La Eastern Conference non è mai stata così combattuta

La ragione per cui, anche se è tecnicamente possibile giocare con le proverbiali ciabatte per metà della stagione regolare e comunque qualificarsi ai playoff grazie ad un ritrovato stato di forma, non è una strategia consigliabile è che, oltre al fatto che nel mondo reale è impossibile premere da un giorno all’altro un interruttore magico in grado di far funzionare una macchina inceppata, ormai ci sono troppe buone squadre in MLS e che dunque, essendo sempre quelli i punti a disposizione, qualcuno per forza di cose dovrà rimanere fuori. Meglio dunque mettersi al riparo da qualsiasi intemperia il più presto possibile e macinare punti fin da subito, con la Eastern Conference che rappresenta l’esempio perfetto di questo assunto. La tendenza è ormai acclarata già dallo scorso anno, quando squadre in crescita e/o ambiziose e tutte quante alla fine dei conti interessanti come Montreal, Columbus e DC United rimasero escluse dalla post-season durante il Decision Day. Quest’anno la situazione è addirittura migliorata, con Cincinnati, Miami e Chicago, le tre squadre che avevano concluso agli ultimi posti il 2021, che sono ripartite con nuovi progetti e che hanno dimostrato di poter competere immediatamente per la post season. L’Est è ad oggi la conference più competitiva e con più profondità di talento, e la notizia non dovrebbe arrivare come una particolare sorpresa. Il mix di organizzazioni decisamente ricche e ambiziose che puntano a cambiare i paradigmi della lega in fase di calciomercato – Toronto, Atlanta, Columbus – di vecchie volpi della panchina – Bruce Arena, Oscar Pareja, Bob Bradley e Caleb Porter – e di alcune delle formazioni con l’identità tattica più strutturata della MLS – Philadelphia, New York City, New York Red Bulls, Montreal, Cincinnati aka la piccola Philly e Charlotte – ha reso la sponda destra del Mississippi quella più interessante, competitiva e difficile da interpretare della MLS.

 

Ok, qui però devo spiegarmi un attimo. Perché in effetti guardando la classifica delle due Conference sarebbe difficile sostenere che l’Ovest sia in qualche maniera meno combattuto rispetto all’Est. Kansas City, all’ultimo posto del West, ha venti punti ed è distante undici lunghezze dalla qualificazione. Dall’altra parte, DC United è a quota ventuno con una distanza di otto punti. E in effetti c’è un fondo di verità. Il format della MLS porterà sempre ad arrivare all’ultima giornata con qualcosa, e soprattutto qualche partita da dentro o fuori, da giocarsi. È una delle ragioni che rende il Decision Day così affascinante. Ma ciò che rende ancor più maledettamente affascinante l’Est è la traiettoria delle franchigie invischiate nella lotta per gli ultimi biglietti del Prom. Quasi ogni squadra tra quelle al momento fuori dalla postseason ad Est si è migliorata in fase di calciomercato trovando alcuni dei colpi più interessanti della sessione estiva e, in alcuni casi, hanno addirittura optato per un cambio di direzione tecnica, lasciandoci di fronte ad una serie di incognite abbastanza pesanti da far immaginare che ciascuna di queste squadre possa infilare una striscia di x vittorie consecutive, mentre lo stesso non si può dire per alcune franchigie dell’Ovest – come Kansas City, la cui stagione è stata segnata dall’aver perso due DP per l’intera stagione causa infortuni, senza alcuna possibilità di sostituirli.

 

