Guida ai playoff MLS 2022 – la Eastern Conference

Nel weekend partiranno ufficialmente i playoff MLS. Ad aprire le danze del ballo più pazzo del mondo calcistico sarà la Eastern Conference, con lo scontro tra New York Red Bulls e FC Cincinnati nel pomeriggio del sabato italiano. E dunque noi proprio dalla Eastern Conference partiamo per analizzare i playoff della Major League Soccer. Tutte le squadre, tutti gli scontri diretti, tutti i principali temi della post-season. Andiamo dunque ad incontrare le squadre protagoniste di questo mese di fuoco.

 

1 – Philadelphia Union – 19V-10P-5S (3-1-1 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Andre Blake (10.29 g+, secondo migliore tra i portieri, primo per post-shot xG – gol subiti con +7.8)

Storyline più interessante: Una delle migliori stagioni offensive nella storia della lega e una delle migliori stagioni difensive nella storia della lega possono rappresentare il viatico giusto affinché si compia finalmente il #process degli Union di Jim Curtin?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Sono il migliore attacco della lega, e non lo sono per caso: riescono consistentemente a creare occasioni di tiro di qualità migliore rispetto al resto della MLS, guidando la lega per npxG/tiro.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Hanno non ironicamente tre difensori centrali. Hanno ceduto Stuart Findlay per fare spazio ad un homegrown come Brandan Craig, ok, ma anche includendo il classe 2004 non hanno quattro giocatori testati. Il quarto centrale è Abasa Aremeyaw, diciannovenne ghanese ex Zilina che deve ancora esordire in MLS. Ai playoff non serve necessariamente una grande profondità di rosa, ma una cosa è essere poco profondi una cosa è avere lo spessore di carta velina.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Cristian Roldan (Seattle Sounders). Come si migliora una squadra che ha terminato la regular season con il miglior attacco e la miglior difesa del campionato? Forse l’unico modo, vista la storia della squadra ai playoff, è aggiungere un giocatore di enorme esperienza, un fit perfetto per una cultura come quella di Philadelphia, nonché, neanche troppo incidentalmente per una squadra del genere, un eccellente pressatore dotato di grandissima intelligenza nei movimenti.

 

2 – CF Montreal – 20V-5P-9S (4-1-0 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Wilfried Nancy (non è scritto da nessuna parte che gli allenatori non possano essere candidati)

Storyline più interessante: Djordje Mihailovic può salutare Montreal prendendosi sulle spalle la squadra come faceva prima di infortunarsi il giugno scorso?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Dopo l’infortunio che l’ha privato di una stagione potenzialmente da MVP, Djordje Mihailovic sembra aver ritrovato la forma di inizio stagione.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Non sono mai passati attraverso la centrifuga dei playoff, e la loro mancanza d’esperienza potrebbe farsi sentire nei momenti cruciali.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Stefan Frei (Seattle Sounders). Nelle ultime due stagioni Montreal ha alternato in porta tra Sebastian Breza e James Pantemis, e nessuno dei due ha mai dato tutte le garanzie possibili. Fuori dai playoff sono rimasti un paio di portieri decisamente interessanti. Qui prendiamo Frei, ma anche Eloy Room sarebbe un significativo upgrade.

3 – New York City FC – 16V-7P-11S (3-1-1 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Valentin Castel… ah no, se ne è andato. Allora Santi Rodriguez (13 assist, top 5 in MLS)

Storyline più interessante: Ci si può veramente confermare in cima pur essendo privi dell’allenatore e della stella della squadra campione nel 2021?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Entrano nella post-season con una delle forme recenti migliori, e la vittoria della Campeones Cup sembra averli risvegliati.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: L’infortunio di Talles Magno sembra bruttino e, rispetto allo scorso anno, il brasiliano non è semplicemente l’equivalente calcistico del sigaro di Red Auerbach, ma forse il fattore segreto dietro una potenziale deep run dei newyorchesi.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Diego Rubio (Colorado Rapids). Il vuoto a forma di Taty non si può veramente colmare, ma almeno con un attaccante del genere con l’ottima forma mostrata in stagione si può fare in modo di essere interessanti e imprevedibili senza di lui, anche perché comunque parliamo di un giocatore mobile, tecnico ed intelligente.

