire questi due giocatori nella stessa conversazione – ma comunque non ci è andato affatto lontano. Sul lungo termine è sempre possibile che qualcuno trovi contromosse per fermarli, ma noi qui non stiamo parlando del lungo periodo. Da qui ad un mese esisterà qualcuno che riuscirà anche solo a limitarli?

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Greg Vanney alle ali non sembra volerci rinunciare del tutto pur con un Dejan Joveljic on fire. Ma ogni minuto che giocano in campo con Grandsir, Douglas Costa e – soprattutto – Kevin Cabral è un minuto in cui sono meno pericolosi rispetto alle loro potenzialità. Non sono necessariamente cattivi giocatori, ma chi per fumosità chi – Cabral – perché sotto porta ha la freddezza di un movimento di bacino di Elvis Presley non riescono ad avere un impatto importante su questa squadra.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Federico Bernardeschi (Toronto FC). Se Greg Vanney, come detto, al suo 4-3-3 uno sguardo vuole sempre darglielo allora che gli si dia un’ala efficace, capace di creare qualcosa dal nulla senza supporto altrui ma che sappia dialogare con altri calciatori tecnici, e che soprattutto davanti alla porta sia un fattore.

5 – Nashville SC – 13V-11P-10S (2-2-1 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Hany Mukhtar (23 gol, capocannoniere, e 11 assist)

Storyline più interessante: Dopo due Supporters’ Shield, due titoli di miglior difensore e prima di guidare la difesa statunitense ai mondiali in Qatar, Walker Zimmerman può mettersi al dito il suo primo anello?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Sono molto bravi sui calci piazzati. Insieme a Orlando e Portland sono i migliori in MLS per passaggi da situazione di gioco fermo che portano a gol. Hanno uno dei migliori colpitori di testa della lega in Zimmerman e in generale un armata di giocatori che sono veramente difficili da gestire in area – tra i nove giocatori con più di un gol in stagione hanno tre difensori centrali, con Romney e Maher ad aggiungersi al Thor dello USMNT.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: un raffreddore a Mukhtar e sono pericolosi quanto un gavettone contro l’Iron Dome israeliano

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: William Agada (Sporting Kansas City). CJ Sapong è un solidissimo attaccante a livello MLS, un veterano con una comprovata abilità e che ben si associa a Hany Mukhtar. Ma c’è bisogno di più di un singolo pericolo per fare veramente la differenza nei playoff. Da quando è arrivato Agada ha sostituito in maniera eccezionale un DP come Alan Pulido. Potrebbe essere per Nashville quello che il costoso ma deludente Aké Loba non è stato.

 

6 – Minnesota United – 14V-6P-14S (1-1-3 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Emanuel Reynoso (21 gol+assist)

Storyline più interessante: Will Trapp è andato vicino alla MLS Cup ai tempi di Columbus con il suo mentore Gregg Berhalter come allenatore. Poi ha portato i suoi talenti a South Beach nell’anno in cui i Crew hanno alzato la MLS Cup con tecnico colui che lo aveva avuto al college ad Akron. Non c’è dubbio che stia sognando un anello, magari con la sua nuova squadra.

Una ragione per cui potrebbero vincere: Reynoso ha già dimostrato ai playoff di possedere attimi d’onnipotenza.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: L’infortunio di Bakaye Dibassy ha danneggiato la loro tenuta difensiva molto più di quanto si sarebbe potuto pensare in precedenza.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Adalberto Carrasquilla (Houston Dynamo). Come sottolineato da Michele Giannone di TUDN nel podcast di Tom Bogert Managing Expectations, a volte si ha l’impressione che Minnesota si rifiuti di attaccare se non riescono a far passare il pallone tra i piedi di Emanuel Reynoso. Aggiungere un’altra testa pensante che per compiti e posizione possa non pestarsi i piedi con l’argentino potrebbe migliorare significativamente la pericolosità dell’attacco dei Loons.

