Mamadou Fall è pronto a prendere il volo
Nell’estate del 2021 la stagione di Los Angeles aveva già iniziato a scivolare sul piano inclinato che l’avrebbe portata a mancare per la prima volta la qualificazione ai playoff e al primo cambio di guida tecnica nella sua storia, ma ad un certo punto era sembrata poter prendere una piega veramente disastrosa. Una crisi di infortuni, con in particolare la rottura del crociato di Eddie Segura degna di nota, e le difficoltà di alcuni nuovi acquisti, come il sudcoreano Kim Moon-hwan, che a fine stagione sarebbe tornato nella K-League, lasciavano la difesa della franchigia allenata da Bob Bradley scoperta e con un disperato bisogno di aiuto. Mentre le opzioni diminuivano, e con esse le certezze su di una squadra che già aveva perso praticamente tutte quelle che aveva sulla propria fase offensiva con l’addio di Diego Rossi e il calo di Carlos Vela, uno spazio che probabilmente in condizioni normali non sarebbe stato lì si apriva per tutta una serie di prospetti che altrimenti difficilmente sarebbero stati notati. Il particolare rapporto di LAFC con la propria affiliata in USL, i Las Vegas Lights, incoraggiava infatti la soluzione interna piuttosto che l’intervento d’emergenza sul mercato. Come succede anche in questo 2022 – e come smetterà di succedere dall’anno prossimo, quando anche LAFC passerà in MLS Next Pro – infatti tutti i giocatori sotto contratto con la franchigia si allenano durante la settimana sotto lo sguardo dei due staff tecnici in quel di Los Angeles, e in base alle necessità della prima squadra ogni settimana un roster intero di giocatori viene “prestato” a Las Vegas per la partita in USL con qualcosa che assomiglia molto ai contratti two-way della NBA. È un approccio complesso e non necessariamente apprezzabile, ma perlomeno permette subito di avere un’idea chiara di dove ogni giocatore possa inserirsi all’interno del sistema della prima squadra.
In questa situazione, non è esattamente chiaro quanto Los Angeles potesse aspettarsi dai sostituti che per forza di cose avrebbero dovuto testare al piano di sopra, ma è legittimo immaginare che neanche loro avessero previsto con sicurezza il livello dell’esplosione che li avrebbe coinvolti. In quello che posso solo immaginare essere stato un bollente pomeriggio californiano d’agosto, nella vittoria per 4-1 contro Sporting Kansas City, la torre di controllo dava per la prima volta il permesso al decollo al volo Air Senegal con il nome di Mamadou Fall, prima con due spezzoni nel secondo tempo e poi, dalla partita contro Atlanta del quindici agosto, con una titolarità che il classe 2002 non avrebbe più mollato. Ricordo molto bene quella partita, e la ricordo proprio perché fin da subito il ragazzo nativo di Rufisque aveva trovato il modo di farsi notare, segnando in seguito ad un taglio su punizione che l’arbitro avrebbe però, dopo uno sguardo al VAR, giudicato irregolare, sia pure per una questione di centimetri. Senza particolari responsabilità – al contrario del compagno di reparto Murillo – sul gol decisivo di Josef Martinez per la vittoria dei padroni di casa, Fall si mostrò fin da subito come una possibile soluzione al dilemma difensivo che attanagliava Bob Bradley, e costrinse tutti a fare i conti con una scelta molto particolare che non ha mancato di provocare qualche confusione.