 

4 – New York Red Bulls – 15V-8P-11S (2-0-3 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Lewis Morgan (17 gol+assist, nessuno in squadra ne ha più di 7)

Storyline più interessante: In un contesto naturalmente caotico come i playoff MLS, una squadra che non ha banalmente adottato il caos, ma che ci è nata è quella meglio equipaggiata per uscirne fuori viva?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Corrono come matti e sono estremisti fino ai limiti del fondamentalismo.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Quanto scritto sopra, ma con una connotazione negativa.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Jeremy Ebobisse (San José Earthquakes). I Red Bulls sono orfani di un nove stabile grossomodo dai tempi di Bradley Wright-Phillips. Qualcuno potrebbe dire che in un sistema caotico come quello di Gerhard Struber un attaccante più vicino ai venti che ai dieci non serve, ma chi si ricorda Daryl Dike al Barnsley sa che in squadre di questo tipo un attaccante che non si fa troppi problemi a tirare anche a costo di risultare monodimensionale fa sempre comodo, ed Ebobisse è senza dubbio il migliore tra quelli rimasti fuori.

 

5 – FC Cincinnati – 12V-13P-9S (3-1-1 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Luciano Acosta (19 assist, primo in MLS)

Storyline più interessante: Dopo tre cucchiai di legno nelle prime tre stagioni in MLS, Cincinnati si è affidata al modello Philadelphia e già al primo anno coach Pat Noonan e il GM Chris Albright sono riusciti nel traguardo playoff. Con un ambiente, una squadra e un gran numero di singoli completamente rivitalizzati, il loro lavoro è già un successo. Possono aggiungere un trofeo per renderlo definitivamente speciale?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Non c’è in MLS un tridente che abbia messo insieme i numeri di Brenner, Brandon Vazquez e Lucho Acosta. Quest’ultimo è stato leader della lega in assist e gli altri due, entrambi con 18 reti a testa, sono finiti subito dopo il trio di testa – e di candidati al titolo di MVP – nella corsa alla Golden Boot. Non puoi limitarti a fermarne solo uno. Devi fermarli tutti e tre.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Solo Columbus Crew e New England Revolution sono nella stessa stratosfera di Cincinnati per quel che riguarda i punti persi da situazione di vantaggio, e le altre due squadre non solo sono state eliminate ai playoff, ma sono state forse le due principali sorprese in negativo della lega.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Brandon Bye (New England Revolution). Quest’anno sulla fascia destra il titolare di Cincinnati è stato Alvas Powell, e la sua riserva un giocatore come Raymond Gaddis che ha saltato tutto il 2021 dopo aver annunciato il proprio ritiro dal calcio giocato. Se non un titolare, quantomeno un po’ di copertura potrebbe risultare utile.

6 – Inter Miami – 14V-6P-14S (4-0-1 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Gonzalo Higuain (16 gol, 14 nella seconda metà di stagione)

