
I buoni propositi delle franchigie MLS per il 2022
Il 2022 è iniziato da pochi giorni – a proposito, auguri, dal momento che questa è la prima occasione che abbiamo avuto di incontrarci – e siamo dunque in quel periodo dell’anno dedicato alle promesse che facciamo ai noi stessi futuri, alle aspettative per l’anno appena iniziato che speriamo ci accompagnino quanto più a lungo nel corso dei trecentosessantacinque giorni. Per delle squadre professionistiche come quelle MLS questo è un periodo fondamentale, perché è qui che si prendono le decisioni che plasmeranno nel bene o nel male il futuro della franchigia non solo nel breve periodo caratterizzato dalla stagione calcistica 2022, la ventisettesima nella storia della lega, ma anche nel lungo, specialmente in quelle squadre che, come vedremo, si apprestano a vivere una fase di ricostruzione dopo la conclusione del ciclo tecnico precedente. Andiamo dunque a sbirciare all’interno dei diari delle ventotto franchigie che prenderanno parte alla MLS 2022 e cerchiamo di capire cosa potrebbero aver circolettato alla pagina del primo gennaio per quel che riguarda la sezione “buoni propositi”.
Atlanta United: Dare continuità ai progressi del 2021
“Credete che sarà felice quest’anno nuovo?” è la domanda che, dentro una mente geniale, un passeggere poneva ad un venditore di almanacchi poco meno di due secoli fa, ma è la stessa domanda che potrebbe porre Arthur Blank, che, in un parallelo tra i miliardari americani e i personaggi di Paperopoli sarebbe l’equivalente di Nonna Papera, al suo direttore tecnico Carlos Bocanegra, indicato anche da un paio di report come il responsabile di alcune scelte rivedibili nell’ultimo triennio quantomeno complesso di Atlanta United. Una squadra arrivata in MLS per distruggere le aspettative e mostrare ambizione sfacciata, in queste ultime stagioni, delusa da troppe nuove delusioni, è sembrata abbandonare ogni illusione, ma soprattutto realizzarne la consistenza eterea. Eppure, la seconda parte del 2021 ha mostrato segnali di cambiamento e un ritorno alla Hotlanta di un tempo. Ezequiel Barco è esploso e dovrebbe essere in grado di guadagnarsi quel contratto in Europa necessario alla franchigia per registrare il colpaccio Thiago Almada, che potrebbe essere decisivo per il futuro della MLS anche più dell’altro colpaccio per cui la lega sta facendo parlare di se in questi giorni. Gonzalo Pineda, arrivato dopo anni ottimi da assistente a Seattle, ha messo in piedi una squadra che sembra finalmente aver ritrovato la voglia di giocare e con l’arrivo di Luiz Araujo dai campioni di Francia del Lille uno dei quartetti potenzialmente più devastanti a livello offensivo della lega è stato formato. Il 2022 dovrà nascere sotto la stessa stella, quella dell’ambizione e del tentativo di ritornare nelle sfere più alte della MLS.
Austin FC: Migliorare
Anche se la stagione inaugurale della franchigia è stata conclusa all’ultimo posto della Western Conference, segni incoraggianti si sono visti all’interno dell’organizzazione, e non solo per il nuovissimo stadio e per la vitalità del pubblico locale, subito diventato uno dei più caldi della MLS. La squadra ha mostrato giocatori interessanti come Djitté e Zan Kolmanic, e ha in Josh Wolff un allenatore ancora giovane. L’obiettivo è dimostrare che questo progetto ha ancora ampi margini di crescita.
Charlotte FC: Non fare disastri
Ormai praticamente ogni anno da quando esiste questa lista di buoni propositi c’è un expansion team che entra in MLS, e dunque è sempre bene ricordare quanto poco ci si possa attendere da una franchigia alla sua prima stagione. Avere obiettivi come la qualificazione ai playoff sarebbe esagerato, e dunque meglio accettare di partire piano. Detto questo, Charlotte sarà indubbiamente una delle squadre più interessanti della stagione. Miguel Angel Ramirez viene dall’Independiente del Valle, una delle squadre più interessanti del Sudamerica, e la franchigia ha già fatto alcune scelte di roster molto interessanti.
