Intervista esclusiva con Dwayne De Rosario

di Cristiano M. G. Faranna e Federico Montalenti

Dwayne De Rosario è probabilmente il miglior calciatore nella storia del soccer canadese. Classe 1978, centrocampista offensivo e attaccante, detiene il record di reti con la nazionale del suo Paese, 22 segnature in 81 partite. La sua carriera si è svolta essenzialmente in MLS, serie nella quale ha vinto ben quattro MLS Cup con le maglie di San Jose Earthquakes e Houston Dynamo; nel suo palmares anche un Supporters’ Shield con i Quakes, due Canadian Championship (Toronto FC), una U.S. Open Cup (DC United) e la Concacaf Gold Cup del 2000 con la maglia canadese. Ritiratosi nel 2014, attualmente si occupa di varie iniziative, tra le quali una fondazione che si occupa del supporto ai giovani che vogliono intraprendere la carriera calcistica e hanno pochi mezzi economici. Lo abbiamo intervistato circa la sua carriera e l’attualità calcistica tra America ed Europa.

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Lei è il calciatore che ha segnato il maggior numero di reti nella Nazionale del Canada. Come ha costruito questo successo?
Mi è sempre piaciuto vincere le partite e segnare. Non c’è niente che mi diverta di più di segnare e di festeggiare insieme ai tifosi, ai miei compagni di squadra. Dopo un po’ questa cosa divenne una sorta di abitudine e nello stesso tempo diventò anche una specie di dipendenza, dovevo creare quei momenti. Ogni volta che giocavo, se non creavo quelle situazioni, se non segnavo, mi sembrava di non aver fatto il mio dovere. Questa cosa travalica il raggiungimento di un obiettivo, entra in gioco l’orgoglio e anche il fatto che fare gol per me era qualcosa di dolce. Il piacere di segnare e festeggiare con i compagni di squadra è con tifosi mi è sempre appartenuto, fin da quand’ero piccolo.

Che cosa pensa dell’attuale sviluppo del soccer in Canada. Ritiene che la Canadian Premier League e l’ospitare insieme a Usa e Messico i Mondiali del 2026 possa giovare al movimento?
Sicuramente! Sono un grande fan di entrambi gli appuntamenti, il campionato nazionale è qualcosa di cui avevamo bisogno e sono contento che si sia realizzato. La Canadian Premier League è una occasione per quei giocatori di tutto l’Ontario, di tutto il Canada, che non vengono selezionati dai Toronto FC, di poter giocare ad alti livelli e continuare il proprio percorso di sviluppo. Nel 2026 finalmente vedremo che cosa significa ospitare la Coppa del Mondo, cosa significa per le altre nazioni coinvolte e che cosa significa accoglierla. Soprattutto dopo aver visto l’impatto che ha avuto in Russia sia per le academy che per i fan, per la cultura di questo sport, è qualcosa che non vedo l’ora di vedere nel 2026 e di farne parte.

La sua carriera è fortemente legata alla Major League Soccer nella quale ha vinto ben quattro MLS Cup e ha vinto qualcosa in quasi tutti i club in cui ha militato. Ha qualche ricordo in particolare delle varie squadre?
Sicuramente devi avere un obiettivo vincente quando giochi uno sport professionistico, hai sempre voglia di avere l’opportunità di vincere il campionato e quando vinci il primo campionato vedi quanto incide sulla cultura e sul movimento calcistico della città, nella comunità, e ti rende orgoglioso. È una cosa che ho apprezzato profondamente in ogni città in cui ho vinto. Tutte e quattro le MLS Cup sono vittorie speciali, non ne ho una più bella dell’altra, sono tutte speciali per me.

Quale differenze nota tra la MLS dei suoi tempi e quella attuale?
Lo sviluppo del gioco è cresciuto enormemente, penso che ci siano un mondo di conoscenze circa la crescita nello sviluppo del gioco. Adesso ci sono le academy, si sta creando una cultura già dalla più giovane età: l’orgoglio di giocare per il proprio club è molto più forte, ci sono stadi specifici in costruzione sia negli Stati Uniti che in Canada, questo aiuta la crescita del gioco, si possono vedere più tifosi interessarsi a questo sport e al suo sviluppo, molti bambini iniziano a giocare e questo non fa che aiutare l’immagine del calcio in Nord America.

