Lo strano caso di Alejandro Zendejas

Nel percorso di avvicinamento ai prossimi mondiali, la vicenda riguardante l’eleggibilità per la nazionale ecuadoregna del ventitreenne difensore del Leon Byron Castillo ha ricevuto attenzione a livello internazionale vista la minaccia che sembrava portare sulla partecipazione della nazionale sudamericana. Ma quella di Castillo non è l’unica vicenda di eleggibilità ad aver avuto per protagoniste nazioni qualificatesi per la competizione qatariota. Nelle ultime settimane, infatti, un pasticcio a livello comunicativo da parte della federazione calcistica messicana ha portato alla scoperta di un’irregolarità – questa sì certificata – riguardante la selezione del calciatore del Club America Alejandro Zendejas con la nazionale allenata da Gerardo Martino, e anche se questa irregolarità, possiamo dirlo con sicurezza già adesso, non risulterà in alcun modo in rischi di squalifica dal mondiale per la nazionale messicana, ha riaperto completamente dal nulla la questione di uno dei dual-national più promettenti contesi tra Messico e Stati Uniti.

 

Alejandro Zendejas Saavedra è nato a Ciudad Juarez nel febbraio 1998, ma come la promessa dello USMNT Ricardo Pepi è cresciuto nella confinante città statunitense di El Paso, e proprio come Pepi è entrato a far parte del settore giovanile di FC Dallas, firmando anche un contratto da homegrown player e raccogliendo otto presenze in prima squadra con i texani tra la stagione 2015 e quella 2016. Nel 2015 Zendejas fece anche parte della nazionale statunitense che rappresentò, venendo eliminata nella fase a gironi, gli Stati Uniti ai mondiali Under 17 in terra cilena, e con lui in squadra c’erano volti conosciuti dello USMNT di oggi come Christian Pulisic, Tyler Adams, Luca De La Torre e Haji Wright. L’anno successivo però, Zendejas decise di lasciare Dallas e di firmare con uno dei club più importanti e leggendari del calcio messicano, il Chivas. Per entrare a far parte del leggendario club di Guadalajara, che come è noto fa giocare esclusivamente calciatori messicani, Zendejas ha dovuto firmare un accordo in cui si impegnava a rifiutare da quel momento in poi tutte le convocazioni da parte della nazionale statunitense.

 

Da quel momento in poi il nome di Zendejas ha smesso di circolare all’interno della fanbase statunitense, dando per scontato che quello rappresentasse uno dei tanti casi di dual national che decidono di rappresentare il Messico piuttosto che lo USMNT. Il suo nome è scivolato via dall’attenzione pubblica e i suoi progressi, a dir la verità in una prima fase più lenti di quanto ci si potesse attendere, come confermato dalle poche presenze con le giovanili messicane, sono stati dimenticati. Dopo aver faticato ad entrare nelle rotazioni dei giganti centroamericani, comunque, Zendejas ha saputo ricostruire la sua carriera da professionista lontano dallo strisciato biancorosso del Chivas, prima in prestito in Ascenso MX con la maglia dello Zacatepec, e poi a titolo definitivo con il Necaxa nella massima divisione del calcio statunitense.

 

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Aletta dribblomane dal piede vellutato e con la tendenza a giocare a piede invertito per rientrare e colpire con il suo sinistro, Zendejas si è rivelato come uno dei migliori giovani del calcio messicano e le sue prestazioni con il club di Aguascalientes gli sono valse l’interesse di un altro tra i club più importanti della Liga MX, curiosamente proprio gli storici rivali della squadra che per primo lo aveva riportato in Messico. E nella sua prima stagione con il Club America Alejandro Zendejas ha confermato tutte le caratteristiche che lo rendono un talento importante per il futuro e possibilmente anche per il presente del Tri – specialmente dopo l’infortunio che costringerà il Tecatito Corona a saltare il mondiale – con 34 presenze condite da 2 assist e 9 gol, l’ultimo dei quali arrivato proprio nel Clasico messicano contro la sua ex squadra questo weekend. Queste prestazioni gli sono valse una convocazione da parte del Tata Martino e due presenze nelle amichevoli giocate – fuori dalle finestre FIFA e quindi non riconosciute dalla federazione internazionale – contro Ecuador – il 27 ottobre 2021 – e Guatemala – 27 aprile 2022. Un’altra di queste amichevoli messicane giocate negli Stati Uniti ha però contribuito a far scoppiare il caso riguardante l’eleggibilità dell’ala messico-americana.

