La MLS è pronta a fare la conoscenza di Diego Luna

Nella partita contro i Vancouver Whitecaps che si svolgerà nella notte italiana tra sabato e domenica potrebbe esordire con la sua nuova maglia il nuovissimo acquisto di Real Salt Lake, appena pochi giorni dopo il suo arrivo nello Utah. La notizia potrebbe suonare strana, visto che tecnicamente il calciomercato per le franchigie MLS sarebbe chiuso: la finestra di mercato principale si è chiusa il quattro maggio, mentre la secondaria non aprirà prima del sette luglio prossimo. In questo periodo le franchigie non possono acquistare giocatori dall’estero né completare trade con le altre ventisette squadre. Ma questo è il panorama scarsamente regolato del calcio per club statunitense, dove la USSF stabilisce standard che devono essere soddisfatti dalle leghe che volessero competere, ma in cui non esiste un regolamento che ne scandisca la coabitazione. Non so quanti anche tra gli addetti ai lavori ne fossero a conoscenza, visto quanto la pipeline tra le due leghe debba ancora svilupparsi al massimo del suo potenziale, ma la finestra che regola i trasferimenti tra MLS e la USL in effetti, più che una finestra, è un paio di occhi, perché non è limitata in alcuna direzione. Per questa ragione Diego Luna, classe 2003 in forza fino alla scorsa settimana con gli El Paso Locomotive dello USL Championship, si è potuto unire questa settimana a Real Salt Lake per una cifra intorno ai $250,000 che, con i bonus, potrebbe renderlo il giocatore più costoso nella storia della seconda divisione statunitense, ed è tecnicamente già eleggibile per la sua nuova squadra. Il suo certificato internazionale di trasferimento è già registrato negli Stati Uniti e dunque, come riportato da Tom Bogert, non ha bisogno di aspettare per iniziare la nuova avventura quella che, se tutto dovesse andare bene, dovrebbe renderlo uno dei nomi più interessanti della MLS per il mercato internazionale e potenzialmente anche per le due superpotenze continentali, essendo in possesso dei passaporti statunitense e messicano – al momento ha rappresentato lo USMNT a livello Under 20 e dovrebbe essere uno dei nomi principali del prossimo ciclo mondiale.

 

Diego Luna, solo omonimo dell’attore messicano, è nato a Sunnyvale, California, diciotto anni e mezzo fa e ad El Paso ci è arrivato dopo una soddisfacente esperienza all’interno dell’accademia del Barcellona a Casa Grande, Arizona. Avevamo parlato di questa iniziativa lo scorso anno, sottolineando come fosse sorta quando proprio Real Salt Lake aveva deciso di riportare la sua accademia nel suo Utah lasciando libero un centro sportivo di altissimo livello in cui si è andato ad installare il gigante catalano. A differenza di tante altre iniziative del genere da parte di club europei di medie o grandi dimensioni, fin da subito l’accademia del Barça ha dimostrato di essere qualcosa di più che un modo per spillare soldi a genitori esaltati con il pallino del calcio europeo, offrendo borse di studio ai calciatori più talentuosi e potendo contare su una quantità di giocatori portati al professionismo che nessuno negli Stati Uniti al di fuori delle franchigie MLS e di alcuni college può vantare. Nell’articolo dell’ottobre scorso ricordavamo i casi di Caden Clark, Julian Araujo, Matthew Hoppe e Bryce Duke, ricordando anche le potenzialità di giocatori come Brooklyn Raines, classe 2005 passato nella off-season agli Houston Dynamo, ma citavamo anche il nome di Luna come uno di quelli che si stava prendendo maggiormente la scena in USL. E in effetti il trequartista passato anche dal vivaio dei San José Earthquakes ha continuato a crescere guadagnandosi non solo un passaggio in MLS ma anche la fiducia di una franchigia che ha speso su di lui uno dei suoi slot per l’Iniziativa Under 22, anziché cercare, come fatto da altre squadre per prospetti usciti dalla Barça Academy – pensiamo a Caden Clark con i Red Bulls – di acquisire via trade i suoi diritti homegrown dalla franchigia californiana così da poter preservare uno slot importante nella costruzione della rosa.