Chicago Fire: Ricostruire il rapporto con il mercato locale
Non che sia una cosa comune, anzi, tutt’altro, ma sembra che finalmente quest’anno in quel di Chicago ci si possa approcciare alla prossima stagione dei Fire con una qual certa positività. La passata stagione si è conclusa sì con l’ennesima assenza ai playoff, con l’addio a Raphael Wicky e con una sorta di epurazione generale che ha liberato non uno ma due spot da Designated Player a conferma della fine di un ciclo, a dir la verità breve, sotto la guida del tecnico svizzero, ma ha anche portato in dote un nuovo logo disegnato in stretta collaborazione con la tifoseria che aveva così ferocemente bocciato il precedente tentativo di rebranding e soprattutto un record di presenze allo stadio dal ritorno a Soldier Field. Aggiungiamoci anche la certificazione dell’ottimo lavoro fatto con il settore giovanile in questi anni, come confermato dall’atterraggio della navicella Slonina nella porta della prima squadra e dalla vittoria della prima edizione del torneo Under 19 della MLS Next e si ha l’impressione che il nuovo tecnico Ezra Hendrickson abbia ricevuto in eredità una franchigia che sembra finalmente muoversi nella direzione giusta. L’ex nazionale saintvincentino arriva nella Windy City come uno dei simboli di questa ritrovata positività intorno al primo expansion team nella storia della lega, dopo anni eccellenti come assistente allenatore in alcune delle organizzazioni più vincenti della MLS, inclusi i Columbus Crew con cui ha vinto la MLS Cup nel 2020 come primo assistente di Caleb Porter.
FC Cincinnati: Smetterla di essere disfunzionali
E sia chiaro, non finire ultimi, come accaduto finora in tutte e tre le stagioni di Cincy al massimo livello, non può essere a questo punto considerato un miglioramento sufficiente. Anche perché l’ambizione mostrata dalla franchigia con gli investimenti effettuati fino ad ora non può accompagnarsi con questi risultati sul campo ed essere felice di farlo. Mentre continuano i dubbi sull’effettiva influenza del presidente Jeff Berding sulle questioni di campo, comunque, e siccome la MLS è, come tutte le sue colleghe nordamericane, una copycat league, Cincinnati ha deciso di affidarsi al modello Union, prendendo come GM Chris Albright, ex direttore tecnico di Philadelphia e di fatto braccio destro di Ernst Tanner nella costruzione della squadra, che a sua volta ha preso come allenatore Pat Noonan, braccio destro di Jim Curtin in panchina come primo assistente degli Union. La direzione non potrebbe essere più chiara, e già questo potrebbe aiutare, e molto, la gestione di una squadra che non sembra mai essere stata troppo in controllo della sua strada nel suo primo triennio in MLS.
Colorado Rapids: Non essere più solo una sorpresa
Perché lo scorso anno, nonostante il già ottimo lavoro fatto dalla franchigia e dall’allenatore Robin Fraser, nessuno si aspettava che questi Rapids potessero competere per la vetta della loro conference. Ma quest’anno la loro targa la prenderanno tutti, e le avversarie si presenteranno con la consapevolezza di poter ottenere uno scalpo molto importante in caso di vittoria, e questo già dalla regular season contribuirà a rendere decisamente più complessa la stagione degli uomini in maglia burgundy. Ah, se poi un qualche aiuto economico proveniente dalla proprietà riuscisse a portare magari un DP nuovo nella franchigia, son sicuro che Fraser e il front office abiurerebbero tranquillamente su un paio di punti della loro identità da underdog perenni.
Columbus Crew: Resistere alla tentazione di premere il panic button
Perché ok, la stagione 2021 è stata difficile, martoriata da infortuni e assenze di ogni tipo, e anche una mancata qualificazione ai playoff pur partendo da campioni della MLS in carica non può essere abbastanza per far gridare all’allarme all’interno del nuovo quartiere generale della franchigia dell’Ohio. Però ecco, se, con la memoria ancora fresca dell’eliminazione avvenuta nel Decision Day ma a dir la verità certificata già qualche settimana prima, la nuova stagione dovesse iniziare con più di qualche difficoltà, la tentazione di premere il grande bottone rosso e di far esplodere tutto quanto potrebbe insinuarsi in qualche testa pensante del front office, magari proprio al GM Tim Bezbathcenko. Ma sarebbe la decisione più sbagliata possibile.
