Guida ai playoff NWSL 2021

Siamo ormai arrivati alle fasi decisive della stagione, la nona nella storia della NWSL, e dunque è il momento di prepararci per quella che sarà la fase più breve ma anche maggiormente ricca di emozioni e storylines di questo 2021, ovvero i playoff, che di fatto, nella forma in cui li conosciamo, mancano ormai da due stagioni, e la loro assenza certo si è fatta sentire. Nel 2020 infatti il torneo nella bolla dello Utah, la prima edizione della Challenge Cup, è di fatto servito per assegnare il titolo valido per l’anno 2020, mentre le Fall Series che hanno riportato le varie squadre nei loro mercati hanno solo permesso di mettere ordine nella stagione e di far raccogliere altri minuti nelle gambe delle atlete all’interno di una stagione veramente assurda e mai vista prima. E allora nel 2021 la NWSL è ripartita nel suo classico formato, e con l’espansione a dieci franchigie si prepara ad un quadro di playoff composto da sei partecipanti, un campo allargato rispetto ai playoff a quattro dell’ultima edizione.

Le prime due in classifica nella regular season hanno diretto accesso alle semifinali, saltando così il turno preliminare che servirà a ridurre a quattro le contendenti al trofeo. Il seed #1, le Portland Thorns, affronteranno la squadra che uscirà vincente nello scontro tra quinta e quarta della stagione regolare, il seed #2 dovrà invece affrontare chi trionferà tra terza e sesta. Dopo una gara singola giocata in casa del seed più alto si passerà alle semifinali, anche queste in gara unica in casa della squadra più forte in regular season, e le vincenti si sfideranno nella finale, che si svolgerà al Lynn Family Stadium di Louisville il venti novembre prossimo.

Saranno dunque dei playoff tiratissimi e rapidissimi, che rischiano di volare via per quanto divertenti. Cinque partite e nel giro di tredici giorni avremo ufficialmente una franchigia in grado di succedere alle North Carolina Courage del 2019 – o alle Houston Dash, se vogliamo considerare la loro Challenge Cup l’equivalente 2020 del NWSL Championship – come campionesse della lega. Prima di quel momento, comunque, proviamo a capire quali potrebbero essere i temi dei prossimi playoff analizzando tutte le squadre che vi prenderanno parte, in rigoroso ordine di classifica e dunque di seeding.

#1 – Portland Thorns – 13V-4P-6S (4-2-3 nelle ultime 10)
MVP della regular season: Bella Bixby (9 clean sheet, seconda nella lega, alla guida della squadra con la migliore difesa)
Storyline più interessante: Christine Sinclair potrebbe aver scoperto il segreto della vita eterna
Una ragione per cui potrebbero vincere: Sophia Smith che esplode definitivamente in modalità supernova
Una ragione per cui potrebbero non vincere: La maledizione di chi vince lo Shield – che non è una tradizione NWSL, al contrario della MLS, ma insomma, quei giorni in più di pausa potrebbero essere uno svantaggio in quanto a ritmo partita