Storyline più interessante: Dopo due anni in MLS francamente deludenti e dopo aver perso il posto ai danni di Leonardo Campana, Gonzalo Higuain si è rimesso in piedi lavorando sul suo fisico come forse non ha mai fatto – sinceramente neanche a Napoli lo ricordavo così tirato – e si sta regalando un semestre d’addio al calcio da sogno. Può completare la sua ultima impresa ed eternarsi nel pantheon sportivo di Miami?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Non credo si sia parlato abbastanza di che grande coppia di centrocampo sia quella brasiliana formata da Gregore e Jean Mota.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: L’ottima stagione regolare ha fatto ricredere un po’ tutti, me incluso, sulle capacità di Phil Neville. Tutti quanti però possono avere una grande stagione, e personalmente comunque credo che il roster di Miami fosse molto migliore di quanto si potesse pensare. Il tecnico inglese sarà sempre comunque quello che ha più da giocarsi. E pur riconoscendogli notevoli miglioramenti, non sono sicuro sia pronto per fare il salto di qualità.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Julian Gressel (Vancouver Whitecaps). Semplicemente, se ho Gonzalo Higuain e Leonardo Campana voglio offrire loro uno dei migliori crossatori della lega. Che sia teso per un colpo di testa o rasoterra per un taglio sul primo palo, semplicemente non c’è nessuno in MLS in grado di creare separazione e calciare con la costanza e la qualità del tedesco. Non tra le squadre che restano fuori dalla post-season, almeno.

 

 

7 – Orlando City – 14V-6P-14S (2-0-3 nelle ultime cinque)

MVP della regular season: Facundo Torres (17 gol+assist)

Storyline più interessante: Solo due squadre hanno vinto nello stesso anno la MLS Cup e la US Open Cup, e nessuno ci riesce dal 2005. Può essere Orlando ad interrompere questa striscia negativa?

Una ragione per cui potrebbero vincere: Con la partita in bilico possono sempre buttare in campo Benji Michel, e come la finale di US Open Cup ci ha dimostrato, il Dawg scorre potente in lui.

Una ragione per cui potrebbero non vincere: Sono estremamente umorali. Ogni elemento della squadra, dai calciatori allo staff tecnico, sembra costantemente inveire contro una non meglio identificata ingiustizia. Sembra di stare in un panel di Fox News sul tema cancel culture. Nel 2020 questa aggressività ha rischiato di costare loro caro nel primo turno dei playoff contro NYCFC, portando ai calci di rigore una partita che avrebbero potuto chiudere molto prima. Nel 2021 è stata una delle ragioni principali della loro eliminazione. E l’impressione è che in questo 2022 non si siano affatto calmati.

Un giocatore di una squadra eliminata che potrebbe aiutarli: Marcelino Moreno (Atlanta United). Guardare una partita di Orlando City è noioso. Difficile e forse anche superfluo cercare altre parole. Orlando fatica a far salire il pallone e un giocatore come Moreno, tra i migliori in MLS per progressive carries, potrebbe facilitare e di molto la manovra della squadra, permettendo di mettere in movimento i propri attaccanti in maniera dinamica.

 

Bracket Preview

 

Philadelphia Union – Bye

X’s & O’s: Non è facile decidere da dove iniziare per parlare dei Philadelphia Union, perché parliamo della franchigia che da anni ormai è tatticamente e strutturalmente la più interessante della MLS, e che se è vero che le leghe professionistiche americane sono spesso delle copycat league, allora da qualche anno ormai Philadelphia è la prima della classe. Quest’anno Jim Curtin e Ernst Tanner hanno forse perfezionato il loro meccanismo, rendendosi protagonisti di una delle migliori stagioni difensive – 26 gol subiti – e di una delle migliori stagioni offensive – 72 gol segnati – nei quasi trent’anni di storia della lega. Gli ingredienti della ricetta sono ormai conosciuti alla perfezione da tutti eppure, come la finta di Arjen Robben, non riescono ad essere disinnescati accuratamente da nessuno. Il rombo di centrocampo, la pressione alta, la ricerca di un gioco verticale e la refrattarietà al possesso non sorprendono più nessuno. Se qualcosa ha sorpreso degli Union 2022 però, è stata probabilmente la qualità delle performance individuali – e questo rappresenta con ogni probabilità l’ultimo step del progetto tecnico degli Union, che sul mercato quest’anno ha investito come mai fatto nella storia di uno dei lower spenders storici della lega. Daniel Gazdag è esploso nella stratosfera dopo una prima stagione in MLS che aveva spinto una parte della tifoseria locale a chiedersi se fosse veramente la soluzione per il post-Aaronson – Brenden, perché il fratello minore Paxten è ancora in zona – e con i suoi inserimenti a riempire lo spazio lasciato vuoto dalle due punte Julian Carranza e Mikael Uhre ha raccolto 22 reti, un record di franchigia. Kai Wagner potrebbe tranquillamente diventare il primo Defender of the Year a vincere il premio principalmente per il suo contributo offensivo – 15 assist per il terzino sinistro, ormai atteso al salto in un campionato top europeo – e se non riuscisse ad ottenere il premio potrebbe tranquillamente essere per merito di un suo compagno di squadra, Jakob Glesnes, che quest’anno non ha segnato gol pazzeschi da un altro codice postale ma che è stato l’unico giocatore di movimento a giocare ogni minuto della regular season. Infine, stiamo terminando le parole per parlare di Andre Blake, che non solo dominerà come è giusto che sia la categoria di portiere dell’anno, ma è stato con ogni probabilità il primo portiere legittimamente candidabile come MVP da quando Tony Meola vinse effettivamente il premio nel 2000.

