L’impresa di Vanni Sartini coi Vancouver Whitecaps
SONO VANNI “MR BEAN” SARTINI: RISOLVO PROBLEMI
Nel segno del cinema. E non può essere altrimenti se il film… pardon, la carriera, te la giri te. Regista di se stesso, ma anche sceneggiatore e attore protagonista. La seconda in panchina in MLS da avversario di Matthew McCounaghey, il complimento più bello 5 giorni fa, da Will Ferrell, nel corso della sfida contro i suoi Los Angeles FC: Vanni Sartini non avrà ancora la stella a Hollywood, ma ce l’ha sulla strada che ha portato i Vancouver Whitecaps ai playoff.
Il pareggio nel Decision Day contro i Seattle Sounders, gara terminata 1-1, ha permesso all’allenatore italiano di portare i suoi ragazzi nella post season, con un’escalation incredibile. Prima della sua promozione, da Assistant coach a coach vero e proprio, il 27 settembre 2021, i canadesi avevano vinto tre gare, ne avevano pareggiate 6, ne avevano perse 7, subendo, in totale, 27 gol e realizzandone 18. Poi Marc Dos Santos è stato mandato via ed è arrivato il rampante toscano, che ha messo insieme 7 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte. Un ruolino di marcia da urlo, un ruolino di marcia da playoff, quasi da Supporters’ Shield.
“Vancouver though, much improved right?” queste le parole di Will Ferrell, l’uomo del polpettone in 2 single a nozze, l’uomo ribelle in Blades of Glory, l’uomo del singolo barche e porche in Fratellastri a 40 anni. E l’uomo che ha paragonato il nostro Vanni Sartini a Rowan Atkinson, all’universo noto come Mr Bean. E se una volta, per risolvere i problemi si chiamava Mr Wolf, beh… in Canada tocca a Mr Bean.
Sì, perché c’è solo Vanni ‘mr Bean’ Sartini, from Canada, ai playoff: Toronto fuori, Montreal fuori, Vancouver no. Quindi il toscano che ha lavorato con Nicola a Livorno e a Bari, che è stato per anni nella nostra federazione, che è stato ‘portato via’ dalla quella americana per formare i coach del futuro, è l’unico rappresentate di due mondi nei playoff della MLS: quello italiano e quello canadese, che spesso sono andati a braccetto.
Quando lo vedevano, prima delle lezioni americane, gli dicevano “catenaccio”, che è il rappresentate calcistico della “pizza” quando ti presenti come italiano a qualsiasi persona straniera vivente sul globo terreste. Lui si è fatto una risata, come quando è stato paragonato a Mr Bean. Forza della serenità, forza delle idee, forza della preparazione. Fuori e dentro il campo: scelto come ‘italiano all’estero’ ai tempi della federazione per la sua abilità con le lingue, si è fatto notare anche da un punto di vista tattico, cambiando da un iniziale 4-3-2-1 al 3-4-1-2 finale, sintomo di intelligenza assoluta, non andando a stravolgere ciò che c’era prima. Il tutto con calma e in silenzio, regalando felicità. Già, come Mr Bean.
LA NOSTRA INTERVISTA ESCLUSIVA CON VANNI SARTINI NEL 2019
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