 

Il perché di questa fiducia è presto detto: Diego Luna è stato con ogni probabilità uno dei migliori giocatori della USL in questa prima parte di 2022 e, se dovessimo affidarci solamente alle statistiche avanzate, sarebbe per distacco il giocatore più decisivo della lega. Il classe 2003 californiano guida la seconda divisione del calcio statunitense per goals added stando ai dati di americansocceranalysis.com con un dato di 2,95 g+ ed è praticamente un’ingiustizia con il suo dribbling, che gli permette di aggiungere 1,66g+ al suo totale, siede nell’ottantacinquesimo percentile della USL per xG+xA e nell’ottantasettesimo percentile per numero totale di passaggi completati. In queste prime dieci partite stagionale con la maglia di El Paso Luna ha totalizzato quattro gol e due assist, da aggiungere ai nove gol e cinque assist del 2021, ma limitarsi al tabellino sarebbe svalutare l’importanza di un giocatore del genere all’interno del sistema istituito da Mark Lowry prima e John Hutchinson poi nel sud del Texas. Stando alla guida tattica della lega creata da John Morrissey di Backheeled e @USLTactics, i Locomotive sono una squadra molto forte in fase di possesso e che crea molte occasioni, in contrasto con lo stile di pressing alto e contropiede che sembra prevalere in USL. Nel 4-3-3 di El Paso, Diego Luna è l’ala sinistra, un “talismano” offensivo affiancato ad un esterno destro più rapido, per citare puntualmente la guida. Luna è uno dei passatori più creativi presenti negli Stati Uniti in questo momento, ha una tecnica sopraffina e diabolica come l’omicidio perfetto con entrambi i piedi e nei suoi giorni migliori è impiegato e protagonista all’interno di ogni fase della manovra della sua squadra. Pure partendo da ala ama soffermarsi nell’half-space di sinistra dove può puntare la difesa avversaria con il suo dribbling o sfruttare la sua capacità di passaggio ma è anche in grado di andarsi a prendere il pallone in zone più arretrate, dare una pulizia alla costruzione e mettere ordine alla manovra della sua squadra.

 

 

Real Salt Lake è la franchigia che spende meno in salari in tutta la MLS ed è reduce da due anni difficili, con la vendita forzata dell’organizzazione dopo le uscite razziste dell’ex proprietario Dell Loy Hansen, e dunque potrebbe sembrare al momento una tela bianca su cui i nuovi proprietari David Blitzer e Ryan Smith possono investire più o meno nelle direzioni che preferiscono, e in questo senso un acquisto come Diego Luna non può non esaltare, visto che parliamo di uno dei prospetti più unici in tutto il panorama calcistico statunitense. Ma lo scorso anno la franchigia ha anche strappato per i capelli una qualificazione ai playoff che le è valsa una sorprendente corsa fino alle finali di conference, e sotto la guida del confermato Pablo Mastroeni ha adottato uno stile di gioco particolare, e dunque viene da chiedersi come Luna, che viene da contesti tecnici estremamente differenti, potrà adattarsi. La squadra di Mastroeni, a differenza di El Paso, sembra essere molto refrattaria al controllo del pallone e anzi pratica uno stile che cerca di essere l’imitazione più precisa del significato di “route one”, eppure lo skillset di Luna sembra uno di quelli in grado di poter effettuare la transizione pure ad uno stile di gioco molto verticale e quasi antitetico a quello in cui è cresciuto tra El Paso e, ricordiamo, Barça Academy – perché pure in Arizona i principi sono sempre quelli della Masia. Real Salt Lake ricorre al lancio lungo come principale mezzo di avanzamento, rifiuta qualsiasi tipo di costruzione dal basso e ha numeri decisamente poco rilevanti per quel che riguarda le progressive ball carries, tenendo una percentuale bassa sia di passaggi lunghi completati che di duelli aerei vinti. In questo senso dunque RSL è molto aggressiva nei recuperi delle seconde palle. All’interno di questa squadra un giocatore come Pablo Ruiz, uno dei pochi che per caratteristiche sembra parlare la stessa lingua di Luna, svolge un ruolo fondamentale e che ricorda quello di Hakan Calhanoglu nel Bayer Leverkusen estremo di Roger Schmidt. L’argentino, centrocampista di ottima tecnica e grande passatore, che per statistiche riesce ad inserirsi nella stessa discussione di alcuni dei migliori registi della lega, è tredicesimo nella lega per passaggi lunghi tentati e viene spesso utilizzato come catapulta per tentare di far avanzare il pallone e aggredirlo rapidamente.