Siccome è appena terminata la sessione di mercato estiva, i roster che vediamo a disposizione dei tecnici ad oggi sono quelli che li accompagneranno, nel bene o nel male, fino alla fine della stagione. Il mercato resterà aperto per le operazioni a parametro zero fino all’inizio di settembre, quando ci sarà la data di roster freeze dopo cui sarà impossibile effettuare alcun cambiamento addizionale, ma di fatto il grosso di quello che andava fatto è stato completato. Adesso dunque, con il grosso del lavoro fatto, possiamo provare a fare i conti in tasca alle squadre che sono ancora in piena contesa per gli ultimi posti della Eastern Conference e cercare di capire in quale situazione si ritrovano all’apparire della flamme rouge. Il metodo è relativamente semplice, e le categorie prese in analisi sono tutte abbastanza auto-evidenti. Una rapida spiegazione per quel che concerne il cosiddetto Schmetzer-ometro. Prende il nome, ovviamente, da Brian Schmetzer, l’allenatore che, subentrando a Sigi Schmid nell’agosto 2016 sulla panchina dei Seattle Sounders ultimi in classifica nella Western Conference, li portò pochi mesi dopo alla vittoria del titolo. Più alto il numero – la scala è da 1 a 10 – maggiormente impressionante e sorprendente sarebbe una loro eventuale vittoria della MLS Cup, o anche solo la loro qualificazione ai playoff.

 

5 – Orlando City

Acquisti: Nicholas Gioacchini (A, Caen), Ivan Angulo (A, prestito dal Palmeiras), Wilder Cartagena (C, prestito dall’Al-Ittihad Kalba)

Perché potrebbero farcela: Perché Oscar Pareja è una garanzia sotto questo punto di vista e dal suo arrivo a Orlando non ha mai fatto mancare i playoff ad una franchigia che prima di lui neanche ci si era mai qualificata.

Perché potrebbero non farcela: Perché stanno affrontando un periodo molto complesso della loro stagione: nell’ultimo mese hanno vinto solo una volta, hanno regalato a DC United un terzo delle loro vittorie in questa regular season, e con solo una partita rimasta da giocare contro un avversario dell’altra Conference hanno tanti scontri diretti che, continuasse la forma negativa, potrebbero andare nella direzione sbagliata.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: All I Want – Olivia Rodrigo: Tutto quello che vuole Oscar Pareja è solamente una MLS Cup. “Is all I want too much to ask?”. Il tecnico colombiano ha speso anni in MLS a costruire alcune delle squadre più divertenti e forti e continue nella storia della lega, è praticamente una macchina da post-season nel senso che in un modo o nell’altro trova sempre il modo di arrivarci eppure poi c’è sempre qualcosa che si inceppa sul più bello. Per una volta, una sola, almeno nella città della Disney e del vissero tutti felici e contenti, non potrebbe andare tutto quanto bene? “Is it something wrong with me?”

Schmetzer-ometro: 3

 

6 – Columbus Crew

Acquisti: Cucho Hernandez (A, DP, Watford), Jacen Russell-Rowe (A, Crew II), Mohamed Farsi (A, Crew II)

Perché potrebbero farcela: Perché questa è praticamente la stessa squadra che nel 2020 ha vinto la MLS Cup e sulla cui debacle dello scorso anno è risaputo abbiano influito molto gli infortuni, a cui però Tim Bezbatchenko ha aggiunto il Cucho Hernandez, forse il miglior giocatore del campionato.

Perché potrebbero non farcela: Per quanto possa suonare banale, la discontinuità. Basta che due squadre abbiano un ultimo terzo di stagione da tre/quattro punti in più e resterebbero fregati. Certo che avere due partite da recuperare rispetto al resto della competizione li mette forse nella situazione di maggior vantaggio in tutta questa lotta playoff.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: You Belong With Me – Taylor Swift: Tutti a Columbus sanno che i playoff sono lo scenario che gli spetta, il luogo in cui si aspettano di trovarsi ogni anno. Nessuno più di loro ad Est vede la post-season come l’unica condizione d’esistenza possibile, almeno con questo gruppo. Loro sanno, o almeno credono, che quella dello scorso anno non possa che essere stata un’eccezione, e sono assolutamente convinti che siano loro “the one that understands you / been here all along / so, why can’t you see?”

Schmetzer-ometro: 2

 

7 – Charlotte FC

Acquisti: Brian Romero (C, Homegrown), Adilson Malanda (D, Rodez), Nuno Santos (C, Benfica), Nathan Byrne (D, Derby County)

Perché potrebbero farcela: Perché, nonostante tutto, giocano un calcio affascinante, pressano molto e hanno dimostrato nelle loro giornate migliori di poter essere molto di più che la somma delle loro parti. E perché Andre Shinyashiki vuole guadagnarsi il rinnovo e i soldi che si merita.