 

7 – Real Salt Lake – 12V-11P-11S (1-2-2 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Pablo Ruiz (dalle statistiche tradizionali non esce molto, quelle avanzate lo premiano di più, ma in generale per capire perché parliamo del giocatore più importante di questa squadra e del simbolo del calcio di Pablo Mastroeni, leggete qui)

Storyline più interessante: La nuova proprietà ha investito come poche volte si era visto in precedenza, e anche se è presto per una rivoluzione completa delle ambizioni di franchigia, hanno incominciato riportando in Utah un beniamino dei tifosi come Jefferson Savarino. Il venezuelano ha segnato il gol che li ha consegnati alla post-season. Può rivelarsi clutch anche in un contesto da win or go home?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Da tifoso dei Mariners, non posso che benedirli con lo stesso slogan della franchigia MLB di Seattle: #EmbraceTheChaos

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Il caos non sempre ha la meglio, e loro oltre a quello non hanno molto altro.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Adilson Malanda (Charlotte FC). Il sample size è molto piccolo, bisogna dirlo, ma dal suo arrivo a Charlotte Malanda è stato uno dei migliori giovani difensori del campionato, sbagliando poco o nulla a livello di scelte. La coppia in difesa con Justen Glad potrebbe essere molto interessante e mischiare bene l’aggressività dello statunitense con le doti da leader del francese.

 

Bracket Preview

 

Los Angeles FC – Bye

X’s & O’s: L’era di Bob Bradley a Los Angeles, oltre ad essere stata l’unica nella storia della franchigia, era stata anche ricca di successi, ma era chiaro nella fase finale della sua avventura che entrambe le parti avessero bisogno di un nuovo inizio. Meno chiaro fin da subito era *quanto* nuovo sarebbe dovuto essere questo nuovo inizio per i californiani, e in particolare se questo futuro avrebbe dovuto prevedere la presenza di Carlos Vela, il cui contratto, abbiamo scoperto solamente a pre-season iniziata, sarebbe giunto alla conclusione nel giugno 2022. Il messicano però è ancora in black & gold, e se le sue prestazioni non vanno neanche vicine all’onnipotenza della stagione 2019, è ancora una parte importante dei meccanismi di squadra. La prima parte della stagione ci aveva dunque consegnato l’impressione che, sotto Steve Cherundolo, promosso dopo un’annata in USL con l’affiliata Las Vegas Lights, la squadra avrebbe mantenuto l’impronta data dall’ex tecnico dello USMNT, continuando la crescita di prospetti come Mamadou Fall e puntando molto sulla forma stratosferica di Christian Arango. Poi è arrivato il mercato estivo, e LAFC si è lanciata in una roulette di trasferimenti apparentemente senza fine, che potrebbe aver portato con sé più contraddizioni e dubbi da sciogliere che soluzioni. Un reparto in cui però la franchigia ha apportato pochissimi cambiamenti è il centrocampo, che ad esclusione dell’arrivo di un depth piece importante come Jhegson Mendez, è forse il singolo reparto più dominante dell’intera MLS. Ilie Sanchez è tornato a fare il perno basso del centrocampo, prendendo il posto di un giocatore fondamentale come Eduard Atuesta e non facendo assolutamente sentire la sua mancanza, Kellyn Acosta ha saputo apportare qualità alla squadra e José Cifuentes è con ogni probabilità il miglior centrocampista della lega. Per i losangelini portare la palla sui piedi dell’ecuadoriano o di Vela è fondamentale per avanzare con il pallone e si può tranquillamente dire che servirli negli spazi permettendo loro di creare è la singola arma segreta che ha avuto maggiore impatto nella costruzione di questa squadra da Supporters’ Shield. Un’altra eredità di Bob Bradley è stata rappresentata dalla crescita di Diego Palacios, con l’ex Willem II in grado di prendersi la fascia sinistra e di essere uno sfogo fondamentale della manovra sulla fascia. Palacios è un eccellente passatore e i suoi dati su praticamente qualsiasi metrica di passaggio lo indicano come uno dei migliori in MLS, specialmente nella sua ricerca di passaggi progressivi per cui è nel 86° percentile secondo fbref. Il più grosso dubbio riguardante le possibilità della franchigia nei playoff sarà il load management dell’attacco e la conformazione che verrà cercata da Cherundolo. Arango è stato il migliore attaccante della franchigia, ma per lunghi periodi dell’anno si parlava addirittura di una sua possibile cessione – il tecnico non avrebbe apprezzato le sue difficoltà difensive – mentre sugli esterni tutti sembrano partire davanti un Kwadwo Opoku che quest’anno è stato eccezionale, tanto che Cherundolo, anche dalla panchina, non ha mai rinunciato a dargli minuti importanti. Il ghanese classe 2001 è una garanzia di pericolosità ed è nel 96° percentile per non-penalty expected goals + expected assist. Mai come in questo momento la franchigia sembra aver bisogno di una gerarchia tattica e di un piano chiaro per poter portare a casa la MLS Cup.