Ci sono state molte incertezze in questa stagione 2021 della NWSL. Una cosa però non è mai sembrata in dubbio. Le Portland Thorns sono la migliore squadra della lega, e hanno dominato la regular season in una maniera che forse dalla classifica non riesce neanche a trasparire del tutto. Devono per forza di cose essere considerate come le favorite per questi playoff, anche perché questo 2021 potrebbe effettivamente rappresentare l’ultima occasione per questo gruppo di aumentare il proprio bottino di trofei. In effetti, l’impressione che questa possa essere una sorta di Last Dance è confermata dall’addio certo al termine della stagione di Mark Parsons, da settembre allenatore anche della nazionale dei Paesi Bassi e che al termine della NWSL abbandonerà proprio la panchina di Providence Park per dedicarsi esclusivamente al ruolo di selezionatore, e lasciata intendere dalla data di nascita presente sulla carta d’identità di Christine Sinclair, senza dubbio la calciatrice più rappresentativa nella storia delle Thorns – fu capocannoniera della squadra per la prima volta nel 2013, quando la squadra vinse la NWSL per la prima volta – che ormai recita “trentotto” alla voce anni. Aggiungiamoci poi Meghan Klingenberg, che a trentatre anni non è così vecchia ma ha svolto un ruolo fondamentale all’interno del ciclo 2016-2021, e Becky Sauerbrunn, che di anni ne ha fatti trentasei nel 2021, e magari non si arriva a tre indizi che fanno una prova, ma almeno due e mezzo li abbiamo. Ma questa squadra non sembra equipaggiata alla perfezione solo per andare alla ricerca di un ultimo trofeo, piuttosto sembra poter essere in grado di effettuare tranquillamente e senza troppi scossoni la transizione alla prossima generazione in grado di contendere senza troppa fatica. Crystal Dunn è nel suo prime, Lindsay Horan ci è appena entrata, e Simone Charley sembra aver smaltito la delusione per aver mancato di un centimetro la qualificazione ai mondiali di atletica nel salto triplo ai tempi del college a Vanderbilt, diventando una figura centrale all’interno del centrocampo di Mark Parsons, ma sopratutto Bella Bixby e Sophia Smith si preparano ad almeno un decennio se non anche di più al centro dell’attenzione. Bixby, classe 1995, è una late bloomer in un ruolo come quello del portiere che naturalmente è più longevo rispetto agli altri, e dalla Challenge Cup del 2020 si è presa indiscutibilmente il posto da titolare nella porta delle Thorns, mentre Sophia Smith, classe 2000 e prima scelta assoluta al Draft 2020, ha passato ormai quasi due stagioni ad imparare i segreti del mestiere da Christine Sinclair, che come istruzione è tipo un dottorato in fisica quantistica al MIT, e i risultati della sua educazione si vedono sul campo, dove è già uno dei principali pericoli per una difesa NWSL.

#2 – OL Reign – 13V-3P-8S (7-2-1 nelle ultime 10)
MVP della regular season: Bethany Balcer (9 gol, seconda nella lega)
Storyline più interessante: Può un trofeo allontanare lo spettro della rilocazione?
Una ragione per cui potrebbero vincere: Sono la squadra più in forma di quest’ultima frazione di stagione regolare
Una ragione per cui potrebbero non vincere: Non è detto Sarah Bouhaddi abbia ancora il fisico a trentacinque anni per giocare da sweeper keeper

Gli ultimi anni sono stati di estrema instabilità per le Reign, in tutte le loro incarnazioni. Prima, nel 2019, è arrivato l’accordo per giocare in quel di Tacoma, che ha portato la franchigia a togliere il nome della città di Seattle dalla propria denominazione e rimanere solamente Reign FC. Poi nel 2020 è arrivato il Lione e la franchigia è diventata nota come OL Reign, in quello che è di fatto il primo caso di multiproprietà nel calcio femminile contemporaneo. E questo periodo di instabilità potrebbe non essere terminato se è vero che la proprietà francese starebbe pensando di trasferirsi in una località un minimo più attrattiva di Tacoma, con qualche ambizione di andare a Miami – una grande squadra europea che vuole aprire una succursale in un big market statunitense, questa sì che è una novità mai sentita prima. Eppure, in questo periodo di complicazioni, in cui tutto sembra in bilico, due certezze, due colonne sono ritornate per rimettere su stabili gambe il presente di questa franchigia. La prima è Laura Harvey. La nativa di Nuneaton, prima allenatrice nella storia delle Reign nonché più longeva figura al timone della franchigia, con cinque stagioni tra il 2013 e il 2017, è tornata nello stato di Washington in questo 2021 dopo due anni alla guida dello USWNT Under 20 in cui di fatto, per colpa della pandemia, non ha quasi mai potuto allenare se si esclude un campionato CONCACAF vinto all’inizio del 2020. La seconda, ovviamente, è Megan Rapinoe, che pur non essendosene mai tecnicamente andata da Tacoma, ha speso la quasi totalità della stagione 2019 senza mai scendere in campo e, nel 2020, ha deciso di seguire la compagna Sue Bird nella bolla WNBA piuttosto che partecipare a quella nello Utah della NWSL, tornando dopo di fatto due stagioni complete ad avere un impiego continuativo in prima squadra – e avendo l’impatto che ci si aspetta da una calciatrice come lei. La quantità di talento a disposizione delle Reign, sopratutto dal centrocampo in su, è spaventosa. Quinn e Rose Lavelle a centrocampo sono una cintura che sarebbe probabilmente in grado di impedire ai miliardi di fermenti lattici contenuti in una bottiglietta di un certo prodotto alimentare di entrare nel nostro corpo, nessuno escluso, ma è quando si deve decidere a chi assegnare le responsabilità creative e di realizzazione della squadra che non si sa da dove partire e chi lasciare fuori. Maroszan, Le Sommer e la già citata Rapinoe sono da anni fari dell’intero movimento calcistico internazionale, ma calciatrici come Tziarra King, Bethany Balcer – nove gol nel 2021 – e Sofia Huerta – leader per assist nella lega a quota sei – non possono realisticamente non essere considerate armi di altissimo livello per una contender. Starà a Laura Harvey, finalmente tornata nel luogo in cui ha avuto maggiore stabilità e continuità come allenatrice, dare forma a questa squadra in maniera coerente, così da guidare le Reign al traguardo solo sfiorato con le finali perse nel 2014 e nel 2015.

