MLS Cup, Seattle-Toronto: the Trilogy

Per qualcuno “Il Padrino – parte III” è il più bello della trilogia. Sì, conosco chi lo pensa. Per me, per esempio, “L’ultima crociata” è il più bello dei tre Indiana Jones. Già, per me il “Teschio di cristallo”, che sarebbe il quarto, non esiste. La prima trilogia di “Guerre Stellari” è la più bella, il “Signore degli Anelli” è meglio de “Lo Hobbit”; “Una Notte da leoni 3” è il più brutto, “American Pie – Il Matrimonio” non è il più bello ma, come si dice, ‘ci sta’; “La trilogia del dollaro” è bella quanto quella del temp… Lasciando comunque perdere i gusti personali, una cosa è certa: il numero 3 da quel senso di ‘finito’ di cui c’è bisogno, quel ‘problema di conclusione’ che caratterizza la vita di Sheldon Cooper, quel giusto epilogo che ogni storia degna di nota merita.

E così è per “Seattle-Toronto, the Trilogy”. In principio fu “Nascita di un eroe”, con il giovane Jordan Morris che prese le redini dei Sounders, privi del vecchio maestro, con problemi al cuore, Clint Dempsey, e li condusse alla vittoria ai rigori contro la nemesi Giovinco. In Italia è stato titolato in maniera differente: “The Ant-Man fall”, la caduta della Formica Atomica. Non siamo mai bravi coi titoli… L’anno dopo, 2017, uscì “La rivincita di Ant-Man”, con la vittoria di Toronto nei 90 regolamentari e un Giovinco impazzito nei festeggiamenti. Gol di Altidore e Vazquez, con l’ex Juve che porta a compimento il suo lavoro in MLS. Ora, due anni dopo, c’è tanta, tantissima attesa per l’ultima pellicola.

Non se l’aspettava nessuno, un nuovo capitolo. Ma era necessario. Titolo scontato, “La resa dei conti”, è fin troppo ovvio. Ma non può essere altrimenti. Tutti si aspettavano Los Angeles contro Atlanta, Vela contro Martinez, Black & Gold vs Five Stripes. Ma no, il destino si diverte. Ed è bello così. Eccola, la trilogia. C’è sempre Lodeiro, c’è Jordan Morris, c’è come comparsa Ramon Torres; non c’è Giovinco, rimpiazzato da Pozuelo, ma c’è Endoh, non solo esca per il mercato orientale, così come il grande capitano Bradley. Ah, e occhio a Ruidiaz, candidato al ruolo di miglior attore non protagonista. L’atto conclusivo di una rivalità che ha caratterizzato la nuova MLS, la pellicola finale che nessuno si aspettava, ma, che in fondo, tutti volevano.

Per qualcuno il 3 è il numero perfetto: 3 sono i “Batman” di Nolan, 3 sono i “Ritorno al futuro” e 3 sono gli album dei Nirvana. “Bleach”, “Nevermind”, “In Utero”, l’ultimo prima della scomparsa di Kurt Cobain, nato ad Aberdeen, ma figlio di Seattle e della sua periferia. Che sia perfetto o meno, sicuramente è quello che meglio di ogni altro dà quel senso di conclusione: dopo quello, non c’è più niente, se non il ricordo.

Il 3, del resto, non è altro che un infinito… finito, tagliato e messo in piedi. Pronto a gustarsi “Toronto-Seattle – La resa dei….”. Ma sì, diamo fastidio al dr. Sheldon Cooper.


 

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