La cabala: Qualunque sia l’avversaria che toccherà agli uomini di Jim Curtin, la sfida sarà a livello di narrazione una delle più interessanti di questi playoff. I Philadelphia Union sono infatti legati con entrambe le realtà che potrebbero sfidare. Con i Red Bulls il legame è di tipo stilistico: gli Union sono la cosa più vicina tatticamente che esista in MLS al simil-Skyball dell’ex tecnico del Barnsley e sono gli unici ad avvicinarsi alla percentuale di passaggi completati, la peggiore in MLS da cinque anni a questa parte, della franchigia con base ad Harrison. Con Cincinnati il legame è a livello di coaching tree. Nel suo processo di ricostruzione la franchigia dell’Ohio si è di fatto affidata al numero due del GM degli Union Ernst Tanner per la costruzione del roster e al vice di Jim Curtin per l’aspetto di campo. E proprio Cincinnati è stata una delle squadre a far soffrire maggiormente Philadelphia quest’anno, rimanendo addirittura imbattuta, avendo vinto 3-1 in casa e pareggiato in quel di Chester. I Red Bulls sono invece stati sconfitti alla Red Bull Arena, ma hanno fermato Philadelphia 1-1 in trasferta. I due scontri diretti ai playoff risultano ancora più indigesti ai newyorchesi. Nel 2019 Philly passò dopo una partita folle, finita 4-3 con anche un gol della meteora Marco Fabian. Nel 2021 invece una partita molto noiosa finì ad un passo dai calci di rigore con l’Hail Mary di Jakob Glesnes.

 

New York Red Bulls vs FC Cincinnati

X’s & O’s: Cosa è rosso e talmente tanto separato dal resto della categoria da sembrare un watermark del sito che ha prodotto l’immagine piuttosto che una delle squadre in analisi? Ma i New York Red Bulls in una qualsiasi statistica sul pressing, ovviamente. Se la scuola di calcio Red Bull sembra fatta di squadre che per principio che non possono scendere in campo senza essersi imbottiti di bevanda energetica, allora i Red Bulls, grazie al lavoro di Gerhard Struber, ex tecnico del Barnsley e teorico dello Skyball, ne sono la versione hyperpop/digicore: la velocità è aumentata fino a sembrare come distorta da glitch e 808 dilaniate, e il pallone altro non è che un mezzo attraverso cui creare la prossima pressione nell’ultimo terzo avversario. I numeri sui passaggi dei Red Bulls sono esilaranti: solo cinque squadre nella storia della MLS hanno concluso una stagione con una percentuale di passaggi completati inferiore al 70%, e quelle squadre sono le ultime cinque edizioni dei Red Bulls. Il loro dato di passaggi completati rispetto a quelli attesi è di -375, che è un dato assolutamente ridicolo ed esilarante, dal momento che la franchigia più vicina è DC United con -189, e che questi ultimi si trovano in quella posizione solo perché sono scarsi. Ovviamente, non devo dirvelo io, sono anche i primi in MLS per distanza e verticalità dei loro passaggi. Difficilmente possiamo aspettarci aggiustamenti o adattamenti tattici in vista dei playoff. Struber ha dimostrato di voler vivere e morire delle proprie idee e di essere molto schematico anche nell’approccio al micro-managing e al flusso della partita, e una delle maggiori critiche che ha ricevuto in questi mesi riguarda il suo piano gara, praticamente sempre identico anche nelle singole sostituzioni e nei momenti in cui avvengono – Tom Barlow, ad esempio, ha giocato in tutte le partite della regular season tranne l’ultima, ma è partito titolare solamente otto volte.