 

Un articolo pubblicato lo scorso agosto da Ruben Rodriguez di Fox Sports spiegava l’assenza di Zendejas dai convocati per l’amichevole contro il Paraguay ad Atlanta con il rifiuto da parte del giocatore del Club America di firmare un documento in cui rinunciava alla sua eleggibilità per gli Stati Uniti. Il report presentava un solo, grosso e enorme problema: affinché potesse giocare anche in amichevole con la maglia messicana, Zendejas avrebbe dovuto già aver firmato, come da regole FIFA, il suo one-time switch tra le due federazioni. Il regolamento della federazione calcistica internazionale infatti prevede che nel momento in cui un giocatore scenda in campo in una competizione ufficiale di qualsiasi categoria con la maglia di una nazionale, allora sia bloccato con quella nazionale a meno che non decida di effettuare un singolo switch per un’altra nazionale, purché fosse in possesso di entrambi i passaporti al momento della sua presenza in competizione ufficiale. Quello che sembrava uno stravagante ma comunque di per sé innocente report per giustificare un’esclusione dalle convocazioni di Gerardo Martino aveva improvvisamente scoperchiato un vaso di Pandora e sbloccato la situazione di Zendejas nello scacchiere calcistico internazionale.

 

Nel tentativo di rimediare alla brutta figura Gibran Araige di TUDN aveva provato a mettere una pezza sull’intera questione riportando di un presunto tacito accordo tra FMF e USSF secondo cui la firma di questo documento è necessaria perché un giocatore possa rappresentare l’una o l’altra nazionale, ma il tweet è stato smentito in poche ore non solo da The Athletic, ma anche dalla storia di calciatori che hanno testato entrambi gli ambienti prima di prendere una loro decisione definitiva – Efrain Alvarez, Julian Araujo, David Ochoa, limitandosi agli ultimi anni.

 

La conferma del mancato one-time switch da parte di Alejandro Zendejas ha non solo fatto intervenire la FIFA, che ha ufficialmente aperto un’indagine sul tema, e non si è neanche limitata a riaccendere l’interesse della USSF sulle prestazioni del giocatore – o forse solo a renderlo di nuovo pubblico, non sappiamo quanto in questi anni la federazione sapesse sull’eleggibilità del giocatore – anche attraverso le dichiarazioni del tecnico Gregg Berhalter, ma ha contribuito ad alzare ancora di più le pressioni attorno ad una nazionale che non sembra in grado di vivere un giorno tranquillo. Prima le rivelazioni dell’allora direttore sportivo del Chivas José Luis Higuera hanno confermato che la formazione messicana non aveva mai fatto firmare a Zendejas alcun tipo di rinuncia agli Stati Uniti affinché soddisfacesse la policy autoctona del club di Guadalajara, e poi le attenzioni sono tornate a circolare intorno a Gerardo Martino, forse il tecnico della nazionale messicana più discusso dell’epoca recente. Martino, che negli ultimi mesi ha ingaggiato una guerra con la stampa, secondo lui al centro di una campagna per screditarlo agli occhi dell’opinione pubblica e per chiederne il licenziamento, ha parlato addirittura di “comportamenti estorsivi” da parte di Zendejas, affermando l’intenzione del calciatore di non firmare il suo one-time switch senza la promessa di un posto sicuro nei ventisei per il mondiale. Le dichiarazioni del tecnico argentino, che sembrano un po’ fumo negli occhi per distrarre dal fatto che la federazione ancora non ha una spiegazione ufficiale sul perché Zendejas abbia giocato senza averne il permesso dalla FIFA, hanno provocato la risposta del tecnico del Club America Fernando Ortiz, che ha intimato a Martino di “stare attento a ciò che dice”.

 

Proprio nel momento in cui Zendejas sembrava il più lontano possibile da un futuro con la maglia del Tri – almeno fino alla permanenza del tecnico ex Atlanta United, con cui i ponti sembrano bruciarsi velocemente – alcune voci su Twitter davano per certa una convocazione di Zendejas da parte dello USMNT per le amichevoli europee contro Giappone e Arabia Saudita. L’assenza del giocatore del Club America dalle scelte di Gregg Berhalter non ha fatto altro che confermare come la situazione sia ancora estremamente aperta e lontana da una risoluzione, nonostante il tourbillon di voci contrastanti che escono da fonti non sempre affidabili. L’unica cosa certa che sappiamo su Alejandro Zendejas al momento è che, ad oggi, può rappresentare solamente gli Stati Uniti, ma che il Messico continua il suo pressing, il tutto mentre, in secondo piano, la FIFA continua le sue indagini che, qualora dovessero giungere, come probabile, ad una sanzione per il Messico, non dovrebbero coinvolgere punizioni esemplari ma al massimo un’asciutta reprimenda conclusa da un “…e che non succeda mai più, mi raccomando”. A due mesi appena dal mondiale però, un pasticcio evitabile da parte dei media messicani ha portato a squarciare la preparazione delle due principali squadre in orbita CONCACAF. E ci vorrà ancora del tempo perché questa ferita possa rimarginarsi.

 

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