Carrascal non è Almiron: non ha bisogno della MLS

Colombia, Spagna, Ucraina, Argentina.
Cartagena, Siviglia, Leopolis, Buenos Aires.
Millonarios, Atletico Siviglia, Karpaty, River Plate.

Immaginatevi di guardare uno di quei film dove, a un certo punto, esce la cartina topografica del mondo e delle linee partissero proprio da Cartagena per toccare le mete sopracitate. Mete che non sembrano avere un senso logico tra loro. Eppure, per qualcuno, sono pezzi di strada da percorrere, mete utili per crescere, un viaggio intercontinentale per essere quello che è. Sì, perché Jorge Carrascal, ora, è un giocatore vero.

Trequartista del River Plate, all’occorrenza mezzala, forte fisicamente, fortissimo tecnicamente: sembra un po’ Guarin quando aggredisce l’avversario e parte con la palla al piede, ma il talento è più netto. Juventus e Ajax lo hanno messo nel mirino da tempo, ma anche la MLS ha pensato a questo giramondo del pallone. I Portland Timbers, infatti, volevano portarlo negli States nel mercato di gennaio.

Prestito con diritto di riscatto, l’offerta della franchigia dell’Oregon. Niente da fare, sia per la volontà del River di non cedere il classe ’98, sia per quella del giocatore, che vuole ritagliarsi uno spazio decisivo con il club di Gallardo. Protagonista nel Preolimpico con la Colombia (2 gol in 4 partite, eliminato dall’Argentina), ha tutte le carte in regola per sfondare anche in Europa, ora.

E la MLS? Difficile, se la crescita non subisce arresti. Le sue esperienze, lontane da casa, le ha già vissute. Per intenderci: Almiron aveva giocato solo in Sudamerica, prima dell’Europa aveva bisogno di trovare se stesso. Per Carrascal il discorso è diverso. Sa chi è. E’ quello che partito da Cartagena per ritrovarsi a Buenos Aires. E sognare nuovamente l’Europa.


 

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