La domanda che tutti ci siamo posti prima o poi quest’anno è stata quanto di Jim Curtin e dei Philadelphia Union ci fosse nella nuova FC Cincinnati di Pat Noonan. La domanda è anche arrivata ad uno dei Q&A di Backheeled ed in effetti è legittima, perché raramente in MLS avevamo visto 1) squadre dall’identità tattica così ben radicata e 2) franchigie che decidessero di imitarne l’impostazione così pedissequamente. La risposta alla domanda è con ogni probabilità la migliore che un tifoso possa attendersi, ovvero che certo quello stile di gioco è l’ispirazione, ma che Pat Noonan lo ha modellato intorno alla conformazione della sua squadra. È una risposta positiva perché indica due qualità positive in un allenatore, ovvero la capacità di avere dei principi di gioco su cui fondare le proprie squadre, ma anche l’intelligenza di adattarsi al materiale a disposizione senza voler forzare dei cubi dentro una forma circolare. All’ex assistente di Jim Curtin è bastata una sonora ripassata nella prima partita di regular season contro Austin per abbandonare il piano del diamante di centrocampo e dare forma ad un 3-4-1-2 con un double pivot meno dinamico a centrocampo e con un trio d’attacco più tradizionale, in cui il trequartista svolge compiti più classici da numero 10 e le punte seguono movimenti sincronizzati che paragonerei per precisione alla coppia Cagnotto-Dallapé, se non fosse che in questo caso il successo è garantito dal muoversi in direzioni opposte. Questa Cincinnati condivide con Philadelphia la refrattarietà al possesso, una delle peggiori percentuali di pass completion nella lega e alcune tipologie di giocatori, come il mediano distruttore di gioco – gli scouting report di José Andres Martinez e Obinna Nwobodo sono simili fino a sembrare creepy – o l’esterno sinistro a tutto campo iper-offensivo – e qui c’è un capolavoro di Noonan nell’aver adattato un’ala fumosa come Alvaro Barreal nella versione Skyline Chili di Kai Wagner – ma è anche una squadra che ha saputo differenziarsi ed adattarsi ad un contesto diverso dal suo modello. In particolare il già citato ruolo del tridente è completamente differente. Lucho Acosta è tornato ad essere quel numero 10 creativo che è il ruolo fondante della MLS 4.0 – o di qualsiasi .0 siamo arrivati adesso – ed è stato leader della MLS in assist. In attacco Brandon Vazquez e Brenner sono stati centravanti dediti al gol prima che a qualsiasi altra cosa, e proprio la rigenerazione del brasiliano rappresenta un altro segno dell’ottimo lavoro di Noonan. Fino a giugno scorso Brenner ancora non aveva segnato e sembrava aver richiesto la cessione. Eppure Brenner non solo è rimasto, ma ha anche chiuso la stagione con 18 gol, molti dei quali arrivati in tremende sfuriate nel corso di brevi periodi di forma, con ben tre triplette e due doppiette.