La cabala: Un derby di Los Angeles come potenziale semifinale di conference? Sarebbe forse lo spettacolo più interessante di questi playoff, ma non sarebbe la prima volta che si svolgerebbe, per di più nella stessa esatta situazione, con LAFC squadra di casa dopo aver vinto il Supporters’ Shield, e nello stesso esatto round, dopo un passaggio del turno preliminare da parte dei più anziani ospiti. Nel 2019 fu l’ultima volta di Zlatan Ibrahimovic in MLS, uscito sconfitto e senza mostrare particolare grazia dal 5-3 del Banc of California Stadium. In regular season il record è di quelli che, nella nuova era senza regola dei gol in trasferta, avrebbe portato ai calci di rigore, con i Galaxy vincenti in casa 2-1 e LAFC capace di rispondere con un 3-2 nella downtown cittadina. Contro Nashville c’è meno storia. Sicuramente non ci sono scontri diretti ai playoff, dal momento che fino allo scorso anno l’expansion team occupava un posto nella Eastern Conference – che tornerà la sua casa nel 2023 – e che nessuna delle due è mai arrivata in finale di MLS Cup. La regular season è invece da prendere con le pinze. La vittoria in trasferta di Nashville all’ultima giornata gode del fatto che la partita avesse zero valore per i padroni di casa, che invece nella sfida al nuovissimo Geodis Park hanno vinto 2-1.

 

Los Angeles Galaxy vs Nashville SC

X’s & O’s: I Galaxy di Greg Vanney, così come qualche anno fa la Toronto di Greg Vanney, sono una squadra estremamente paziente nel possesso palla. Sono leader nella lega per numero di passaggi corti e di media distanza, e ovviamente nell’ultimo terzo della lega per numero di passaggi lunghi. Nei giorni peggiori del primo anno e mezzo di Vanney sulla panchina dei losangelini, però, questo stile di gioco sembrava ciò che tormenta gli incubi dei più ferventi critici del calcio di possesso. I Galaxy erano pazienti, ma forse troppo pazienti, fino al punto di risultare incredibilmente prevedibili. Le difese che si schieravano contro di loro con un blocco troppo basso avevano la vita troppo facile. Le ali non erano mai realmente un pericolo in isolamento, non c’era un un centrocampista capace con costanza di spezzare il ritmo e di percepire e sfruttare le piccole crepe che vengono naturalmente a crearsi in un blocco così arretrato – escludendo due geni come Victor Vazquez e Sacha Kljestan, a cui però la carta d’identità sta limitando sempre di più i minuti – e senza un pericolo pubblico come il Chicharito a scivolare come il serpente dell’Eden in mezzo all’area l’attacco sarebbe stato molto più asfittico. Era chiaro di cosa avessero bisogno questi Galaxy, e da tempo ormai: di velocizzare il gioco. La soluzione ai problemi dei losangelini è arrivata – a dimostrazione che certi luoghi comuni non aiutano la causa anti-tiki taka ad essere presa sul serio – da Barcellona. Per questi Galaxy Riqui Puig è la sincope all’interno del ritmo, è l’imprevedibilità che velocizza all’improvviso una striscia di possesso palla creando una concatenazione di vantaggi. Ogni considerazione tattica sugli LA Galaxy non può prescindere dal sottolineare come – forse per caso, visto che il GM Chris Klein ha messo in piedi uno dei sistemi di scouting più scheletrici della MLS, affidandosi quasi esclusivamente alle raccomandazioni degli agenti – il loro successo tattico degli ultimi mesi dipenda dalla ricerca dei profili perfetti, come anche i due free agent firmati ad inizio stagione Raheem Edwards e Mark Delgado e l’altro acquisto estivo che ha rivoluzionato la squadra, l’ex Pescara Gaston Brugman.

