Il sogno di Davies, dalla guerra civile alla MLS
Articolo originale di luglio 2016
“Di Trainspotting, Kenshiro, dell’Uomo Tigre, di Super Mario Kart, degli olandesi del Milan, che ne sanno i 2000”.
Pienamente d’accordo con Gabry Ponte, Danti e la loro canzone, già diventata tormentone. Ma, come sempre, c’è l’eccezione che conferma la regola: Alphonso Davies. Classe 2000, appunto. Di calcio ne sa, eccome se ne sa. Con il suo debutto ha rischiato di far crollare il record di Freddy Adu come più giovane debuttante della storia MLS. Poco male, vista la carriera dell’ex baby prodigio a stelle e strisce.
Nato il 2 novembre 2000 a Monrovia, in Liberia (casa di George Weah), all’età di 4 anni lascia il suo paese natale in seguito alla guerra civile e si trasferisce con la famiglia ad Edmonton, nell’Alberta. Qui trova la tranquillità giusta per crescere e un pallone al quale dare i primi calci. Prima gli Edmonton Strikers sotto la guida di Nick Housef, poi il trasferimento a Vancouver (la madre era restia a lasciarlo partire, preferendo la scuola alla carriera calcistica).
Difficile lasciare casa, più facile se a Vancouver trovi un amico: Gloire Amanda, centrocampista offensivo cresciuto proprio a Edmonton, che conosce Davies da quando aveva 13 anni. Diventa lui la sua famiglia. Ora c’è tutto per iniziare l’escalation: Canada Under 15 e Under 18, a marzo 2016 l’Under 20; a livello di club crescita esponenziale dove con i Whitecaps Residency realizza 6 gol in 12 presenze con l’U16 e 3 gol in 5 partite con l’U18.
L’8 giugno il debutto da titolare nell’AMWAY Canadian Championship, poi il gol della storia nel 4-3 contro i LA Galaxy II. Il più giovane di sempre in USL. E’ terzo, invece, nella firma del contratto: prima di lui al secondo posto Ibrahim con Toronto e in testa il solito Adu. Già, Freddy Adu. Bisogna fare sempre i conti con lui (nel bene e nel male) nella storia del calcio made in USA. Ora ai TB Rowdies in NASL, nel 2004 faceva il suo debutto in MLS, proprio quando Alphonso Davies scappava dal suo paese natale per inseguire un sogno.
E ora è lì, a portata di mano. Abbiamo iniziato con le parole di Danti e Gabry Ponte, chiudiamo con quelle del coach dei Whitecaps, Carl Robinson, decisamente più importanti: “Ha delle qualità naturali e penso che abbia un incredibile potenziale. Ma è potenziale, ci sono tanti giocatori che hanno potenziale e non lo sfruttano”. Ma che ne sanno i 2000. Tranne Davies. Lui sa quello che vuole.
di Homer Jay – MLSsocceritalia.com
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