La cabala: Non avete bisogno che io vi dica che non esistono precedenti tra le due squadre ai playoff, perché anche avendo i Red Bulls la striscia attiva di qualificazioni consecutive più lunghe nella lega, Cincinnati nei suoi primi tre anni di storia è stata un incendio di pneumatici incapace di spegnersi, ed è sempre terminata nelle ultime tre posizioni. Abbiamo comunque i risultati di questa regular season da poter prendere in analisi, che però ci raccontano una storia all’insegna dell’equilibrio assoluto, essendo entrambe le partite finite 1-1. C’è però un precedente interessante: Nel 2017 furono proprio i Red Bulls a porre fine alla favola di FC Cincinnati, allora in USL e arrivata fino alla semifinale di US Open Cup. Quella deep run da underdog, e la quantità di pubblico attratta dalla squadra, furono una delle ragioni che spinsero la MLS ad espandersi proprio a Cincinnati.

 

New York City FC vs Inter Miami

X’s & O’s: Ci sono tre grandi divisioni all’interno della stagione di New York City FC. Si può quasi arrivare a dire che cercare di riunire in un discorso unitario l’annata dei newyorchesi sia impossibili, tali e tante sono le differenze causate 1) dall’addio di Ronny Deila 2) dal passaggio al Girona di Valentin Castellanos – ma queste due possono essere sovrapposte, visto che sono avvenute a poche settimane di distanza – e 3) dall’infortunio di Keaton Parks. Stiamo parlando rispettivamente dell’allenatore, del miglior giocatore e del barometro della squadra campione della MLS nel 2021, e non è un caso se quando tutte e tre queste personalità sono venute a mancare, la squadra sia crollata al punto da farne potenzialmente dubitare la qualificazione ai playoff. Difficile dare particolari colpe a Nick Cushing, l’ex tecnico del Manchester City femminile promosso capo allenatore dopo essere stato vice di Deila, perché anche se sotto di lui la squadra ha vissuto una striscia di nove partite con sette sconfitte e una sola vittoria, la sua era una situazione complicata. Proprio per facilitare almeno una delle tre transizioni che la squadra si è trovata ad affrontare, Cushing ha deciso di replicare quasi in toto il sistema di Ronny Deila, che a sua volta è un sistema fortemente imbevuto di principi da City Football Group. L’unica maggiore differenza è che negli ultimi mesi New York ha aumentato il suo pressing, pur rimanendo generalmente sotto la media MLS. Per sbloccare il potenziale di questa squadra, con ogni probabilità, era necessario il ritorno di Keaton Parks, sceso di nuovo in campo per la prima volta negli scampoli dell’ultima sconfitta di NYCFC contro Charlotte e tornato titolare e decisivo in entrambe le fasi di gioco – è troppo tardi per un biglietto in Qatar? – e forse ancora di più, a livello emozionale, la vittoria nella Campeones Cup contro l’Atlas dopo cui i campioni in carica hanno inanellato tre vittorie consecutive per mettere al sicuro i playoff e un fattore campo al primo turno.