#3 – Washington Spirit – 11V-6P-7S (6-2-2 nelle ultime 10)
MVP della regular season: Ashley Hatch (10 gol, leader nella lega)
Storyline più interessante: Trinity Rodman is the real deal? Sì, lo è
Una ragione per cui potrebbero vincere: I gol di Ashley Hatch, qualora dovessero entrare come nella stagione regolare
Una ragione per cui potrebbero non vincere: L’assenza di un coach fisso dopo il licenziamento di Richie Burke

Avete presente quel luogo topico della narrazione sportiva statunitense in cui la Giovane Stella arriva per la prima volta a testarsi ad altissimo livello sul palcoscenico più importante di tutti e molto spesso anzi quasi sempre non riesce a vincere e viene eliminata in una maniera crudele e ingiusta ma cosa ci puoi fare alla fine chi vince ha sempre ragione però siamo tutti molto tristi quando giriamo lo sguardo e vediamo la Giovane Stella che sta piangendo disperata in un angolo ma ecco che arriva l’Attempato Veterano uscito vincitore e si chiude con la Giovane Stella in un abbraccio e gli rivela all’orecchio quella che noi possiamo solo immaginare essere la formula dell’elisir segreto di onnipotenza o il segreto per una carriera duratura e vincente e la Giovane Stella annuisce mentre tenta di asciugarsi le lacrime? Ecco, sarà probabilmente questo lo scenario che accompagnerà il finale della prima stagione da professionista di Trinity Rodman. Facile dire che la classe 2002, la più giovane selezione al Draft 2021 e dunque la più giovane rookie in NWSL – tra le calciatrici sopra i sedici anni che non hanno portato la propria lega in tribunale, ovviamente – abbia fatto un’eccellente impressione, volendo proprio andarci piano con le definizioni. Trinity Rodman è arrivata in NWSL scombussolando tutte le nostre certezze, facendo il rumore e il casino che potreste aspettarvi dai Ramones qualora fossero stati invitati, per ragioni non meglio specificate, ad un matrimonio reale negli anni 70, imponendosi subito come una delle calciatrici più decisive. Perché Ashley Hatch si sarà presa le copertine diventando capocannoniere della lega con dieci reti, ma Rodman ha raccolto comunque un’eccellente bottino di marcature e sopratutto ha servito a Hatch alcune delle sue reti migliori su un piatto d’argento, rivelandosi immediatamente come una delle migliori assistwoman della lega, non solo per quantità, ma anche per qualità dei passaggi. Ma ovvio, c’è una squadra oltre a Rodman. Detto di Hatch, implacabile quest’anno, ad offrire quella tanto fondamentale abitudine all’eccellenza che viene così ricercata dai GM che hanno in mano una Giovane Stella, ci sono due campionesse del mondo come O’Hara e Sonnett – che la NWSL l’ha vinta con Portland – e una squadra solidissima in ogni reparto, con Andi Sullivan fondamentale a centrocampo. Quanto però lo scandalo scoppiato intorno all’ex allenatore Richie Burke abbia colpito queste atlete e quanto siano riuscite a togliersi dalle spalle i metodi abusivi e violenti del tecnico inglese è una grossa incognita, e forse l’ennesima ragione per cui è solo che giusto non mettere troppa pressione sulle spalle della Giovane Stella in questione, Trinity Rodman, anche se lei sembra averle decisamente larghe. Una loro vittoria coprirebbe la classe 2002 di predestinazione, una loro più probabile sconfitta sarebbe comunque solo occasione di lodi per la stagione incredibile di uno dei più grandi prospetti del calcio mondiale.