 

Come può inserirsi Luna all’interno di tutto questo? L’impressione è che un giocatore del genere arrivi per offrire una nuova dimensione ad una squadra che, sotto l’impulso della nuova proprietà, sta aumentando i propri investimenti e potrebbe di conseguenza anche modificare leggermente il suo stile. Real Salt Lake sotto Mastroeni è ancora una squadra scheletrica, con pochi principi fondamentali che possono essere arricchiti. RSL si affida ancora molto alle trovate individuali per creare occasioni e con Luna trova uno dei giocatori più creativi nel panorama nazionale, in grado di creare azioni pericolose solo con la sua presenza. In una squadra che ha uno dei numeri 10 più atipici della MLS, Damir Kreilach, un corazziere con grandi tempi d’inserimento da centrocampo, un giocatore come Luna, che non partirà con molte pressioni e senza dover necessariamente prendersi da subito un posto da titolare, può aggiungere imprevedibilità al sistema.

 

Ma la promozione nelle Majors di Diego Luna è interessante anche da un punto di vista più generale. Anche se il numero di transazioni a salire tra USL e MLS sono aumentate nel corso degli ultimi anni, e nonostante alcuni giocatori siano riusciti a ritagliarsi spazi importanti partendo dalla seconda divisione del calcio statunitense – come l’All Star Mark-Anthony Kaye e Tyler Pasher di Houston – il numero di trasferimenti tra le due leghe ancora non è molto consistente e si ha l’impressione che molte franchigie non diano lo sguardo opportuno ad un campionato che presenta comunque un livello sempre più alto e giocatori potenzialmente interessanti anche oltre le seconde squadre delle varie franchigie. In questi dodici mesi in Texas Diego Luna è stato non solo uno dei migliori giovani della lega, ma in generale uno dei suoi migliori rappresentanti. Le prestazioni in MLS di un talento purissimo come quello del nazionale statunitense Under 20 saranno dunque interessanti anche perché potrebbero dimostrare alle varie franchigie MLS la quantità di talento presente a poche ore di distanza dai propri centri d’allenamento, ma soprattutto potrebbe indicare a sempre più giovani talenti che, qualora non si presentasse subito una pipeline diretta alla prima squadra in MLS, la USL potrebbe essere un ottimo step intermedio per arrivare in cima alla piramide statunitense o addirittura in Europa e questo sia per prodotti di settori giovanili MLS – come Jonathan Gomez, volato in inverno da Louisville alla Real Sociedad – o di academy indipendenti delle varie franchigie USL – come José Gallegos, che da San Antonio è andato in Danimarca al SonderjyskE. Non so se questa notte Diego Luna avrà già convinto abbastanza Pablo Mastroeni da meritarsi un esordio contro i Vancouver Whitecaps, ma quello che è sicuro è che il suo trasferimento da El Paso rappresenta una delle mosse più intriganti del mercato MLS e che potrebbe potenzialmente avere ramificazioni ben più consistenti non solo per il talento veramente esaltante del giocatore ma anche perché potrebbe modificare le strategie di reclutamento di non poche franchigie.

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