DC United: #TrustTheProcess
Il primo anno di Hernan Losada in MLS non ha portato con sé la qualificazione ai playoff, ma ha certo portato tutto il resto. Dall’attenzione di un pubblico anestetizzato da anni di BennyBall che avrà pure dato qualche risultato ma che non ha mai gasato come il pressing a tutto campo e le vertigini contropiedistiche di una squadra con quelle che sono a tutti gli effetti ali offensive come esterni a tutto campo – Julian Gressel e l’homegrown Kevin Paredes – alla valorizzazione di un roster che non è particolarmente costoso, non può contare su DP di altissimo livello e che pure ha dimostrato di poter competere senza grossi problemi fino all’ultima giornata. I segnali non possono che essere positivi sotto ogni punto di vista. Questo è il momento in cui un eventuale sfalsamento delle aspettative, sia anche leggero, tra dirigenza, staff e giocatori può limitare significativamente i margini di crescita dell’intero progetto tecnico. E l’obiettivo della franchigia in questo 2022 non può che essere la chiarezza e la trasparenza assoluta nei confronti delle aspettative future. I risultati sul campo poi arriveranno, ma non possono prescindere da questo punto di partenza.
FC Dallas: Reinvestire i soldi di Ricardo Pepi in un roster finalmente competitivo
Non si può dire nulla alla franchigia texana riguardo al lavoro svolto con il proprio settore giovanile. Semplicemente è eccezionale. Negli ultimi dodici mesi Dallas ha guadagnato circa trentacinque milioni di dollari vendendo i propri homegrown in Europa, e tra questi ci sono i venti milioni per Ricardo Pepi che rappresentano un record per la vendita più costosa nella storia della MLS. Quello che però si può criticare è la maniera in cui questi soldi sono stati reinvestiti. Dallas ha in Franco Jara uno dei dieci giocatori più pagati della lega, ma le prestazioni non valgono minimamente lo stipendio riconosciuto al DP dalla franchigia texana, e alla stessa maniera la stragrande maggioranza degli acquisti dal mercato estero sono risultati deludenti. Negli ultimi anni Dallas ha perso un patrimonio di conoscenze enorme, visto che fino a pochi anni fa poteva essere legittimamente considerata la franchigia migliore nello sfruttare il mercato sudamericano. Con questo tesoretto nelle tasche, questo è il momento giusto per cambiare questa traiettoria.
Houston Dynamo: Ricostruire, ma soprattutto ricostruirsi
Con la prima parte del proposito per questo 2022 della franchigia texana si intende ovviamente la squadra, incapace di sollevarsi dalla mediocrità dopo essere stata in seguito al suo arrivo da San José una big della MLS, oltre che della sua cronica incapacità di sfruttare una delle regioni più ricche di talento negli Stati Uniti – anche se Tab Ramos, da quel punto di vista, ha garantito qualche miglioramento – una missione affidata alla coppia composta da Pat Onstad come GM e da Paulo Nagamura come capo allenatore. Con la seconda parte ci si riferisce all’identità della franchigia, alla sua situazione fuori dal campo, al suo rapporto con la tifoseria e la città che è praticamente inesistente, come stanno a dimostrare uno stadio che nonostante il suo essere una struttura di buon livello, la sua posizione strategica nella downtown cittadina e l’essere nel mezzo di una delle più grandi città del paese è praticamente sempre vuoto. Per risolvere questa questione non si può prescindere dal lavoro della proprietà e di Ted Segal, che lo scorso anno ha acquisito la maggioranza delle quote della franchigia e il cui ciclo di fatto ha inizio a partire da questa stagione 2022.
Sporting Kansas City: Far funzionare al meglio Johnny Russell e Daniel Salloi insieme
SKC nel 2021 ha avuto un finalista per il titolo di MVP – Daniel Salloi – e probabilmente il miglior giocatore nell’ultimo quarto di stagione regolare – Johnny Russell. Eppure, i prime, se vogliamo definirli tali anche all’interno della singola stagione, dei due giocatori non sono coincisi, anzi, sono come rimasti separati, come piazzati in due differenti e non comunicanti tra loro sacchetti di plastica. Esiste un problema di coabitazione tra i due? Il pollaio è troppo piccolo per due galli? Ci sono altri stereotipi che potrei utilizzare per aggiungere interrogativi che dicono più o meno la stessa cosa? La risposta spetta a Peter Vermes, e nel caso dovesse essere affermativa – cosa che mi sorprenderebbe, se chiedete a me, ma che non è possibile escludere al momento – sarebbe una bella grana da risolvere per il tecnico più longevo in MLS.