Sul sito della MLS il nome con cui viene presentato è “Mamadou Fall”. Su altre piattaforme come Transfermarkt, invece, viene semplicemente presentato come “Mbacke”. E non è per caso. Mbacke è in effetti il nome che porta sulla maglietta. La ragione di questa discrepanza, non chiarita fin da subito e inizialmente associata semplicemente al fatto che Mbacke è in effetti il suo middle name – all’anagrafe è iscritto come Mamadou Ibra Mbacke Fall – non sarebbe stata chiarita fino ad un articolo di Tom Bogert per il sito ufficiale della MLS dello scorso marzo. Mbacke, infatti, oltre ad essere il suo secondo nome, è anche il primo nome del padre che, quando il proprio figlio appena adolescente inseguiva dal Senegal il sogno del professionismo calcistico, temeva potesse non farcela. “Mi diceva che non ce l’avrei fatta, che la maggior parte delle persone non riesce a sfondare”, afferma Fall nell’articolo. E fu proprio per provare al padre quanto serio fosse nel suo inseguire l’obiettivo, il giovane Fall prese una decisione che dice tutto della mentalità di un calciatore che sembra fatto per superare le sfide del professionismo. “Se diventerò un professionista, indosserò il tuo nome sulla maglietta, così che tu possa essere orgoglioso di me”. Ragazzo che ha già dimostrato di non essere il tipo di persona che si tiene lontana da sfide importanti, la sua scalata nelle gerarchie non solo di LAFC ma anche della lega in generale è stata impressionante per rapidità, tanto che oggi è difficile non considerarlo come uno dei cinque prospetti che al potenziale di alto livello uniscono l’abilità per fare già oggi la differenza. E se siete della scuola di pensiero per cui le buone prestazioni dei difensori in MLS dovrebbero essere considerate di maggior rilevanza rispetto alle buone prestazioni di un attaccante visto quanto ancora oggi il salary cap MLS incoraggi ad investire su giocatori offensivi, rendendo così la vita più dura a chi deve difendere e al contrario facilitandola a chi deve segnare, allora le prestazioni del classe 2002 senegalese non possono che risultare ancora più esaltanti ai vostri occhi.
Utilizzando il G+ Consistency Triangle di Paul Harvey – qui una spiegazione su come interpretarlo – possiamo avere un’idea della continuità di un singolo giocatore e del suo livello di performance basandosi sui goals added – g+ – di americansocceranalysis.com, che sì è una statistica che non da un quadro perfetto dei contributi difensivi di un giocatore, concentrandosi principalmente sulle azioni con la palla, ma che offre anche una forte correlazione tra i propri dati e i risultati visti sul campo. Concentrandosi solo sulle performance dei difensori centrali, vediamo che ad oggi i due pallini rappresentanti le stagioni di Mamadou Fall in MLS siedono abbastanza tranquillamente nel quadrante degli ottimi giocatori, e addirittura nel 2021 Fall risulta essere stato, tra i giocatori oltre una certa soglia d’impiego, il secondo miglior difensore della lega dietro Andreu Fontas. Anche in questo 2022 il ragazzo è partito forte, situandosi appena prima della zona che distingue le stagioni più eccezionali e portandosi appresso il secondo valore di g+ più alto per un difensore centrale in MLS. Davanti al classe 2002 c’è solamente Walker Zimmerman – il miglior difensore della lega, recentemente ricompensato con un contratto da DP – e contando tutte le posizioni il suo valore di 1.61 g+ è buono per il quarto posto nella lega. La cosa più interessante del risultato di Mamadou Fall è che ci è riuscito pur non essendo in nessuna delle top 10 per g+ da singolo gesto tecnico, oltre al fatto che la tipologia d’azione in cui da meno il suo contributo è quella che forse più di tutte è dominata da difensori, centrali e non, ovvero quella dei g+ da fallo. La situazione di gioco in cui eccelle maggiormente infatti è la ricezione, da cui ha creato 0.65 g+, in un tipo di fondamentale in cui solitamente primeggiano – per evidenti ragioni di posizionamento in campo – i giocatori offensivi.