Perché potrebbero non farcela: Perché, nonostante tutto, sono una squadra con ancora troppi buchi, con Designated Player la cui produzione per ora non si avvicina neanche minimamente a ciò che viene richiesto a giocatori così importanti, e che ancora fa partire come titolare un giocatore fisicamente inadeguato al livello come Christian Fuchs.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: COZY – Beyoncé: Una cosa che è stata chiara su Charlotte fin dalla pre-season, anche quando il loro fu allenatore Miguel Angel Ramirez affermava cose poco piacevoli sulla situazione di squadra, è che Zoran Krneta, il roster e in generale l’organizzazione sono assolutamente sicuri di aver intrapreso la strada corretta. Dopo l’esonero del tecnico spagnolo, mentre al di fuori chiunque avesse un microfono descriveva l’inizio di stagione degli ultimi arrivati come positivo, Christian Fuchs riteneva che quel roster fosse troppo forte per cinque vittorie nelle prime tredici partite. Nonostante qualsiasi critica possa arrivare, e forse rafforzati proprio dalle critiche altrui, a Charlotte si definiscono “comfortable in my skin / cozy with who I am”, e l’impressione è che non esista una linea temporale in cui il finale di stagione possa distoglierli da questa visione delle cose.

Schmetzer-ometro: 7

 

8 – Inter Miami

Acquisti: Corentin Jean (C, Lens), Alejandro Pozuelo (C, Toronto FC)

Perché potrebbero farcela: Perché Gonzalo Higuain ha preso talmente tanto male l’essere stato panchinato per far giocare Leonardo Campana che si è trasformato in Hulk – il supereroe, non il calciatore – e adesso non smetterà di segnare due gol a partita fino a fine stagione, playoff inclusi.

Perché potrebbero non farcela: Vorrei dire perché con Phil Neville in panchina non si possono mai porre limiti alla bruttezza – chiedere ad una certa nazionale laureatasi campione d’Europa – ma in effetti il suo lavoro degli ultimi mesi non mi dà alcuna ragione per continuare ad esprimermi in questi termini.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: Dawning Of The Season – Magdalena Bay: Qualunque essi siano, i destini di questa squadra sono per forza di cose legati ad una delle pagine più oscure della – breve – storia della franchigia. Craig Henderson, l’artefice della costruzione di questo roster, potrebbe definirla con il verso “they say I’m dancing with my demons”, dove i demoni sono le penalità inflitte dalla lega per l’affaire Matuidi e con cui l’ex Seattle si è dovuto trovare per forza di cose a lavorare. Non che debba essere per forza una cosa negativa. Pare che Henderson abbia regalato a questi demoni delle scarpe da ballo niente male e non è detto che Neville non possa insegnare loro a ballare, se non il tango, quantomeno l’hully gully.

Schmetzer-ometro: 9

 

9 – FC Cincinnati

Acquisti: Sergio Santos (A, Philadelphia Union), Matt Miazga (D, Chelsea)

Perché potrebbero farcela: Sono in crescita, hanno la fiducia nei propri mezzi che Stanley Sugarman ha nei confronti di Bo Cruz, non hanno ancora mai conosciuto la delusione e non hanno assolutamente nulla da perdere, visto che la loro stagione è già adesso un successo.

Perché potrebbero non farcela: Fondamentalmente, per il rovescio della medaglia di quella che è la loro caratteristica principale nella lotta ai playoff: non sono testati, non hanno la fretta che altre franchigie potrebbero avere di dimostrare che questo è il loro anno.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: I Just Had Sex – The Lonely Island feat. Akon: Non posso nascondermi. Questo paragone esiste principalmente perché in qualsiasi foto di Pat Noonan troviate su Google potrebbe tranquillamente essere un collega di Andy Samberg. Ma l’atmosfera intorno ad una franchigia che per la prima volta sembra aver costruito qualcosa di solido dopo anni di ultimo posto assomiglia un po’ a quella intorno ad una persona che dopo tanta astinenza ha trovato il modo di fare sesso. Secondo alcuni beat reporter locali Nick Hagglund, nativo di Cincinnati e arrivato nella franchigia all’alba della loro expansion season, all’uscita dall’ultimo allenamento avrebbe riferito, parlando della rincorsa ai playoff dei suoi, che “If I had to describe the feeling, it was the best”.

