Vancouver fuori dai play off, stagione da dimenticare per i Whitecaps
Ventisette punti raccolti in trenta partite, la media di 0.9 a match, soltanto sei vittorie, nove pareggi e ben 15 sconfitte, 53 reti subite e appena 30 realizzate. Un record infranto, in negativo, nella partita contro San Josè Earthquakes, quello della squadra ad aver subito più tiri in una partita nel corso di tutta la storia della MLS, 43 di cui 19 nello specchio della porta, con l’unico dato positivo delle parate di Maxime Crepeau, sedici in una singola partita che hanno superato il precedente record di 14 detenuto da Tony Meola per circa ventidue anni. In totale, nel corso del campionato, i tiri contro sono stati 549, più di ogni altra franchigia sia a est che a ovest, contro 285 effettuati, tra i dati peggiori della Lega.
A volte i numeri non sono veritieri, ma questi, che si riferiscono ai Vancouver Whitecaps, probabilmente lo sono, in quanto la squadra canadese è uscita dai play off a quattro giornate dalla fine della regular season. Un risultato che, messo insieme con l’eliminazione dalla Canadian Championship a favore del Cavalry FC, club della neonata Canadian Premier League con nemmeno un anno di vita, sicuramente può far definire fallimentare la stagione dei canadesi e del loro coach Marc Dos Santos.
Un allenatore sicuramente non abituato a perdere Dos Santos, recentemente protagonista di una nostra intervista, approdato sulla sponda pacifica del Canada dopo una serie di risultati positivi, nel 2015 allenatore dell’anno della Nasl con gli Ottawa Fury, l’anno successivo finalista di USL con gli Swope Park Rangers, nel 2017 ultimo vincitore della NASL del ventunesimo secolo e nel 2018 ai play off di MLS come assistente di Bob Bradley sulla panchina dei Los Angeles Football Club. Impostazione internazionale con un occhio all’europea, un amore incondizionato per il calcio come cultura, e molta attenzione all’organizzazione della squadra. Vanni Sartini, assistant coach italiano di Dos Santos, all’inizio della stagione ci aveva avvertito: “Siamo la squadra che ha cambiato di più nella Lega, se guardate la pagina dei trasferimenti della MLS la nostra colonna è grandissima perché abbiamo 15/16 nuovi giocatori.” Cambiamenti proseguiti ulteriormente nell’ultima finestra di mercato, con l’innesto anche di Tosaint Ricketts, di ritorno nella massima serie nordamericana e la cui esperienza ha fatto leggermente migliorare il gioco nella fase offensiva. Entrambi i coach ci avevano però parlato dei play off e della Canadian Championship come obiettivi stagionali, purtroppo falliti e anche in malo modo.
Sicuramente la rivoluzione messa in atto da Dos Santos richiede del tempo. Un roster composto da persone provenienti da ogni parte del mondo ha bisogno di carburare, soprattutto in un campionato in cui le lunghe trasferte mettono a dura prova il fisico degli atleti, in particolar modo proprio quelli di Vancouver, tra le città a percorrere più chilometri (e parliamo di migliaia) nel corso della stagione agonistica. Giocoforza, però, qualcosa deve cambiare e per quanto sul banco degli imputati, come sempre accade, vi siano in primis staff tecnico e rosa, la dirigenza dei Whitecaps con molta serenità ha de facto ammesso qualche carenza, in quanto ha dato incarico alla società di consulenza Nolan Partners di aiutare il front office nella ricerca di un direttore sportivo, figura che a quanto pare lo stesso Dos Santos, avrebbe richiesto nell’atto di firmare lo scorso anno il contratto.
Dal punto di vista tecnico lo stesso coach lo scorso giugno, in un periodo in cui la squadra riuscì a infilare sei risultati utili consecutivi, ci parlò di alcune carenze da parte della squadra. “Dove dobbiamo crescere è nella nostra organizzazione offensiva, come possiamo ottenere i numeri nella metà campo avversaria, come possiamo mantenere un migliore possesso nella trequarti offensiva“, affermando anche che ci fosse ancora molto lavoro da fare. Probabilmente i vertici dei Whitecaps, già reduci da una cattiva stagione, sapevano bene che per assimilare gli schemi e la mentalità di Dos Santos sarebbe servito più di un anno, e pare che la fiducia nel tecnico a oggi sia immutata. La lunga preseason che li aspetta potrebbe aiutarli in vista del 2020, per costruire un “roster”, ma soprattutto una “squadra” che possa ritornare a competere nei play off, che mancano dal 2017, e a vincere la Canadian Championship come accaduto nel 2015.
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