Los Angeles Galaxy: Andare ai playoff, preferibilmente in scioltezza
Voi vi sentireste di dire che il primo anno di Greg Vanney a Los Angeles è andato male? Capisco che non sia andato bene, che non abbia ottenuto il massimo possibile, che la qualificazione ai playoff dovrebbe essere, nelle intenzioni di dirigenza e tifosi, un dato acquisito ogni anno per status, storia e investimenti, ma guardando l’andamento della stagione vi sentireste di affermare che questi Galaxy sono stati una *brutta* squadra? Io no, personalmente. Il Chicharito è tornato a segnare! Julian Araujo ha mostrato margini di crescita incoraggianti! Jonathan Bond è un eccellente portiere! Questi sono segnali positivi che non possono essere sottovalutati. Certo, la beffa dell’ultima giornata è clamorosa, e la mancanza di continuità è preoccupante, ma la strada intrapresa, soprattutto con un posto da DP da riempire dopo l’addio di Jonathan Dos Santos, sembra essere quella giusta e sembra poter garantire grandi soddisfazioni. Certo, ci si dovrà sbrigare, perché la pazienza è poca, ma forse si dovrebbe anche iniziare a considerare che dopo anni disastrosi questi Galaxy non possono più permettersi di fare gli schizzinosi e pretendere lo statuto di contender ogni stagione.
Los Angeles FC: Ricostruire
Qualora non fosse diventato evidente con la cessione di Diego Rossi al Fenerbahce, la prima era nella storia di LAFC è terminata con l’addio a Bob Bradley come capo allenatore. Di fatto, l’unica decisione rimasta ancora senza soluzione e che definirà quanto netto sarà il taglio tra il progetto tecnico inaugurale e quello in partenza in questo 2022 è quella inerente al rinnovo di Carlos Vela. Che il messicano resti o meno, comunque, la squadra che scenderà in campo il prossimo anno sarà estremamente diversa e, vista l’assunzione di Steve Cherundolo come capo allenatore, sembra indicare l’inizio di un progetto a lungo termine in cui anche la valorizzazione dei talenti del settore giovanile – i cui primi prodotti stanno finalmente arrivando in prima squadra – svolge un ruolo importante. L’ex Mr Hannover, dopo aver iniziato la carriera proprio nel settore giovanile del club tedesco, di cui allenava l’Under 15, è volato nei suoi Stati Uniti per diventare il capo allenatore dei Las Vegas Lights, squadra USL che di fatto ha svolto – e svolgerà anche quest’anno – il ruolo di development squad della franchigia californiana. Dopo appena una stagione ecco subito il salto al livello superiore, in cui avrà la possibilità di lavorare con alcuni ragazzi passati per le sue mani a Sin City – Mamadou Mbacke Fall è il primo che viene in mente vista la crescita mostruosa avuta nel 2021 – ma anche con la nuova stella della franchigia, quel Chicho Arango che in neanche mezza stagione è riuscito a prendersi il titolo di Newcomer Of The Year segnando praticamente un gol a partita.
Inter Miami: Rimettere in piedi una situazione salariale complessa
L’anno scorso la MLS ha annunciato punizioni mai viste prima nei confronti di Inter Miami per le violazioni piuttosto estreme del salary cap effettuate dalla franchigia allora gestita da Paul McDonough – squalificato per un anno dalla partecipazione alle operazioni calcistiche della lega, ora tornato ad Atlanta – e gli effetti di quel disastro – con i due contratti da DP per Matuidi e Reyes che Miami ha goffamente tentato di nascondere– impatteranno ancora per un po’ di tempo il lavoro del nuovo GM Chris Henderson. Per fortuna della franchigia però, l’ex assistente GM dei Sounders ha subito messo in mostra la sua maestria e la conoscenza delle minuzie salariali della lega, sparacchiando un po’ in tutto il paese salari importanti e riuscendo comunque a ricavarne non solo qualcosa più di nulla, ma anche un pacchetto decisamente interessante comprendente anche l’arrivo da LAFC di Bryce Duke, classe 2001 cresciuto tra Barça Academy e Real Salt Lake che ha mostrato lampi di valore assoluto nelle due stagioni con la maglia nera dei californiani. La situazione è critica, ma se proprio ci si deve trovare in una mareggiata di questo tipo, meglio farlo con un marinaio esperto alla guida, e a Miami sembrano essersi messi in buone mani.
