LA, Black and gold e Aurinegro: Rossi, l’uomo scelto dal destino
(articolo dell’8 marzo 2018)
Il destino sceglie attentamente a chi far scrivere la storia. Non pesca mai a caso, non si affida alla fortuna, non si affida all’amica dea bendata indicando qualcuno, nel mucchio per renderlo quello che non è. No. Il destino è saggio. E paziente. E romantico, anche se non sempre gli piace rivelarlo. E per scrivere la storia in quel di Los Angeles, nella fresca anima Black and Gold della città, ha scelto un Aurinegro. Che poi, tradotto, non è altro che oronero.
L’altra notte, Los Angeles FC ha fatto visita ai vicecampioni in carica dei Seattle Sounders. E ha sbancato. 0-1 in casa di sua maestà Clint Dempsey. Gol di Carlos Vela, il più atteso? No, scontato. Il destino non è mai scontato, la storia neanche. La prima storica rete della più piccola delle franchigie della MLS è stata realizzata da Diego Rossi. Un nome che fa attizzare gli argentini, un cognome che fa attizzare gli italiani. Ma è uruguagio. E ha il sangue Black and Gold, per far esaltare gli americani. Aurinegro per far emozionare gli uruguaiani.
Assist di Vela, tiro a giro di destro e gioia incontenibile al CenturyLink Field. Classe ’98, secondo più giovane Designated Player della storia della Major League Soccer, Diego Rossi, di chiare origini italiane, ha iniziato a giocare a calcio a 5 anni nella città di Solymar. Gol, qualità, velocità. E la storia, a 12 anni, lo sceglie. Sì, la storia, che ha un nome e un cognome: Nestor Gonçalves, scomparso il 29 dicembre 2016 a 80 anni. Gonçalves lavorava per il Penarol e prima ancora giocava per il Penarol: centrocampista, 9 campionati nazionali, 3 Coppe Libertadores, 2 Coppe Intercontinentali, giocatore con maggiore presenze e maggior titoli nella storia del club. Sì, Diego Rossi è stato scelto dalla storia.
Cresce e brilla nelle giovanili, tanto da meritarsi, a suon di gol, giocate e costanza, la Prima Squadra. Debutta in Libertadores vincendo coi peruviani dello Sporting Cristal il 20 aprile del 2016; 5 giorni dopo segna il suo primo gol in campionato, contro il Rentistas nella vittoria esterna per 3-1. Ah, e il 12 giugno del 2016 realizza il gol del pareggio nella finale per il titolo nazionale vinta poi ai supplementari. 11 gol lo scorso anno, il soprannome Diegol, due campionati vinti in due anni e il volo in MLS. Lega, da subito, con Carlos Vela, che lo chiama già “Old Soul”, vecchia anima, perché il piccolo Rossi non sembra avere affatto 20 anni. Maturo, serio, lavoratore, è anni luce lontano dal baby player moderno che si atteggia da top (prendete Dembele del Barcellona: classe ’97, si vede più nei fast food che in campo…). Bradley ci punta, Vela ci scommette, Los Angeles se lo coccola: black and gold, aurinegro. Il destino ha detto la sua.
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