Intervista a Luca Lewis: dal Torino alla MLS coi NY Red Bulls
Il nostro 2021 di esclusive inizia l’intervista a Luca Lewis, portiere classe 2001 oggi in forza ai New York Red Bulls che ci ha raccontato il suo percorso per arrivare in MLS, passando anche dalle giovanili del Torino.
Raccontaci un po’ di te e della tua storia.
Sono originario di New York, ma mi sono trasferito in Italia dopo pochi giorni dalla mia nascita. Sono rimasto nel Vecchio Continente fino al 2009, dove ho iniziato a giocare a 6 anni per una squadra locale di Pesaro nel campetto dell’oratorio per poi andare a giocare in una squadretta sempre della zona. Nei 2-3 anni successivi sono ritornato a NY e ho giocato nella Grande Mela per qualche anno fino al raggiungimento dei 14 anni dove sono entrato nella IMG Academy a Brandenton, in Florida grazie ad una borsa di studio. All’età di 16 anni, dopo diversi confronti familiari ho deciso di diventare professionista senza passare dal college.
IMG Academy è un paradiso per atleti, vero?
Gli anni più belli della mia vita, 20 campi da calcio, mensa, palestra, scuola e mare a 10 minuti. C’era l’idea di rimanere là ma non si sapeva dove potessi andare al college e, col senno di poi, non avrei fatto le esperienze che ho fatto e non sarei dove mi hanno portato.
Ovviamente, IMG spinge più perché un loro atleta vada al college ma avevo solo 16 anni quando ho iniziato ad avere offerte ed era difficile fare una scelta, c’erano già dei college che mi avevano offerto le borse di studio, ma fare un massimo di 4 anni sarebbe stato troppo tardi per me, volevo giocare dall’inizio. Non rimpiango questa scelta.
Quindi sei partito verso l’Europa?
Sì, è cominciato il giro dei provini, con l’Aston Villa e poi con il Torino, tra l’altro è stato di fatto il primo provino “Italiano”. Lo scelsi subito perché dopo 3 gg mi hanno offerto un contratto e pensavo che fosse meglio giocare in Italia, anche per una vicinanza alla famiglia. Col Toro ho fatto: U17 Allievi, U18 Berretti con vittoria del campionato e poi sono entrato nella Primavera dove però il Covid ha cancellato tutto, così non sono riuscito a fare anche la seconda stagione con la Primavera.
Sei rimasto in Italia o sei tornato in America?
Sono tornato a NY, l’opzione principale era col Torino, firmare con loro e andare in prestito in C nonostante l’interesse in Germania e Inghilterra. Invece c’è stata la chiamata, un’idea quasi prematura dei New York Red Bulls. Tramite Kevin Thenwell, ex direttore sportivo del Wolverhampton, e adesso ai RB, mi ha spiegato il sistema di gioco della squadra e tutta la catena societaria che lega il marchio con NY , Lipsia, Salisburgo e tutte le altre squadre, dicendomi che se avessi fatto bene avrei avuto qualche opportunità anche in quelle squadre europee.
Così al posto di andare in prestito, ho ricevuto un contratto MLS ufficiale visto anche il sistema “europeo” della squadre.
Come ti sei trovato nella squadra, hai avuto la possibilità di conoscere giocatori e tifosi?
Molti bene, tanti bei messaggi da tutti i tifosi. In due mesi ho avuto la possibilità di fare amicizie con i portieri e giocatori, tutti molto gentili. Ottima accoglienza, tutto molto bello dallo staff, è come una grande famiglia.
Quando sono arrivato a metà settembre, dopo 7 mesi che non giocavo per via del covid, mi hanno messo in partita in USL e ho giocato 3 partite con i RB2 e poi sono partito per un mese con la prima squadra fino a fine stagione.
Qualche partita l’hai giocata quindi, ti sei fatto un’idea del livello sia del gioco che della scuola portieri?
In Italia ho avuto la possibilità di confrontarmi con la prima squadra del Toro quando giocavo in Primavera. Qui il livello è, forse, più basso ma molto più organizzato perché tutti ti aiutano e spingono molto i giovani. Finita la stagione hanno mandato via buona parte dello staff quindi fino al ritiro del 24 Gennaio non so con che tipo di preparatore avrò a che fare.
In quanto allo stile di gioco e al modo di giocare che ho imparato in Italia, posso dire che è molto tattico, anche il mio modo di dialogare con la difesa è tattico. Qua posso imparare uno stile nuovo e prendere il meglio da entrambi. I RB giocano in pressione costante e quindi ci si deve adattare e giocare più avanti, sicuramente uno modo di giocare che non ho mai fatto in italia.
Conoscevi la MLS prima? Che aspettative hai?
No purtroppo non la conoscevo così tanto per via degli orari, vivendo in Italia era difficile da seguire. L’aspettativa però è di debuttare in MLS, anche se la concorrenza con portieri quasi trentenni è difficile. La pazienza sarà più importante. Io voglio giocare, anche se potrebbe voler dire giocare con i RB2 per evitare di stare in panchina. Ora mi alleno in Florida da un amico, visto che le palestre sono aperte rispetto a quelle nello stato di New York, voglio essere al meglio per il ritiro.
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