Phil Neville arriva alla trasferta di lunedì prossimo al Citi Field con qualche certezza granitica ma anche qualche bivio tattico importante. Da una parte ha la sicurezza di avere l’attaccante più in forma del campionato e che sul terreno di gioco stretto del Citi Field – non stretto come lo Yankee Stadium, ma si tratta comunque di un campo da baseball – con una squadra che predilige giocare con una linea difensiva molto alta, avere come principale rifornitore di palloni a Higuain un gunslinger come Alejandro Pozuelo è già da sola una strategia offensiva che non può certo garantire la vittoria ma che comunque ti assicura anche da sola un discreto livello di pericolosità. Dall’altro, il dubbio e l’incertezza concerne come mettere in azione questo meccanismo e soprattutto che contesto costruirgli intorno, e di conseguenza quale debba essere il piano B qualora New York City – e soprattutto il mostruoso Alexander Callens di questo 2022 – riuscisse a sporcare i palloni diretti all’argentino. L’opzione classica durante l’anno – e quella che aveva causato anche la perdita del posto da titolare di Higuain ai danni di Campana – era stata un 4-2-3-1 con il double pivot brasiliano formato da Gregore e Jean Mota e con esterni una varietà di tipologie di giocatori ancora prima che di individui, dalle ali dribblomani alla Robert Taylor, agli attaccanti esterni tipo Ari Lassiter, fino ad arrivare a creatori di gioco adattati sulla fascia così da creare opzioni aggiuntive in fase di possesso come Bryce Duke – scelta quest’ultima resa necessaria dalla trade per Pozuelo prima di cui però il classe 2001 ex Barça Academy stava avendo una crescita e una stagione eccezionali – e addirittura a punte fatte e finite come Leonardo Campana. Recentemente, però – e per “recentemente” intendo proprio le ultime tre partite di stagione regolare – proprio la necessità di inserire più giocatori all’interno di sistemi e compiti più adatti alle loro caratteristiche ha portato Neville ad abbandonare gli esterni per spostare Bryce Duke accanto alla coppia brasiliana di centrocampo e Leonardo Campana a condividere spazi vitali – senza pestarsi i piedi però, a giudicare dalla doppia doppietta contro Orlando City – con Gonzalo Higuain.

La cabala: Grossomodo l’unica cosa che hanno in comune queste due franchigie è essere state indicate in diversi momenti come gli approdi più probabili di Lionel Messi in MLS. Siamo nel 2022 e Lionel Messi ancora non è arrivato in MLS, e non sembra doverlo fare neanche nel 2023, come sembrava dato per scontato fino a qualche mese fa. In realtà però le due squadre un’altra cosa in comune la hanno: nelle loro sfide in questo 2022 ha regnato non l’equilibrio quanto piuttosto il perfetto bilanciamento. Entrambe le squadre hanno vinto in casa. C’è da dire però che i newyorchesi hanno saputo segnare due gol in entrambe le occasioni, mentre nella sua trasferta a nord Miami è rimasta a secco – 3-2 a Fort Lauderdale, 2-0 nella Grande Mela.

CF Montreal vs Orlando City

X’s & O’s: Dopo aver sostituito Thierry Henry ad appena nove giorni dall’inizio della pre-season 2021, Wilfried Nancy ha fatto un lavoro enorme nel costruire una squadra versatile che sapesse sfruttare al meglio le caratteristiche dei propri giocatori. Dopo quattro stagioni passate a fare da vice al ritmo di un capo allenatore diverso per annata, Nancy ha implementato un sistema in cui giocatori con caratteristiche completamente differenti sanno scambiarsi posizione e sostituirsi gli uni agli altri senza perdere l’efficacia e alcuni principi di gioco, come la difesa a tre, l’alternare un esterno più difensivo sulla fascia destra – anche se per Alistair Johnson sarebbe meglio dire “più completo” – ad uno più offensivo sulla sinistra – spesso, come nel caso di Lassi Lappalainen, anche adattato – e il gioco di passaggi molto corto – Montreal è terzultima per lunghezza media dei passaggi e quarta per numero di passaggi corti completati. La dimostrazione più evidente dell’efficacia del sistema messo a punto dal tecnico francese sta nella gestione dell’infortunio del giocatore più talentuoso della squadra. Djordje Mihailovic si è infortunato a giugno dopo una prima parte di stagione da MVP e di fatto non è ritornato nel pieno della forma fino agli ultimi scampoli di stagione regolare, eppure Montreal non solo non ha perso il suo ritmo, ma se possibile è anche migliorata, finendo in maniera molto forte la regular season. Uno dei mezzi con cui Nancy ha saputo colmare l’assenza di Mihailovic è stato lo spostamento di un elemento del trio offensivo a centrocampo, passando così da un 3-4-3/2-1/1-2 – è sempre la scelta dei titolari ad indicare la conformazione del tridente – ad un 3-5-2 in cui Kamal Miller, naturalmente ibrido tra centrale e terzino sinistro, ha più libertà come braccetto di difendere in avanti gli spazi lasciati vuoti dalle scorribande dell’esterno. Il metodo Nancy crea all’interno della franchigia, una mentalità da “next man up” che, in cambio di un sistema solido e memorizzabile permette a chiunque venga chiamato a giocare da titolare di inserirsi apparentemente senza fatica, come se non avesse fatto altro per tutta la vita. Impressionante in questo senso il ruolo che con il passare della stagione ha preso Kei Kamara, per certi versi erede delle redini tecniche della squadra lasciate da Djordje Mihailovic. La leggenda sierraleonese, ritornato in MLS dopo un semestre in Finlandia, non giocava così tanti minuti e non segnava a queste cifre dal 2019 e solamente sotto Gregg Berhalter nella sua prima grande stagione a Columbus nel 2015 aveva raccolto un numero maggiore dei 7 assist del suo 2022, mostrando i segni di una seconda giovinezza che sicuramente è stata coltivata e supportata dal sistema di squadra.