Minnesota United: Trovare la soluzione definitiva al dilemma attaccante
A me spiace essere foriero di cattive notizie, ma mi sa che neanche Adrien Hunou è la risposta decisiva all’enigma che Minnesota United si porta dietro fin dal suo ingresso in MLS, ovvero “dove diavolo lo troviamo un attaccante da quindici venti gol che ci possa finalmente trasformare in una contender?” Non che sia necessariamente una sorpresa, a meno che non rientriate nella categoria di persone per cui automaticamente un giocatore che arriva in MLS dall’Europa dovrebbe raddoppiare la sua produzione quasi solo per la reputazione del campionato da cui proviene, perché in effetti vedere i numeri del francese rivelano che la sua non è stata necessariamente una stagione negativa, quanto piuttosto una perfettamente nella media di quanto mostrato fino ad ora in carriera. Nelle ventisei presenze della sua prima annata in MLS l’ex Rennes ha totalizzato sette gol, per una media di una rete ogni duecentoquarantasei minuti giocati, che è praticamente lo stesso esatto numero – in quel caso è a quota duecentoquarantacinque – di minuti tra una rete e l’altra totalizzato sul sample abbastanza consistente di centoventiquattro presenze nel massimo campionato francese. Personalmente credo che sia corretto provare a fare un altro tentativo con lui e provare a vedere se si riesca a migliorarne la produzione, ma si potrebbe anche provare ad esplorare il mercato alla ricerca di qualche occasione. Per il resto, comunque, la grana più urgente per i Loons potrebbe riguardare la loro stella Emanuel Reynoso, colui che teoricamente dovrebbe servire gli assist a Hunou, resosi protagonista di fatti di cronaca nella natia argentina.
CF Montreal: Continuare a valorizzare il mercato interno
L’ottima prima stagione di Wilfried Nancy alla guida di Montreal conclusasi ad un passo dal sogno playoff è stata tale anche per l’abilità da parte della franchigia di trovare valore in quello che è senza dubbio un mercato ancora troppo spesso sottovalutato da chi ha potere decisionale in questa lega, quello interno. Via trade i canadesi sono riusciti ad acquisire pezzi importanti della rosa come Kamal Miller, che ha dimostrato di saper sostituire al meglio Luis Binks, volato a Bologna, e si è definitivamente preso anche un posto da titolare nella nazionale canadese, e Djordje Mihailovic, reduce da una stagione che dovrebbe quanto meno farlo tenere nella considerazione di Gregg Berhalter per lo USMNT. E anche in questo 2022 sembrano pronti a mantenere ancora una volta questo proposito, vista la trade recentemente completata per Alistair Johnston, terzino sinistro fondamentale in questo biennio a Nashville, garantendosi di fatto metà della difesa della nazionale canadese che tanto bene sta facendo nelle qualificazioni mondiali a Qatar 2022.
Nashville SC: Trovare più contributi dai DP che non si chiamano Hany Mukhtar
Nessuno in MLS nel 2021 ha segnato più gol e raccolto più assist di Hany Mukhtar, con il tedesco capace di raccogliere rispettivamente sedici gol e dieci assist. Ventisei contribuzioni dirette a marcature della sua squadra, che lo cementano come uno dei giocatori più decisivi dell’intera lega. Quando però si va a vedere la classifica dei gruppi di Designated Players che hanno aggiunto più marcature alla propria squadra si realizza che Nashville, pur essendo seconda, è ferma solamente a quota trentatré. Jhonder Cadiz e Aké Loba, gli altri due DP di Nashville, hanno dunque raccolto, insieme, solamente sette marcature. Troppo poco per dei giocatori chiamati a garantire alla franchigia il salto di qualità. Nell’inizio di vita eccezionale avuto in MLS da Nashville, questa di chi affiancare con continuità ad Hany Mukhtar è forse l’unica grande macchia su una costruzione del roster impeccabile. E sarà importante risolverla al più presto.