Nel periodo di maggiore difficoltà di Nashville SC in questo 2022 – e forse in tutta la loro avventura in MLS – nessuno al di fuori di Hany Mukhtar era in grado di segnare. Dopo la sconfitta contro Minnesota United, arrivata all’interno di una striscia negativa di sei risultati, Dax McCarty, uno dei leader dello spogliatoio, ha avuto modo di sottolineare l’eccezionalità del tedesco sottolineando quanto però non potesse tutto dipendere da lui: “se vogliamo avere successo, non possiamo permettere che Hany si porti sulle spalle tutto il peso e il carico che sta sopportando adesso. Non è sostenibile”. A quel punto della stagione Mukhtar aveva segnato 14 gol contro i 5 del secondo miglior marcatore – CJ Sapong. Nel momento di crisi maggiore nella storia della franchigia iniziava finalmente a farsi avanti lo spettro delle acquisizioni passate, il fallimento completo di Nashville nell’offrire a Mukhtar un partner affidabile, nonostante le cifre spese sui cartellini e sui contratti dei vari Pineiro, Cadiz e Loba fossero considerevoli. Eppure oggi Nashville è ai playoff, e fino all’ultima giornata ha avuto la possibilità di guadagnarsi il fattore campo. Chi nel frattempo ha alzato il proprio livello permettendo a Mukhtar di alleggerire il proprio carico? Beh, la risposta è: nessuno. Il secondo miglior marcatore della franchigia ha ancora cinque gol – ma a Sapong si è aggiunto Teal Bunbury – mentre Mukhtar ha conquistato la scarpa d’oro arrivando a quota ventitré. In questo momento palla al tedesco e pedalare è non ironicamente la prima, seconda e terza soluzione offensiva di Nashville. Il lavoro tattico di Gary Smith è stato profondamente deludente in questo 2022, anche perché ad un attacco ancora più scheletrico il tecnico non ha saputo affiancare la difesa eccezionale dello scorso anno. Nulla di cui preoccuparsi, sia chiaro, Nashville è stata la terza miglior difesa della Western Conference, ma alcune decisioni, tra cui la trade che ha portato Alistair Johnston a Montreal, hanno portato ad un leggero peggioramento della situazione generale che in fase di playoff e con un attacco così stitico potrebbero risultare zavorre ben più pesanti di quanto previsto.

La cabala: Anche qui, come detto, zero scontri ai playoff da tenere in considerazione. Non solo infatti Nashville è stata in un’altra conference in questi anni, ma nelle prime due stagioni di esistenza della franchigia del Tennessee i Galaxy non sono mai neanche stati in grado di qualificarsi ai playoff. Gli scontri diretti in stagione regolare sono stati all’insegna dei pochi gol, ma hanno premiato i Galaxy, capace di imporsi 1-0 in casa e di ritornare in California con un punticino dopo l’1-1 al Geodis Park.