Schmetzer-ometro: 7

 

10 – Chicago Fire

Acquisti: Chris Mueller (A, Hibernian)

Perché potrebbero farcela: Hanno una difesa che quando è in giornata è in grado di chiudere porta, finestre e spifferi alla propria area di rigore, e quest’anno con Rafael Czichos le giornate di grazia hanno superato quelle negative.

Perché potrebbero non farcela: Shaqiri è stato fino ad ora un non fattore nel migliore dei casi e attivamente dannoso nel peggiore, Przybylko è ad oggi forse la peggiore trade della scorsa off-season MLS e ancora non si può chiedere a Jhon Jader Duran di prendersi tutta la squadra sulle sue spalle.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: Used To Know Me – Charli XCX: Non è mai solo una questione di campo nello sport americano. Tutti quanti stanno cercando di mantenere o di ricostruire o di tirare su dal nulla qualcosa di unico, qualcosa che sia tangibile e stabile pur essendo, in effetti, un concetto astratto, ovvero la culture di squadra. A Chicago qualsiasi cosa ci sia da ricostruire però, è questione ben più complessa rispetto alla semplice definizione di “culture”. I Fire sono storicamente una delle organizzazioni più disfunzionali della lega e forse la più grande underperformer dello sport americano in relazione alle potenzialità. I Fire non solo non sono la più grande squadra della città, figurarsi, ma non sono neanche il primo risultato su Google quando si cerca il loro nome! Nei migliori sogni di Ezra Hendrickson la stagione di questa squadra non sarà solo derubricabile come “decisamente positiva” ma sarà anche un segno di un cambiamento strutturale, nella speranza di poter dire al resto della lega “you used to know me now you don’t / you used to hypnotize me, did it so easy”.

Schmetzer-ometro: 8

 

11 – New England Revolution

Acquisti: Giacomo Vrioni (A, Juventus), Ismael Tajouri-Shradi (C, LAFC), Christian Makoun (D, Charlotte FC), Clement Diop (P, Inter Miami)

Perché potrebbero farcela: Perché la sostituzione di Matt Turner con Djordje Petrovic e quella di Tajon Buchanan con Dylan Borrero per ora hanno dimostrato di essere dei successi assoluti, e visto il track record nello scouting internazionale di Arena e del suo staff non c’è ragione per non pensare che Giacomo Vrioni non possa rimpiazzare al meglio la produzione di Adam Buksa.

Perché potrebbero non farcela: Perché la Omar Gonzalez Redemption Season è stato un fiasco totale, Jozy Altidore se ne è già andato in Messico e Sebastian Lletget è già volato a Dallas, costringendo già all’atterraggio l’operazione “Riuniamo la vecchia banda” voluta da Bruce Arena e portando dunque ad una situazione in cui a questa squadra sembra mancare un minimo di profondità.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: Monster – Kanye West, Rick Ross, Jay-Z, Nicki Minaj, Bon Iver: Perché in fin dei conti è Bruce Arena il Kanye del soccer, e lo è sempre stato, da ben prima che il mondo sapesse esattamente chi è Kanye. Il suo sguardo – sempre lo stesso da trent’anni a questa parte – sembra gridare “my presence is a present, kiss my ass”, e dalla sua bocca sembrano uscire solo verità assolute o cose che vorrebbero esserlo, una lingua più tagliente di quella della Bocca della Verità. Non è Kanye a pronunciare queste parole, è Jay-Z, ma sono su un brano di Kanye quindi me le faccio stare bene, ma se il giorno che dovesse smettere di allenare qualcuno chiedesse a Bruce Arena un’ultima definitiva massima sulla sua carriera, la risposta difficilmente sarebbe diversa da “everybody wanna know what my Achilles heel is / love, I don’t get enough of it”.