Proprio questo dato ci permette di evidenziare quella che è una delle caratteristiche principali di Mamadou Fall, ovvero la sua eccellenza nel gioco aereo, che gli è valsa il già citato soprannome di Air Senegal, che ricorda molto quello di Air Congo che venne dato a Serge Ibaka al suo arrivo in NBA. Come per l’altro giocatore prettamente difensivo tra i primi venti in MLS per g+ da ricezione infatti, Aaron Long dei New York Red Bulls, il successo di Fall in questa categoria va spiegata con la sua abilità sui calci d’angolo e più in generale piazzati. Queste situazioni di gioco sono, per la loro particolare natura, quelle che possono garantire un maggiore aumento delle probabilità di segnare anche solo se si è in grado di farsi trovare pronti a ricevere il pallone. Il principio dietro i g+ è quello per cui portare la palla da una zona A ad una B di campo può aumentare o diminuire le probabilità della squadra di segnare da quell’azione, e se si è in grado di arrivare a controllare un pallone che da una zona laterale e lontana dalla porta arriva in una centrale vicino alla rete si garantisce alla propria squadra un grande vantaggio. Insomma, avere un valore alto in g+ da ricezione implica abilità nei movimenti, rapidità, intelligenza, letture degli spazi veloci ed efficaci, ma anche, se si è un difensore centrale che quelle zone di campo di base le vede poco, qualcosa di più.
E quel qualcosa in più per il calciatore senegalese è un pacchetto aerodinamico di prima categoria, una struttura di un metro e ottantasette centimetri per settantatré chili che è il mix perfetto di solidità e agilità che gli permettono di prendere il volo. Mamadou Fall non salta sopra gli avversari, li posterizza Shawn Kemp-style rendendo ogni tentativo di opposizione un ridicolo atto di martirio. Come dimostrato nel suo unico assist stagionale contro Sporting Kansas City ha il tempismo e la coordinazione per perfezionare il proprio terzo tempo, ma quando aziona i detonatori non dà alcuna possibilità di reazione.
Guardate dove si trova quando la sua testa arriva a contatto con il pallone. A questo punto, a dimostrazione dell’ottimo tempismo nel salto, è già in una parte calante della sua traiettoria aerea. Fall non distrugge semplicemente l’opposizione avversaria, ma è anche più intelligente nel leggere le traiettorie. In una lega in cui il livello dei contatti fisici è estremamente duro, in cui i giocatori capaci di dominare il gioco aereo sono tanti, soprattutto tra i difensori centrali, personalmente non credo di aver mai visto un calciatore capace di esprimere questo tipo di superiorità rispetto a tutti gli avversari. Sembra quasi di vedere un Dennis Rodman meno sottodimensionato che salta con la stessa voracità, che legge le traiettorie con la stessa maestria ma a cui è stato fatto dono della super stella di Mario Kart, quella che ti fa cambiare colore continuamente e ti rende invincibile, facendo rimbalzare via qualsiasi contatto ed eliminando ogni opposizione.
Ma se l’abilità aerea è l’aspetto più evidente e immediato del suo stile di gioco, non è l’unico, e forse neanche il più particolare. Difensore moderno a suo agio con i piedi, Mamadou Fall ama adottare uno stile di passaggi complessi e ambiziosi – novantatreesimo percentile per passaggi progressivi secondo fbref.com – che ovviamente peggiorano in maniera significativa la sua precisione, lasciando intravedere anche margini di miglioramento – conclude solo il 77% dei suoi passaggi. Con un altro difensore senegalese, sia pure in possesso di uno status un po’ più alto all’interno del calcio mondiale come Kalidou Koulibaly, Fall non è estraneo a sortite offensive palla al piede e anzi è uno dei difensori offensivamente più coinvolto nelle trame della propria squadra, che può saltare una prima linea di pressione in dribbling – novantesimo percentile per dribbling tentati e completati tra i difensori centrali – e progredire con il pallone fino alla zona offensiva, arrivando non poche volte addirittura a tentare il cross. Potrebbe sembrare quest’ultima una scelta strana, per un giocatore così forte di testa, ma in questi mesi Fall ha dimostrato anche una tecnica più che discreta. Contro Portland in US Open Cup ha gestito un possesso palla come un navigato regista, controllando il pallone, tenendo a distanza gli avversari con il proprio corpo e servendo il taglio di Opoku per la rete di Chicho Arango. Offensivamente, il classe 2002 è senza grossi dubbi già adesso il difensore più pericoloso della lega, un giocatore che ha saputo in breve tempo aggiungere nuove dimensioni al puro e semplice dominio aereo. Addirittura questa sua tendenza lo ha portato a partire da titolare come terzino destro nella partita vinta contro Columbus, e anche se è presto per parlare di lui come di un giocatore versatile, è certamente un segnale da tenere in considerazione. Difensivamente, Fall sembra ancora soffrire un po’ nei contrasti e non è ancora del tutto efficace nelle situazioni uno contro uno, ma, come già detto, la sua capacità di scannerizzare il campo gli permette di interpretare prima certe situazioni e lo rende uno dei migliori intercettatori della lega, con un grado di 2.91 per novanta minuti buono per il novantesimo percentile in MLS.