 

FC Dallas vs Minnesota United

X’s & O’s: Il coaching tree di Gregg Berhalter ha iniziato ad espandersi solo dopo il suo arrivo sulla panchina dello USMNT ma in quelli che sono a tutti gli effetti due anni ha già portato ad ottimi risultati, visto che da esso si ramificano i due tecnici delle squadre arrivate rispettivamente seconda e terza nella Western Conference, entrambe dopo aver mancato di staccare il biglietto l’anno precedente. Se di Josh Wolff e Austin FC ci occuperemo tra poco, dobbiamo iniziare parlando di quello che sembra quasi un complotto organizzato dalla USSF per creare una sorta di “seconda squadra” di club per la nazionale. Dallas è molto attiva nel pressing, come lo USMNT, cerca uno stile di gioco basato sul possesso, come lo USMNT, ha come centravanti Jesus Ferreira – che in questo 2022 ha dimostrato di poter essere un vero numero 9 e non solo una seconda punta come era con Ricardo Pepi nel 2021 – e non vi dico quale nazionale parte con il figlio di David come punta, e ha in Paul Arriola un leader dello spogliatoio fortemente cercato e voluto – la trade imbastita per portarlo in Texas ha visto partire in direzione Washington DC un ammontare record di Allocation Money – come, insomma, ci siamo capiti. Se questa teoria del complotto fosse vera, ci sarebbero delle ragioni logiche per spiegare la scelta di Dallas come base di questo esperimento. Sappiamo bene della reputazione della franchigia come uno dei migliori settori giovanili del paese, e pur non avendo al di fuori dei due già citati altri potenziali elementi da nazionale nel breve termine – Lletget lo è stato fino a qualche mese fa, ma la sua assenza dalle convocazioni indica che altri giocatori sono saliti sopra di lui nelle gerarchie – Dallas è comunque tra le formazioni MLS che schierano più statunitensi nell’undici titolare. Volendo continuare su questa narrazione – che ci tengo a ricordare ho inventato io sul momento, quindi non prendetela sul serio – si potrebbe allora vedere nell’acquisto record della storia di FC Dallas, il classe 2001 argentino Alan Velasco, una sorta di surrogato di Christian Pulisic: l’esterno sinistro creativo con licenza di uccidere e la possibilità di uscire al di fuori del sistema ma che è comunque molto efficace anche al suo interno. Una cosa divertente, però, volendo chiudere questo paragone, è che al momento, forse a causa del fatto che certi meccanismi si sviluppano meglio con un lavoro giornaliero, guardare FC Dallas è più divertente che guardare la nazionale statunitense. Possono però avere la stessa efficacia in un contesto di partite singole ad eliminazione diretta?

Se vi è mai capitato di leggere qualcosa che io abbia scritto in questi anni sulla MLS, allora potreste conoscere uno dei miei pallini, ovvero sottolineare l’importanza che viene data ai numeri dieci tradizionali all’interno del contesto MLS, e di come questa importanza derivi direttamente dal particolare Salary Cap e dalla presenza dei Designated Player, che incoraggia ad accogliere in squadra dei giocatori in grado di cambiare una partita individualmente, con la loro presenza e con le loro qualità tecniche superiori alla media. Il trend è ancora decisamente in vita – il titolo di MVP e quello di capocannoniere hanno come protagonisti due esponenti della categoria – ma la crescente varietà tattica della lega e l’aumento degli investimenti sulla rosa sta aiutando a modificarne i contorni. Squadre più organizzate con un budget ridotto possono optare per profili alla Daniel Gazdag, o squadre disposte a spendere maggiormente possono decidere di usare fantasisti che partono dalla fascia come i due azzurri di Toronto. In questo senso, Minnesota United è l’esempio più chiaro ed evidente di questo trend storico all’interno della lega, e Emanuel Reynoso è il più numerodieciano tra i numeri dieci. Minnesota è al suo meglio quando la palla passa tra i suoi piedi e dunque quando la squadra riesce a sfruttare al meglio il centro del campo. Secondo i dati di Second Spectrum i Loons producono più tiri da cross nelle loro sconfitte che nelle loro vittorie, e dunque la loro abilità di passare attraverso il centro sarà fondamentale per comprenderne le chance di vittoria. Per amplificare le doti del loro fantasista, però, Minnesota ha bisogno di alcune individualità che siano ottimi giocatori lontano dalla palla, eccellenti tagliatori, calciatori in primo luogo intelligenti e che sappiano muovere il loro cervello alla stessa velocità del fantasista argentino. Troppo poco si è detto in questi anni dell’importanza di un giocatore come Robin Lod, che non a caso è ancora un convocato fisso della nazionale finlandese. Pressatore feroce – 92° percentile per shot-creating actions difensive, 89° per dribbling contestati – Lod ha un motore eccezionale – 88° percentile per tocchi nella propria area di rigore – e prima dell’arrivo di Luis Amarilla il finlandese aveva mostrato una notevole versatilità, risultando negli anni una delle migliori opzioni come punta in una squadra che ha sempre faticato enormemente nel trovare il suo numero nove sul mercato. Non aspettatevi nulla di estremamente complicato tatticamente da Minnesota, ma piuttosto una notevole enfasi sui duelli individuali, sulla verticalità e sul giocare diretti, perché è grossomodo il sunto delle idee tattiche di Adrian Heath uscito fuori da un suo rant tipo old man yells at clouds in una conferenza stampa in cui imputava agli opinionisti di “parlare troppo di tattica”. E visto che è lui a chiedermelo, per non farlo arrabbiare credo che mi fermerò qui.