#4 – Chicago Red Stars – 11V-5P-8S (4-4-2 nelle ultime 10)
MVP della regular season: Gli autogol (no, giuro, sono i capocannonieri della squadra)
Storyline più interessante: Ertz (Julie) e Watt (Ohai) possono vincere un titolo insieme prima di Ertz (Zach) e Watt (JJ)?
Una ragione per cui potrebbero vincere: La rinascita di Mal Pugh
Una ragione per cui potrebbero non vincere: La difesa, la seconda peggiore tra le qualificate ai playoff

Non deve essere stata una stagione facilissima per Alyssa Naeher. La guardiana della porta dello USWNT e campionessa mondiale 2019 si è ritrovata davanti un reparto difensivo che l’ha esposta più volte a partite difficili e a dover affrontare un gran numero di tiri ad ogni incontro. Certamente deve aver rappresentato per lei un’esperienza contrastante rispetto a quella che può fare in campo internazionale da quando ha preso il posto di Hope Solo tra i pali della nazionale più vincente della storia del calcio femminile. Ma Naeher non è certo l’unica ad essersi trovata in una situazione complessa, a vivere una stagione quantomeno stravagante. Le Red Stars sono in effetti una franchigia strana. In una lega che è dominata da allenatori dall’accento britannico, Chicago non solo si è affidata ad un allenatore statunitense, ma è guidata da un uomo il cui rapporto con la Windy City è talmente stretto da farlo sembrare più una celebre attrazione locale come, non so, Michigan Avenue o il lungolago. Rory Dames è nato a Chicago ormai quasi cinquant’anni fa, nel 1996 è arrivato a capo della Chicago Eclipse Select, una delle squadre giovanili più importanti dell’area, e nel 2011 è diventato allenatore delle Red Stars, che da quel momento non ha più mollato nonostante addirittura un cambio di lega. La mancanza di trofei non lo ha mai allontanato dalla franchigia, ma questa occasione potrebbe rappresentare quella buona per coronare un legame inscindibile tra una persona, uno sport e una città. Ad aiutarlo c’è una squadra priva sostanzialmente di un vero e proprio leader offensivo ma che può contare sullo spirito di rivalsa di un’atleta che, a neanche ventiquattro anni, è già arrivata ad un punto di svolta della sua carriera. Mal Pugh doveva essere la next big thing dello USWNT, e ha pure vinto un mondiale, pur vedendo raramente il campo nel 2019 in Francia, ma qualcosa nella sua carriera si è inceppato, e adesso si trova davanti la sua prima grande occasione per ricostruire l’hype train che l’ha circondata per gran parte della carriera. Di fatto, da Chicago le viene chiesto di prendersi la responsabilità di leader tecnica che era di Sam Kerr, e anche se la sua stagione non è stata assolutamente paragonabile a qualsiasi cosa l’australiana abbia fatto in maglia Red Stars, il ritmo serrato dei playoff potrebbe permettere ad una calciatrice di questo talento di accendersi in un momento e di non spegnersi più per tutta la durata della post season.

#5 – NJ/NY Gotham – 8V-11P-5S (3-5-2 nelle ultime 10)
MVP della regular season: Ifeoma Onumonu (6 gol e 5 assist, unica presente tra le leader in entrambe le statistiche)
Storyline più interessante: La corsa all’ultimo trofeo di Carli Lloyd
Una ragione per cui potrebbero vincere: Nessuno potrebbe avere una risposta per Midge Purce
Una ragione per cui potrebbero non vincere: La transizione da Freya Coombe a Scott Parkinson potrebbe essere stata più complessa del previsto