In pochi mesi e in quello che è ancora un sample relativamente piccolo, Mamadou Fall ha dimostrato costanza nelle sue prestazioni, un’affidabilità da veterano – non ha ancora saltato una partita di quelle in cui era a disposizione ad eccezione di un turno di riposo in US Open Cup contro Orange County, squadra di USL, e solamente tre volte non è partito da titolare – e in generale una serie di intangibles di quelli che fanno immaginare una grande carriera e che possono spiegare una così rapida ascesa. Arrivato negli Stati Uniti a quattordici anni come parte di un progetto gestito dall’ex nazionale senegalese e Liverpool Salif Diao, Fall è cresciuto insieme al connazionale Mohamed Traoré nella Montverde Academy, liceo con un settore sportivo d’altissimo livello non solo nel calcio in Florida, e proprio insieme all’altro classe 2002 arrivato da Dakar ha firmato con Los Angeles FC. Per entrambi inizialmente il piano avrebbe dovuto prevedere una stagione o due con Las Vegas Lights, dove è ancora possibile vedere le prestazioni dell’altro difensore centrale senegalese, ma le necessità di squadra hanno portato una franchigia in crisi a forzare quello che doveva essere un progetto a lungo termine in un contribuente subito capace di portare un impatto, e Fall ha effettuato questo step come se fosse la cosa più naturale del mondo. E non solo, è diventato subito un elemento fondamentale della squadra e ha costantemente aumentato la sua importanza e la sua reputazione all’interno della lega. Votato dai tifosi di LAFC come Breakout Star del 2021, Fall può già contare su tre presenze nel Best XI settimanale della MLS, due in questo primo terzo di 2022, e stando alle parole di Max Bretos, telecronista di LAFC sulla televisione locale, potrebbe presto diventare il difensore in uscita più costoso nella storia della lega. Ancora molto lontano dall’essere un giocatore completo, fatto e finito, Mamadou Fall ha nonostante tutto messo in mostra delle qualità speciali e il consenso intorno alla sua crescita è praticamente unanime: lo dicono i suoi video, lo dicono le statistiche avanzate e non, lo dicono l’istinto e la sua capacità di risaltare anche ad un occhio disattento che stesse guardando una sua partita. Quanto ci vorrà prima che l’Europa se ne renda definitivamente conto? Quanto ancora un talento di questo genere potrà rimanere un segreto ben custodito tra coloro che seguono la MLS? L’impressione è che questa potrebbe essere l’ultima stagione intera – a tutti gli effetti l’unica, visto che il suo 2021 non è iniziato prima di agosto – giocata da Mamadou Fall con la maglia di Los Angeles FC, ma non è da escludere che qualcuno venga a bussare già quest’estate. E se c’è qualcuno in MLS che sembra pronto ad affrontare una nuova sfida, quello è proprio il difensore senegalese. D’altronde, non sarebbe la prima che ne ha tracciato la strada fino a questo punto.
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