Toronto ha confermato la sua competitività anche senza Sebastian Giovinco. Come vede la stagione 2020?
Quella 2019 è stata una grande stagione, anche se non è iniziata così bene, ma alla fine penso che abbiano raggiunto un risultato che nessuno si aspettava, nessuno l’aveva previsto. L’inversione di risultati è stata grandiosa anche per i tifosi e mostra davvero che si possono vincere diverse partite per ritornare in pista durante la stagione e raggiungere i play-off, una volta che sei ai play-off può succedere di tutto, ovviamente quando sei in finale, ognuno gioca per vincere, ma quando si guarda indietro al 2019 si può dire che è stato un anno positivo per il club e per la proprietà e speriamo di poter continuare a costruire da questo punto, ma penso che la cosa più importante sia la consistenza.

Per quanto riguarda Giovinco è un grande giocatore, ma nulla può dipendere da un giocatore. Penso che lo abbiamo visto anche nel mio caso con quelle squadre con le quali ho vinto campionati e coppe: tutto continua a crescere e svilupparsi con o senza di me o Giovinco. Ovviamente è sempre importante avere un giocatore del suo calibro, ma si deve andare avanti, questo è il professionismo sportivo e da quel che ho potuto vedere sono stati in grado di gestire la stagione senza un giocatore del suo calibro.

Crede che attualmente ci sia, in Nord America, un giocatore che le assomigli e che può avere una carriera vincente come la sua?
Nessuna possibilità (ride). Sicuramente ci sono giocatori con questa chance, speriamo che ci siano più giocatori che davvero giocano per vincere e giocano per segnare e possano incidere ogni volta che entrano in campo. Direi che ci sono un bel paio di giocatori che guardo e che potenzialmente hanno quelle qualità.

Segue il calcio italiano? Ritiene che vi siano allenatori e calciatori italiani che possano avere successo in MLS o in CPL?
Sicuramente! Guardo con attenzione al calcio italiano e ad alcune squadre italiane come il Milan, sono stato un fan fin da quando ero un bambino, sono cresciuto guardando il Milan ed è sempre stata la mia squadra di Serie A, so che sono stati bravi per molti anni e ora stanno cercando di ritrovare i loro giorni di gloria. La Serie A è sempre stata emozionante e interessante per me, è uno stile di calcio molto tattico con più componenti tecnici per il gioco, ma penso che abbiano bisogno di qualche giocatore con un po’ più di creatività come Cristiano Ronaldo. Per quanto riguarda MLS o CPL sai che ci sono molti giocatori che si possono adattare come Giovinco e come Pirlo, che son venuti in MLS e sono riusciti ad avere una buona carriera. Posso solo sperare di vedere più giocatori dall’Italia che vengano qui, anche allenatori, naturalmente, che hanno gestito quei livelli d’intensità e di ambiente. Sarebbe anche un’opzione attraente per queste legje, per andare avanti, per continuare a svilupparsi e a crescere.

Lei è impegnato in molteplici iniziative. Quali sono le sue attività attuali? Un giorno le piacerebbe allenare?
Sì, sono sicuramente interessato ad allenare ma alla fine della mia carriera il mio obiettivo era quello di gestire le cose che ho, come la mia accademy, la mia fondazione. Allenare è una cosa che, ovviamente, è sempre stata molto interessante da fare, il mio obiettivo ora sono i miei figli e il loro futuro. Allenare richiede uno sforzo immenso, un sacco di tempo, ancora di più di quand’ero giocatore, questa è la ragione per la quale non ho approfondito questa attività. ma è qualcosa alla quale sono interessato per il futuro. Mi attira molto e, nel prossimo futuro, non siate sorpresi di vedermi impegnato da qualche parte come allenatore di un certo livello, ma per ora l’obiettivo principale è la mia squadra di calcio. In questo paese sta diventando uno sport costoso  quindi il mio obiettivo è quello di continuare a concentrarsi su quei ragazzi che non hanno un sostegno finanziario, per assicurarmi che essi abbiano le stesse di opportunità dei bambini che riescono ad avere tale supporto. Così facendo avranno l’opportunità di giocare ad altoi livelli e un giorno potranno giocare per la loro nazionale o con una prima squadra,  questo mediante la mia fondazione e la mia academy.


 

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