Ok, possiamo dirlo, è stato un anno ASSURDO per le Sky Blue, o meglio per New Jersey, o meglio per New York / New Jersey, o meglio per Gotham FC. Prima il rebrand, che ha portato la franchigia dall’essere, come detto, le Sky Blue, al nuovo fantastico nome d’ispirazione evidentemente fumettistica. Poi la cavalcata trionfale verso la finale della Challenge Cup persa solo ai rigori contro le Thorns ha rimesso anche sul campo una franchigia che negli ultimi anni ha languito in fondo alle classifiche la proverbiale chiesa al centro del villaggio. Tutto sembrava andare splendidamente per la franchigia, che però nel giro di poche settimane ha perso l’artefice della sua rivoluzione tanto fuori quanto dentro il campo, Alyse LaHue, licenziata per una violazione della policy anti-harassment della lega, e poi la tecnica che da LaHue stessa era stata indicata come il futuro della franchigia, Freya Coombe, volata in un’altra franchigia dalle grandi ambizioni come Angel City FC, primo nome dello staff tecnico messo in piedi da Eni Aluko. Colpi del genere potrebbero distruggere una stagione, ma Gotham è riuscita a rialzarsi grazie al lavoro della nuova GM Yael Averbuch West e del nuovo tecnico Scott Parkinson, che non hanno sperperato il bagaglio tecnico e di certezze messo in piedi dalla precedente gestione. In tutto questo, le calciatrici si sono trovate a giocare nell’ultima stagione nella carriera di Carli Lloyd, con ancora la possibilità di regalare ad una campionessa del genere l’unica tipologia di successo che le è mancato in carriera, quello con la propria franchigia, visto che a livello di club ha conquistato solo una FA Cup nella stagione con il Manchester City. Per quantità di eventi decisivi, questa stagione potrebbe quasi valerne sette come per le vite dei gatti. Eppure non è ancora finita, e c’è la possibilità di scrivere un’ultima pagina assurda, di regalare un ultimo colpo di scena hitchcockiano ad un’annata che è già una decisa svolta per il futuro della franchigia. Non vogliamo portare sfortuna, ma se veramente Gotham FC dovesse riuscire a concludere la stagione 2021 alzando il trofeo della NWSL, a quel punto sarebbe veramente difficile non chiamare Hollywood e non tirare fuori in qualche modo una sceneggiatura da Black List da questa storia. Facciamo le chiamate: Grace Park come Caprice Dydasco, Lupita Nyong’o come Ifeoma Onumonu, Rachel Weisz come Carli Lloyd, Vin Diesel come Scott Parkinson e andiamo a prenderci l’Oscar Beppe.

#6 – North Carolina Courage – 9V-6P-9S (2-3-5 nelle ultime 10)
MVP della regular season: Casey Murphy (11 clean sheet, migliore nella lega)
Storyline più interessante: Come si riparte dopo il licenziamento del tuo allenatore per molestie sessuali?
Una ragione per cui potrebbero vincere: “Never underestimate the heart of a champion” (cit.)
Una ragione per cui potrebbero non vincere: La forma recente è la peggiore tra le squadre qualificate, e ha già fatto rischiare molto in stagione regolare

Se non siete in grado di assegnare alla Challenge Cup del 2020 lo stesso valore di un campionato completo, allora per voi le North Carolina Courage rappresentano le campionesse in carica della NWSL, oltre che la franchigia che ha segnato un’epoca. Vincitrici delle ultime due edizioni consecutive, finaliste una terza volta nel 2017, campionesse con una rosa molto simile ma con un nome e in una località diverse rispetto ad oggi nel 2016 come Western New York Flash, le Courage possono presentarsi a questi playoff con una squadra molto simile, almeno nelle stelle, a quella che ha definito la maggior parte della ancora breve storia della NWSL. Debinha c’è, Sam Mewis è tornata dall’anno di Erasmus a Manchester, Lynn Williams e Jess McDonald continuano a fare la differenza in attacco, Abby Erceg ha sempre mantenuto il possesso della fascia da capitana. Non tutto è uguale. Casey Murphy è la sorpresa più bella di questa stagione forse in tutta la NWSL, e sembra poter ambire ad essere il futuro dello USWNT, ma, per forza di cose, la differenza più significativa di tutte si trova in panchina. L’articolo di The Athletic che ha fatto da megafono alle voci di Sinead Farrelly e di Meleana Shim, vittime degli abusi di Paul Riley, ha portato al licenziamento del tecnico inglese, che tra Flash e Courage si era seduto su quella panchina a gestire quel gruppo di atlete nel 2016, soprassedendo a tutto questo ciclo vincente. Non sappiamo esattamente quanto le accuse delle due ex calciatrici e la susseguente attenzione possano essere considerate responsabili per la forma negativa della squadra – oltre ad essere una cosa poco importante nel grande schema delle cose, richiederebbe anche sapere quanto le atlete sapessero dei comportamenti del proprio tecnico prima che lo scandalo scoppiasse, cosa di cui ad oggi non siamo a conoscenza – ma la realtà ci racconta di una franchigia che è riuscita ad entrare nei playoff solo per il rotto della cuffia, e che non parte con i favori del pronostico. La quantità di talento a disposizione però è praticamente infinita. Sulla partita secca, se Sean Nahas, allenatore ad interim della franchigia, riuscisse a toccare le corde giuste, ci sono pochi dubbi sul fatto che un gruppo del genere potrebbe contendere senza problemi. Sono loro la più grande incognita di questa post-season.

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