Abbiamo già accennato al fatto che veder giocare Orlando City non è necessariamente l’esperienza più esaltante possibile, ma il lato che forse andrebbe puntualizzato è che Orlando è, di solito, particolarmente noiosa da vedere in trasferta. Oscar Pareja ha una storia, tra playoff e regular season, di giocare con un blocco basso e comunque in maniera più conservativa quando è in trasferta, e sarebbe sorprendente se approcciasse alla sfida contro Montreal in maniera significativamente diversa – visto che anche come indicazione generale la franchigia è abbastanza refrattaria al pressing. Orlando gioca con un 4-2-3-1 in cui il double pivot si tiene sempre molto basso, a coprire la difesa e a recuperare palloni. Cesar Araujo è stato uno dei migliori interditori del campionato ed è un giocatore estremamente intelligente mentre Junior Urso è più un tradizionale box to box che ama proporsi anche in fase offensiva. La larghezza del campo viene ricercata e sfruttata soprattutto dai terzini, con Ruan che è uno dei giocatori più veloci del campionato e Moutinho che possiede ottime abilità nel cross sia con i piedi che con le mani da situazione di rimessa laterale. Agli esterni d’attacco è infatti richiesto di giocare nei mezzi spazi con lo sguardo e il corpo rivolto verso il centro del campo, e la creazione di azioni pericolose è spesso lasciata alle pazienti combinazioni tra i quattro giocatori offensivi, con Ercan Kara che pur essendo fisicamente possente è un centravanti che ama dialogare con il pallone, con una buonissima tecnica nel controllo e nei passaggi di prima e la cui protezione del pallone permette agli esterni di girargli attorno come zanzare intorno ad una barba rasata male e con molti tagli. Orlando è particolarmente pericolosa quando riesce a dare a queste sue combinazioni quel cambio di passo che, come dimostra lo splendido gol segnato contro i Crew per cui tenterei anche la vertiginosa definizione di wengeriano – non picchiatemi, lo so che è un paragone pesante – viene spesso dato dai giocatori più tecnici ed intelligenti della squadra, il trequartista Mauricio Pereyra e l’esterno Facundo Torres.

La cabala: Questa stagione Montreal è stata una delle squadre con il miglior rendimento in trasferta, ma questa forma non ha avuto particolari effetti in quel di Orlando, dove gli ex Impact sono stati sconfitti 2-0 – una partita che si inserisce all’interno di un trend più ampio di difficoltà dei canadesi nelle partite contro squadre da playoff, che hanno battuto solo cinque volte di cui tre nei primi due mesi della regular season. In casa invece Montreal ha saputo far valere il fattore campo, vincendo con un netto 4-1. Precedenti ai playoff teoricamente non ce ne sono, ma è da ricordare il precedente del MLS Is Back Tournament dell’estate 2020, in cui Orlando eliminò Montreal nel primo turno ad eliminazione diretta di un torneo che l’avrebbe vista arrivare in finale.

 

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