Business e comunità, gli investimenti NBA nel mondo del soccer

La notizia che fa scaturire il tutto è quella del recente investimento di Kevin Durant nei Philadelphia Union, ultimo di una sostanziosa serie di coinvolgimenti di giocatori e società della NBA nella MLS e in generale nel mondo del soccer, non una novità in quanto le “company” totalmente votate agli investimenti sportivi negli States sono una realtà consolidata da decenni, ma che negli ultimi anni sta vedendo un costante e interessante incremento per due fattori: la crescita di interesse della popolazione statunitense nei confronti del calcio e la solidità che trasmette la Major League Soccer, grazie alle regole molto stringenti per i nuovi ingressi e la gestione delle franchigie. Iniziamo allora questo nostro viaggio mentre i palloni iniziano a volteggiare sui campi di allenamento, ma sono ancora fermi per quanto riguarda le partite ufficiali.

KEVIN DURANT

L’ala dei Brooklyn Nets, ai box per infortunio, due volte campione NBA con i Golden State Warriors, due volte medaglia d’oro alle olimpiadi con la Nazionale Usa e vincitore di un mondiale, in questo tempo di lockdown e di lontananza forzata dai campi ha deciso di far convergere il suo business nella vicina Pennsylvania, acquistando il 5% dei Philadelphia Union, franchigia MLS che proprio nella stagione 2019 ha saputo riconquistare le semifinali di Eastern Conference, risultato che mancava dal 2011, seconda stagione degli oroblù nella massima serie calcistica statunitense. Poco più di sedici milioni di dollari l’investimento, secondo le stime, che potrebbe essere raddoppiato con l’acquisto di un ulteriore 5% nel 2021. Quale l’impegno di Kevin all’interno dei Phillies? Lavorare sull’immagine e incrementare le attività della franchigia a favore della comunità mediante le attività di Kevin in entrambi gli ambiti. Il campione, quattro volte miglior marcatore della stagione e dieci volte convocato all’All Stars, si è dichiarato un grande fan del calcio e pronto a dare una mano con i suoi brand alle comunità di Philadelphia e di Chester, cittadina dove ha sede il Subaru Park, casa degli Union.

JAMES HARDEN

Una scelta dettata dal campo e da un luogo che definisce casa. James Harden, guardia degli Houston Rockets dal 2012 e campione con gli Usa sia ai mondiali che alle olimpiadi, ha infatti comprato nell’estate 2019 il 5% delle quote azionarie della società che gestisce gli Houston Dynamo di MLS, le Houston Dash di NWSL e il BBVA Stadium. Lo ha fatto, secondo quanto dichiarato al momento della transazione, per amore del calcio al quale si è appassionato negli ultimi anni, e per costruire qualcosa nel luogo che considera la sua attuale dimora, in un ambito in costante crescita qual è il soccer negli USA, nonostante il calo abbastanza evidente di spettatori affrontato proprio dalla franchigia arancione nelle ultime stagione, passata dai circa ventimila spettatori del 2015 ai quindicimila del 2019.

MAGIC JOHNSON

Tra i numerosi  “owner” dei Los Angeles Football Club c’è lui, una delle immagini stesse del basket e della sua massima espressione, la NBA, il playmaker più alto nella storia della lega, divenuto, tra gli altri suoi grandi traguardi, un simbolo contro qualsiasi discriminazione e una speranza per milioni di persone che in tutto il mondo hanno contratto l’hiv e i loro familiari, capace di ritornare per ben tre volte in campo, di vincere cinque anelli NBA e una olimpiade in un dream team che lo ha visto giocare al fianco di Michael Jordan, con il quale condivide sicuramente un posto nel quintetto più grande nella storia di questo sport. Magic Johnson ha quindi deciso nella sua terza vita di investitore, che ha seguito quella di cestista e di coach, di entrare nel mondo del calcio, in quella che è diventata la sua città d’elezione, Los Angeles, per raccogliere l’eredità dell’anima messicana del pallone nella città fondata dai francescani, lasciata libera ormai anni or sono dai Chivas, e che ha saputo subito fronteggiarsi con quei Galaxy immagine stessa del new deal del soccer made in Usa.