Schmetzer-ometro: 4

 

12 – Atlanta United

Acquisti: Raul Gudino (P, Chivas), Juan José Purata (D, prestito dal Tigres), Aiden McFadden (D, Atlanta United II), Edwin Mosquera (A, Independiente Medellin), Ajani Fortune (C, Homegrown)

Perché potrebbero farcela: Perché comunque, nonostante tutte le volte che possano dimostrarci il contrario, quei nomi che hanno davanti non possono non far pensare che non siano in grado di dominare questo campionato

Perché potrebbero non farcela: Perché la chimica tra questi elementi – soprattutto i tre DP – in questi mesi è sembrata grossomodo quella che comanda le relazioni tra acqua e olio.

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: I Know The End – Phoebe Bridgers: Non sto dicendo necessariamente che questa squadra sia senza speranze, e non sto esprimendo la mia personale opinione sui destini della franchigia. In effetti si può dire che Atlanta United abbia appena iniziato ad ascoltare il brano, forse per sfogare i sentimenti forti portati dalla crisi infortuni che ha colpito la squadra fin dall’alba della stagione. Non sono ancora arrivati a QUELLA parte, non stanno ancora urlando la loro disperazione dopo essersi resi conto che “there was nothing there / yeah I guess the end is here”. Però potrebbero trovarsi presto a farlo, e il fattore psicodramma è forse il più alto in tutta la MLS.

Schmetzer-ometro: 8

 

13 – Toronto FC

Acquisti: Domenico Criscito (D, Genoa), Lorenzo Insigne (A, Napoli), Federico Bernardeschi (A, Juventus), Mark-Anthony Kaye (C, Colorado Rapids), Doneil Henry (D, LAFC), Richie Laryea (D, Nottingham Forest)

Perché potrebbero farcela: Perché Insigne e Bernardeschi possono mettere a ferro e fuoco qualsiasi difesa

Perché potrebbero non farcela: Perché Insigne e Bernardeschi alla fine dei conti non sono difensori, e magari lì qualche aiuto più sostanzioso di Criscito sarebbe potuto servire

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: That’s Amore – Dean Martin: Lo so, sono di una banalità assurda, ma è solo così che la stagione di Toronto può decollare, grazie al potere dell’Amore. Toronto si è già innamorata delle sue nuove stelle e Bob Bradley non può far altro che augurarsi che nei momenti cruciali della stagione un pallone, che può essere metaforico ma più possibilmente reale, vada a collegare il piede sinistro di Bernardeschi con il destro di Insigne come lo spaghetto dalla bocca di Lilli a quella di Biagio. Il tutto augurandosi che “when the stars shine so bright” non sia per il vino ma per il riflesso di una qual certa coppa.

Schmetzer-ometro: 10

 

14 – DC United

Acquisti: Martin Rodriguez (A, Altay), Sami Guediri (D, Loudoun United), Miguel Berry (A, Columbus), Ravel Morrison (C, Derby County), Victor Palsson (C, Schalke 04), David Ochoa (P, Real Salt Lake), Christian Benteke (A, Crystal Palace)

Perché potrebbero farcela: Non lo so, la mistica di Rooney, è veramente l’unica cosa a cui possono aggrapparsi, ma è molto di più di quanto non avessero anche solo un mese fa. E con il Derby County ha quasi funzionato.

Perché potrebbero non farcela: Per qualsiasi altro lato della questione possiate analizzare

Una canzone da cantare alle Exit Interviews: I Wanna Get Better – Bleachers: Comunque andrà a finire il 2022, questa non sarà la fine della storia tra Wayne Rooney e DC United. Questo non è un progetto a breve termine pronto ad esplodere qualora una missione ai limiti dell’impossibile non dovesse riuscire. DC United vuole Rooney perché vuole ricostruirsi un’immagine di competitività – “I didn’t know I was broken ‘til I wanted to change” –  mentre Wazza vuole entrare nella sempre crescente lista di tecnici che grazie alla MLS sono riusciti a crescere e a regalarsi piazze sempre più ambiziose, siano esse nazionali come Messico e Stati Uniti o club europei come Nizza e Salisburgo – “So now I’m standing on the overpass screaming at the cars HEY, I WANNA GET BETTER”.

Schmetzer-ometro: 10

 

Facebook Comments