New England Revolution: Non gettare via le certezze acquisite
Molto spesso un’uscita prematura ai playoff può portare lo spogliatoio a rivalutare quanto di incredibilmente positivo ottenuto fino a quel momento. Non sarebbe la prima volta che il progetto tecnico di una franchigia sia definitivamente incrinato da un passaggio a vuoto nella post-season. Ma New England viene dalla miglior stagione regolare nella storia della MLS e ha dimostrato di possedere una corazzata. Questo è un punto da cui partire, ed è fondamentale che Bruce Arena lo tenga come Stella Polare della stagione dei suoi Revs.
New York Red Bulls: Dare solidità al gruppo più giovane in MLS
L’arrivo di Gerhard Struber sulla panchina dei Red Bulls ha rappresentato un cambio di rotta significativo per la franchigia, la decisione di abbracciare pienamente e senza alcun traballamento direzionale l’ethos del conglomerato Red Bull e l’identità da vertigine pallonara fatima di giovani talenti, filtrata per di più attraverso l’estremizzazione deep-fried dello stesso concetto vissuta dal tecnico austriaco nella sua esperienza al Barnsley. I Red Bulls sono la squadra più giovane della MLS e potrebbero esserlo ancora di più in seguito alla firma da free agent a Nashville di Sean Davis, l’homegrown che, a ventotto anni, rappresenta la cosa più vicina ad un veterano navigato capace di vedere il campo con costanza nel 2021 dei newyorchesi del New Jersey. Aggiungiamoci il quasi certo ritorno in prestito di Caden Clark dalla casa madre a Lipsia e abbiamo di fronte una squadra che potrebbe ancora non averci fatto vedere nulla del fino a dove siano disposti ad arrivare con la loro vitalistica fiducia nella gioventù.
New York City FC: Confermarsi
Cosa altro puoi chiedere ai campioni in carica? Le aspettative devono essere altissime, anche se la off-season potrebbe vedere l’addio della stella assoluta della franchigia, Valentin Castellanos, direzione Europa – o Palmeiras – e del primo homegrown decisivo in una finale di MLS Cup – James Sands, che già da un anno a dir la verità sembra pronto per l’Europa. Anche perché a New York City non mancano né i soldi, né l’ambizione né, soprattutto, visto quanto fondamentale sia il cap in MLS, lo spazio salariale per effettuare investimenti importanti. NYCFC ha al momento due spot da DP da riempire, e se Talles Magno dovesse fare nel corso di questa off-season lo step up che ci si aspetta da un giocatore con quel talento, i newyorchesi potrebbero approcciare la prima stagione da campioni in carica con tre nuove ed efficientissime frecce al proprio arco per tentare il bis.
Orlando City: Colmare il vuoto a forma di Nani e Dike
In questa off-season Orlando City ha dovuto dire addio a titolo definitivo al suo migliore giocatore. E poi anche a Nani, il suo giocatore più pagato. A parte le battute – che però sono solo parzialmente tali, perché nella sua annata da sophomore, pur giocata solo parzialmente visto il prestito al Barnsley e poi la convocazione in Gold Cup, il prodotto da Virginia è stato fondamentale – comunque è chiaro che ci troviamo in un inverno di bivi decisivi per la franchigia della Florida. Come sostituisci quel tipo di produzione? Come riesci a replicare un sistema che ha perso i suoi due giocatori chiave, o comunque i più visibili, avendo soprattutto a disposizione un solo slot da utilizzare in quelli che teoricamente, in questa lega, sono i game changer? La brutta notizia è che non si può, ma la bella, come a citare Brad Pitt in Moneyball, è che si possono esplorare altre strade che magari potrebbero anche essere più fruttuose. Un’opzione ad esempio potrebbe essere quella di Facundo Torres, stella del Penarol classe 2000 che permetterebbe di sostituire Nani come DP, e parzialmente anche come posizione in campo, e di farlo investendo i soldi ricevuti dal West Bromwich Albion per Daryl Dike in un giocatore comparabile per età e potenziale. L’uruguagio al momento sembra interessato ad aspettare l’Europa, ma Orlando può contare sul fatto 1) che la sua sessione di mercato termini più tardi rispetto al Vecchio Continente e 2) su una situazione economica certamente florida, anche visto il recente cambio di proprietà.
