Transfughi: i calciatori approdati in MLS dall’Europa

Sono lontani i tempi in cui, parlando del campionato di calcio degli Stati Uniti – la MLS – si sghignazzava un po’. Il calcio d’Oltreoceano, negli ultimi anni, è cresciuto parecchio, e a ingrossare le fila delle rose americane non sono più soltanto giocatori a fine corsa, ma anche calciatori di buon livello nel pieno della propria carriera.

Certo, la MLS non è ancora paragonabile ai principali campionati del mondo, soprattutto quelli europei: non lo è né del punto di vista tecnico, né dal punto di vista tattico, e nemmeno è probante come i principali tornei del Vecchio Continente, dove le tante, troppe partite rischiano di avere effetti deleteri sullo stato fisico dei calciatori, come dimostra l’aumento costante degli infortuni muscolari.

Tuttavia, il soccer cresce, gli spettatori si appassionano sempre di più e il livello tecnico piano piano migliora, complice la cura dei settori giovanili e l’approdo di campioni dai campionati europei.

Sono tanti i calciatori, anche top player, che nel tempo hanno scelto il campionato USA per proseguire, o concludere, la propria carriera. E la carrellata non può che cominciare con Sebastian Giovinco, la formica atomica, un calciatore tanto minuto – siamo dalle parti di Insigne, o giù di lì – tanto talentuoso. Giovinco ha scelto gli Stati Uniti – o meglio il Canada – nel pieno della sua carriera: correva l’anno 2015 quando il trequartista scelse il Toronto FC. Con i canadesi ha giocato quattro anni, vincendo anche un campionato e segnando caterve di gol, prima di trasferirsi in Arabia Saudita.

Più recente invece il trasferimento negli States dell’ex Napoli e Juventus Gonzalo Higuain. Il Pipita, nel settembre 2020, ha salutato i bianconeri per accasarsi all’Inter Miami. L’attaccante, che ha lasciato un segno indelebile nel campionato italiano (il record di reti nella stagione 2015-2016), non ha perso il vizio del gol nemmeno Oltreoceano, segnando 6 reti in 18 gare, pur vivendo momenti difficili con la squadra della Florida ultima in classifica.

Tornato recentemente in Italia, al Milan, dove ha dimostrato di poter dare il suo preziosissimo contributo nonostante l’età, Zlatan Ibrahimovic ha fatto parlare di sé anche in MLS. Approdato nel massimo campionato statunitense nel 2018, con i Los Angeles Galaxy Zlatan ha siglato la bellezza di 52 gol in 56 partite, corredandoli di dichiarazioni alla sua maniera: “Ho vinto più titoli io di tutta la MLS”, “adesso tornate a guardare il baseball” e la citazione latina al momento dell’addio, “Veni Vidi Vici”, sebbene la sua avventura in America si sia conclusa senza titoli. Ed è forse a causa della sua arroganza se nella classifica dei 25 giocatori più forti di sempre della MLS, pubblicata sul sito della lega, non è presente.

Sfortunato in patria, sfortunato negli Stati Uniti: la costante della carriera di Giuseppe Rossi sono stati gli infortuni. Dopo un lungo girovagare, l’attaccante classe 1987 nel 2020 ha firmato con il Real Salt Lake, ma i problemi fisici non gli hanno dato tregua nemmeno in MLS: dopo poche presenze e un gol soltanto, Rossi ha lasciato il campionato USA ed è attualmente svincolato. Un vero peccato per uno degli attaccanti più talentuosi della sua generazione, un calciatore falcidiato da infortuni gravi, che avrebbe potuto dare moltissimo al gioco del calcio e alla nazionale italiana.

Uno dei punti di forza dello spettacolare Barcellona di Guardiola è stato senza dubbio David Villa. Il 40enne ex blaugrana, ora dirigente di una squadra indiana, ha sposato la causa dell’MLS nel 2014, quando ha firmato per il New York City. In 117 presenze, l’attaccante spagnolo ha segnato la bellezza di 77 gol, per poi concludere la sua carriera in Giappone.

Come detto, l’approdo in MLS di giocatori provenienti dai campionati europei non è un fenomeno solo recente. Senza andare a scomodare i primissimi pionieri, come Caricola e Donadoni, possiamo citare diversi giocatori che hanno calcato i campi americani: Walter Zenga, ad esempio, che vestì la maglia dei New England Revolution nel 1997 e nel 1999.

In pochi ricordano che anche un altro ex Inter, Youri Djorkaeff, ha calcato i campi americani vestendo la maglia dei MetroStars (diventati poi NY Red Bulls) e siglando 13 gol in 48 partite; mentre Abel Xavier, terzino portoghese noto per la sua capigliatura eccentrica, non certo per le qualità tecniche, ha avuto l’onore di giocare con un altro fuoriclasse transfugo, David Beckham, uno dei giocatori più forti della storia del calcio inglese.

Insomma, l’MLS è un campionato in costante crescita, sempre più apprezzato non solo dai giocatori a fine carriera. E a dimostrare la qualità del torneo americano e del calcio made in USA in generale, l’arrivo sempre più frequenti di giocatori statunitensi in Europa: l’ultimo ad arrivare, il centrocampista Tanner Tessmann, passato dall’FC Dallas al Venezia neopromosso in A. La Major League Soccer, dunque, non si limita più a importare giocatori, ma esporta i migliori talenti americani nei più importanti campionati europei.

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