Calciatori americani alla conquista dell’Europa

5 DICEMBRE 2020: IL D-DAY DEL CALCIO AMERICANO

L’Europa si sta accorgendo di un fatto a suo modo epocale per il calcio: i giocatori americani ci sanno fare. Per gli Stati Uniti e il soccer, sì perché continuiamo a chiamarlo soccer, forse stanno per finire i tempi bui e degli stereotipi. I maggiori campionati europei, chi prima e chi dopo, hanno scoperto un nuovo mondo a stelle e strisce, una serie di talenti che – anche piuttosto velocemente – si sta prendendo i più grandi palscoscenici del pallone.

BABY TALENTI USA ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA

Se nelle ultime settimane in Champions League stiamo assistendo sempre di più a record di giocatori americani schierati in campo, dalla Juventus al Barcellona passando per Lipsia, Dortmund e Bayern Monaco, il 5 dicembre 2020 potrebbe tra qualche anno essere ricordo come il D-Day del calcio statunitense, inteso come lo sbarco massiccio e contemporaneo di qualità calcistica nel Vecchio Continente. In un sabato pomeriggio qualunque, piuttosto freddo e piovoso, in tre dei cinque campionati principali in Europa qualcuno ha esultato per un gol di un americano: McKennie per la Juventus, Gio Reyna per il Borussia Dortmund e Christian Pulisic per il Chelsea, già in doppia cifra di gol in Premier League con sole 30 presenze.

Da anni si pronostica l’esplosione degli Stati Uniti anche dal punto di vista calcistico. Ma se la MLS sta faticando a imporsi pur avendo intrapreso, con qualche società, una strada nuova volta a valorizzare talenti fatti in casa piuttosto che affidarsi a vecchi leoni a fine carriera (con le dovute eccezioni chiamate Higuain), le cose almeno per la nazionale e per la percezione che il prodotto americano potrà avere sul nostro calcio tradizionale, sembrano cambiare davvero.

Merito della classe dirigenziale tedesca e delle società di Bundesliga che da anni hanno deciso di investire sul talento a stelle e strisce, portando proprio i vari Pulisic e Gio Reyna a farsi largo tra i grandi e dando fiducia anche a giocatori come Alphonso Davies, ok canadese ma cresciuto in MLS, che ha permesso alle figure professionali dedicate di guardare con un occhio diverso a quanto accade e accadrà dall’altra parte dell’Atlantico.

OBIETTIVO MONDIALE 2026

Lo dimostra McKennie, uno dei più positivi della Juventus quando chiamato in causa da Pirlo e il terzo giocatore statunitense a trovare il gol in Serie A, ma la confermano anche le scelte di società come il Barcellona di puntare sul talento di Dest e De la Fuente, pagandolo anche a buon prezzo nel caso del terzino passato dall’Ajax.

Poi ci sono i vari Sargent, attaccante del Werder Brema di cui il tecnico ha parlato in questo modo: “Non penso mai a una formazione senza di lui dal primo minuto”; c’è Horvath, portiere del Bruges impegnato in Champions League; il figlio d’arte Timothy Weah che si sta ritrovando a Lille e molti altri in arrivo dalla MLS stessa, come Aaronson che a gennaio entrerà nel mondo Red Bull partendo da Salisburgo e chissà con un futuro a Lipsia insieme al connazionale Tyler Adams.

TALENTI USA PRONTI PER L’EUROPA

L’orizzonte è tracciato, l’obiettivo è un grande Mondiale 2026 da disputare in casa. Con le prove generali in Qatar dopo aver fallito miseramente la qualificazione al torneo del 2018 disputato in Russia. Una generazione di baby fenomeni che è sul punto di spiccare il volo, ma che intanto si sta prendendo le copertine dei più importanti media europei. E non è poco.

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