La cabala: Zero incontri ai playoff nella storia delle due franchigie, che però hanno rischiato di andarci vicino nel 2020. Quell’anno infatti Minnesota riuscì a qualificarsi alla finale di conference dopo aver eliminato Sporting Kansas City ma dall’altro lato non trovò FC Dallas, bensì i Seattle Sounders, che si portarono con loro anche il fattore campo. Lo scontro del Lumen Field rappresenta sicuramente la pagina più dolorosa nella storia dei Loons, sconfitti 3-2 dopo essere stati in vantaggio per 2-0 fino al 75° minuto. Per quel che riguarda la regular season, a preoccuparsi potrebbero essere più i texani. In entrambi gli scontri diretti stagionali, infatti, gli ospiti hanno rubato il fattore campo, e se la vittoria di Dallas è più netta – 3-0, contro il 2-1 dei Loons – è vero che ad ospitare l’incontro saranno proprio gli ex Burn.

Austin FC vs Real Salt Lake

X’s & O’s: Ci sono tre spiegazioni possibili per la statistica abbastanza assurda che abbiamo citato come ragione per cui potrebbero non vincere di Austin: o sono incredibilmente fortunati, o hanno delle individualità talmente eccezionali a questo livello da permettere una naturale overperformance statistica, oppure sono necessari alcuni aggiustamenti ai vari modelli che ci permettono di analizzare le statistiche avanzate. Una delle tre deve essere, fosse anche parzialmente, la risposta, e più probabilmente la soluzione si può trovare in un cocktail delle tre opzioni esposte. La statistica è degna di nota su entrambi i lati del campo: nel 2022 Austin, infatti, ha oltre ad aver segnato 14.6 gol in più di quelli previsti dagli expected goals, ne ha subiti 5 in meno rispetto alla qualità delle conclusioni concesse. La loro differenza reti è stata un +16 quando, se il calcio fosse giocato da computer, avrebbero dovuto totalizzare un -4.2. Se siete quel tipo di persone particolarmente infuocate contro le derive nerd del calcio, allora potreste usare questo dato per sostenere che fbref e compagnia siano una truffa più grande degli NFT, ma in quel caso dovrei fermarvi perché Austin rappresenta – e non solo limitando la considerazione alla MLS – l’unico caso così incredibile di overperformance sul lungo periodo. Il candidato dunque spieghi il perché di questa differenza. La spiegazione più semplice è: hanno più giocatori rispetto alla media in grado di segnare gol assurdi. È una risposta semplice, ma non è del tutto priva di indizi. Sarebbe un errore però pensare che siano solo giocate individuali e individualistiche ad aver portato Austin fino a questo punto in appena la seconda stagione di esistenza. La squadra di Josh Wolff, ex assistente di Gregg Berhalter tra Columbus e USMNT, gioca il calcio più sexy della MLS. Tutti i componenti della squadra sono molto tecnici, estremamente intelligenti, capaci di scambiarsi la posizione e di muoversi all’interno di un sistema complesso. Nick Lima era stato protagonista dei primi esperimenti di Berhalter con lo USMNT, quando il tecnico provava ad utilizzare i falsi terzini alla maniera di Pep Guardiola, Alex Ring era un punto fermo del sistema NYCFC, Dani Pereira ha avuto un’incredibile stagione da sophomore, ed è eccezionale nel resistere al pressing avversario e nel pulire palloni da servire poi all’attacco. Lo stesso Sebastian Driussi non è semplicemente un grande cannoniere, un fantasista eccezionale, ma è anche un corridore dallo spirito indefesso sempre capace a liberarsi per ricevere e sempre disposto a percorrere quella traccia o quel taglio che possa creare scompiglio e un pericolo nella difesa avversaria, è il lupo che si mette in coda al branco per favorire il movimento dell’intera unità, ma è anche quello con la dentatura più affilata. È il facilitatore dei triangoli di passaggio e della fluidità del gioco posizionale di Austin, ma è anche l’obiettivo finale per cui quei triangoli e quella fluidità esistono nel sistema in primo luogo. Mai una battaglia per il titolo di MVP – pur simile in superficie – ha messo contro due modi di emergere dal contesto così diversi tra di loro.