Philadelphia Union: Fare l’ultimo step
Il rapporto con i playoff degli Union di Jim Curtin in queste ultime tre stagioni che hanno rappresentato la fioritura di un ciclo a lungo termine dalle enormi potenzialità è stato contraddistinto da una continua crescita fatta di tanti piccoli baby step. Prima è arrivata la qualificazione, poi la prima statement win contro i New York Red Bulls nel 2019, poi la prima grande delusione in seguito all’eliminazione al primo turno da vincitori del Supporters’ Shield per mano dei New England Revolution nel 2020 e infine la qualificazione alla prima finale di conference nella storia della franchigia. Con la crescita di un nuovo ciclo di homegrown pronti a prendersi la squadra, l’obiettivo a medio termine non può non essere quello di completare la traiettoria e di arrivare finalmente a giocarsi la finale per la MLS Cup.
Portland Timbers: Dare nuova linfa ad un ciclo andato due volte vicinissimo al traguardo più importante
Come farlo è ancora un mistero. Cercare di mantenere per quanto più possibile insieme la banda sperando che la vecchia ricetta funzioni ancora oppure provare una sorta di ricostruzione? E qualora l’opzione sia la seconda – ed è lo scenario più probabile, come vedremo – quanto del gruppo arrivato in finale di MLS Cup appena un mese fa confermare e quanto provare a rinnovare? Detto del probabile addio di Diego Valeri – su cui però abbiamo zero annunci ufficiali e solo la passerella in finale di MLS Cup che sembra sottintendere un addio, con un rigore sbagliato come ultimo tocco di palla del Profe in maglia Timbers – gli ultimi giorni hanno portato anche segnali importanti sul probabile addio dell’altra stella argentina della franchigia, Sebastian Blanco, con cui sembra essere saltato l’accordo per un possibile rinnovo di contratto.
Real Salt Lake: Trovare finalmente un nuovo proprietario
La saga riguardante l’uscita di Dell Loy Hansen in seguito alle sue uscite razziste nell’ormai sempre più lontano autunno 2020 non è ancora terminata, e visto quanto rapidamente vengano vendute le altre franchigie MLS questo è un dato sempre più preoccupante. Per fortuna all’orizzonte inizia a farsi sempre più grande la sagoma di una potenziale risoluzione. David Blitzer, co-proprietario di New Jersey Devils e Philadelphia 76ers sembra vicino, secondo quanto riportato da Sportico, a prelevare la franchigia, la cui vendita è al momento controllata dalla MLS ma che economicamente è ancora supportata da Hansen, e c’è solo da augurarsi che la vicenda venga chiusa quanto più velocemente possibile, dando così la possibilità a Pablo Mastroeni – confermato dopo aver svolto il ruolo ad interim nella cavalcata alle finali di Conference – e alla squadra di lavorare finalmente in un ambiente stabile per il futuro della franchigia.
San José Earthquakes: Dare un futuro al post-Wondo
Anche se il contributo del miglior marcatore nella storia della MLS era da un po’ in calo e certo non decisivo come nel suo prime, comunque è l’unica ipotesi che mi sento di fare riguardo ad un buon proposito per l’anno degli Earthquakes semplicemente perché, negli ultimi mesi, i californiani sono stati imperscrutabili e si portano dietro nel 2022 un mare di incognite. Tutti i segnali dalla scorsa estate in poi, incluso un rimescolamento significativo dell’organico della franchigia fuori dal campo, con Chris Leitch promosso internamente da direttore tecnico a General Manager e Chris Wondolowski passato direttamente a fargli da assistente il giorno dopo il suo ritiro, facevano pensare anche ad un cambiamento della guida tecnica, con un Matias Almeyda vicino alla scadenza, accostato con praticamente qualsiasi altra squadra del continente e in generale quasi disilluso e portato al limite del nichilismo dalla sua complessa avventura statunitense. Eppure Almeyda è ancora lì, senza che ci siano mai state conferme decisive sul suo futuro, senza particolari annunci entusiastici sulla sua permanenza. Con quali aspettative ma forse ancora di più con quali motivazioni il rapporto tra le due parti continuerà, dopo una stagione che ha rappresentato un passo indietro rispetto alla qualificazione alla post-season ottenuta nel 2020? Le domande irrisolte sono ancora tantissime, e il problema è che lo erano anche quando, lo scorso anno, scrivevamo il de profundis degli Earthquakes 2021 e delle altre squadre non qualificate ai playoff.