TOM PENN

Restando nell’ambito LAFC a farla da padrone da quelle parti è una vecchia conoscenza del mondo del basket. Tom Penn, presidente e coproprietario dei Black&Gold è stato per anni una analista esperto di NBA per ESPN, ma prima ancora è stato pressoché presente nelle sorti della lega dalla fine degli anni ’90 come avvocato e anche come agente di atleti. Ha fatto parte dei Vancouver/Memphies Grizzlies dal 2000 al 2007, presente al passaggio di città e di nazione, ed è stato poi con i Portland Trail Blazers per quattro stagioni, dal 2007 al 2010, nel corso delle quale per due volte hanno raggiunto le cinquanta partite vinte. Una mano esperta, quindi, per la recente franchigia californiana.

KOBE BRYANT

Il compianto campionissimo dei Lakers, guardia capace di giocare per un ventennio e conquistare cinque anelli NBA e due ori olimpici con la sua nazionale, aveva una forte passione per il calcio, cresciuta anche grazie all’infanzia vissuta in Italia, era infatti tifoso del Milan e successivamente lo divenne anche del Barcellona. Il suo avvicinamento al mondo della MLS era avvenuto pochi mesi prima della tragica scomparsa, quando la Bodyarmor, una bevanda energetica di cui era azionista, aveva chiuso un accordo con la Lega e diciannove franchigie. Proprio otto giorni prima del tragico incidente Kobe aveva parlato dell’impegno che avrebbe potuto sviluppare in MLS, sostenendo il marketing e la crescita d’immagine dei suoi atleti, più che vedersi come investitore in qualche franchigia. Un sogno purtroppo svanito troppo presto, e che avrebbe potuto portare la MLS ad avvicinarsi maggiormente al modello europeo e il modello europeo a imparare qualcosa da quello americano.

STEVE NASH

Il grande playmaker canadese, che ha condiviso con Bryant l’ultima parte della sua carriera, e che ha una storia piuttosto particolare in quanto i genitori, entrambi britannici, lasciarono il Sudafrica per il Canada perché contrari alle leggi razziste dell’apartheid, è uno dei proprietari dei Vancouver Whitecaps. Proprio il fratello Martin, attuale vice coach del Cavalry in Canadian Premier League, è stato un centrocampista della squadra della British Columbia dal 2004 al 2010, quando militava in USL. Steve è un grande appassionato di calcio, attualmente detiene delle quote azionarie del Maiorca e nel 2013 riuscì ad allenarsi con l’Inter nel centro sportivo dei New York Red Bulls.

KROENKE SPORTS & ENTERTAINMENT

Dal 2004 questa grande holding sportiva e mediatica di Denver è entrata in MLS con l’acquisto dei Rapids, ma il suo pacchetto sportivo è da capogiro. Restando nello stato delle Montagne Rocciose la Kroenke possiede i Denver Nuggets (NBA), i Colorado Avalanche (NHL) e i Colorado Mammooth di Lacrosse, ma i suoi interessi calcistici sfociano nella Premier League in quanto KSE rappresenta il maggior azionista dell’Arsenal e della sua compagine femminile. Nel pacchetto azionario anche due team di e-sport con base in California: i Los Angeles Gladiators e i Los Angeles Guerillas. Un consistente investimento sportivo per una realtà che nell’universo delle franchigie arrivò con St. Louis Rams di NFL, tutt’oggi tra le loro punte di diamante dopo il passaggio a Los Angeles.

MAPLE LEAF SPORTS & ENTERTAINMENT

Un triplete calcistico nel 2017 con i Toronto FC (MLS, Supporters’ Shield, Canadian Championship) e lo storico anello NBA nel 2019 con i Toronto Raptors per una realtà imprenditoriale che nel mondo dello sport ha compiuto i primi passi partendo dallo sport madre canadese, l’hockey di quei Maple Leaf, che non vincono una Stanley Cup dal 1967 nonostante i 13 allori conquistati. Tra le altre proprietà gli Argonauts, franchigia di CFL, serie di football canadese, e le seconde squadre dei Maple Leaf (Marlies), dei Raptors (Raptors 905) e dei The Reds (Toronto FC II)

LeBRON JAMES

L’ala recentemente passata ai Lakers, tre titoli NBA tra Miami e Cleveland, due ori olimpici con gli Usa, non ha (ancora) investito sulla MLS, ma ha puntato direttamente su un brand, e soprattutto una squadra storica del calcio mondiale. LeBron è infatti tra i proprietari del Liverpool, avendone acquisto il 2% già nel 2011, ad appena un anno dall’investimento compiuto da Tom Werner, l’attuale presidente dei detentori della Champions League 2019, che risulta essere inoltre tra i proprietari dei Boston Red Sox di NBA.

Facebook Comments