Se fate parte del #TeamChaos, allora è chiaro già dall’anno scorso ormai che Real Salt Lake è la squadra che fa per voi. Bisogna specificare, però, che il caos qua sta nello spirito, nella mentalità da underdog che sembra essere il pane e burro di Pablo Mastroeni. Il caos sta nell’imperscrutabilità, nell’infinita lista di potenziali direzioni che una partita di Real Salt Lake potrebbe prendere. Calcisticamente, la franchigia dello Utah non è necessariamente la squadra più caotica di questa MLS. Non sono i Red Bulls, per capirci, e non ci vanno neanche vicini. Real Salt Lake non pressa molto, è sotto la media – sia pure in un campionato dove si pressa molto. La difesa è densa come quei milkshake in cui la cannuccia va usata più come cucchiaio che come tubo e non si fa problemi ad aspettare e recuperare il pallone anche molto bassa, questo fondamentalmente perché poi non si fa neanche tanti scrupoli su come riportare in avanti quel pallone. Non bisogna pensare infatti che RSL sia in tutto e per tutto anti-caotica, che pratichi un calcio positivista. La loro fiducia nelle capacità dell’intelletto umano di portare ordine nel mondo sembra essere ridotta. La parte caotica del loro gioco arriva infatti quando devono costruire l’azione. Real Salt Lake è una squadra di mediocri dribblatori – o comunque di giocatori che non la considerano come prima opzione – e il loro passing game è praticamente inesistente. Siedono confortabilmente nella seconda parte della MLS per live ball passes, e, come avrete potuto capire, privilegiano il pallone lungo. La squadra di Pablo Mastroeni è prima in MLS per passaggi lunghi e per percentuale di passaggi lunghi del portiere su situazioni diverse dalla rimessa dal fondo – 60%, e ovviamente sono primi anche per la lunghezza media, che si aggira intorno ai 46 metri. Il loro ricorso al gioco lungo è indiscriminato e non si basa sull’avere delle torri offensive in grado di controllare il pallone, avendo anche uno dei dati peggiori per quel che riguarda la percentuale di duelli aerei vinti – 47.4% – e per questo una fondamentale risorsa del loro gioco sta nell’attacco e nel recupero delle seconde palle.

La cabala: Prima qualificazione ai playoff nella storia di Austin, quindi niente eventuali scontri diretti di cui tenere conto. In stagione i due scontri diretti sono terminati in entrambi i casi con una vittoria della squadra padrona di casa, con Austin che ha regolato nettamente i conti vincendo 3-0 e Real Salt Lake che ha risposto con un 2-1 in quel fortino che è stato l’ex Rio Tinto Stadium – ha cambiato nome proprio nelle ultime settimane in America First Field – e che però non vedrà altre partite nel corso della stagione, essendo stata Real Salt Lake la squadra col punteggio più basso a qualificarsi alla post-season.

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