Seattle Sounders: Inserire di nuovo Jordan Morris
Il 2021 dell’homegrown ex Stanford Cardinals è stata la seconda nella sua carriera spesa quasi interamente ai box per la rottura dei legamenti crociati di un ginocchio – perché purtroppo è rientrato nell’esclusivo club di quelli che se li sono rotti tutti e due – e in sua assenza i Seattle Sounders si sono dovuti reinventare tatticamente, passando ad una difesa a tre mai vista prima e caricando molte più responsabilità in fase di costruzione attraverso il centro, dove Joao Paulo ha avuto una stagione da candidato al titolo di MVP. Con l’anno nuovo, Morris è pronto a riprendersi quel posto da leader tecnico della squadra che era stato in grado di prendersi nel 2020 e dal suo stato di salute potrebbero dipendere molte delle scelte di Brian Schmetzer alla ricerca della terza MLS Cup e della sesta finale in otto anni.
Toronto FC: Ripartire da Bob Bradley (e da Insigne)
Dopo l’addio di Greg Vanney, si aveva l’impressione che Toronto volesse ripartire con un progetto tecnico fondato sui giovani, soprattutto quelli provenienti dal florido settore giovanile. Ad Ayo Akinola sembrava spettare lo scettro di centravanti che Jozy Altidore aveva lasciato per strada nel mezzo delle sue disfide di Barletta con la dirigenza mentre Chris Armas, proveniente da una franchigia e da un sistema che punta molto sui giovani come quello della Red Bull nella sua sede di Harrison, New Jersey, iniziava ad inserire anche in CONCACAF Champions League ragazzi delle giovanili come Noble Okello, Luke Singh e Jakob Shaffelburg. La stagione disastrosa ha portato immediatamente a dei ripensamenti e, anche se è impossibile immaginare Toronto possa dimenticarsi completamente del patrimonio importante che ha alle spalle – su tutte il 2004 Jahkeele Marhsall-Rutty, che potrebbe benissimo esplodere nella stratosfera da qui a tre mesi – il periodo dei Galacticos allo sciroppo d’Acero sembra pronto a rigenerarsi con un nuovo flusso di talento. Il quasi certo ritorno inglorioso in Sud America dopo un semestre disastroso da exchange student distratto di Yefferson Soteldo dovrebbe liberare lo spazio per l’atterraggio della versione extra-lusso con idromassaggio inclusa del giocatore venezuelano, aka Lorenzo Insigne, mentre in Bob Bradley – riunito finalmente al figlio Michael dopo i tempi con lo USMNT – TFC trova un allenatore che sa come gestire le luci della ribalta e le stelle iper-tecniche – citofonare Vela per informazioni. Tutto questo mentre c’è da fare i conti con il caso Altidore: le ultime stagioni dell’ex AZ spingerebbero a liberarsi di lui per trovare un DP magari più vicino al proprio prime, ma una trade è praticamente impossibile senza svendere completamente il giocatore – e anche in quel caso solo una franchigia disperata potrebbe cascarci – e il suo valore sul mercato internazionale sembra essere quantomeno contenuto.
Vancouver Whitecaps: Diventare una borderline contender
Il progetto tecnico sotto la guida del direttore del recruitement Nikos Overheul ha rapidamente rimesso in piedi una franchigia che da tempo sembrava crogiolarsi nell’indifferenza. La trade per Brian White ha dotato i Caps di un attaccante di assoluto valore, l’arrivo di Ryan Gauld ha consegnato a Vanni Sartini – subentrato ad interim a Marc Dos Santos e poi diventato capo allenatore dopo la cavalcata conclusasi con la partecipazione ai playoff – e in generale la squadra sembra su una traiettoria enormemente positiva. Dopo tutti i miglioramenti mostrati in così poco tempo – questi sono stati i primi dodici mesi di Overheul nella metropoli canadese – è legittimo aspettarsi che nel 2022 i playoff non siano solamente una sorpresa potenzialmente molto gradita, ma anche l’obiettivo da attendersi fin dall’inizio della stagione.
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