Promozioni-Retrocessioni in MLS: parola ai giocatori
Come ogni anno, ESPN ha sottoposto un sondaggio a diversi giocatori della MLS. Per la prima volta tutte e 24 le società hanno dato il via libera ai propri tesserati nel rispondere, ma lo stesso sondaggio è stato sottoposto a soli 128 giocatori (intendiamo non tutta la rosa). Le risposte in forma anonima sono state pubblicate dalla redazione e ne sono usciti diversi spunti interessanti su come si vive la MLS dall’interno, su argomenti delicati e altri meno.
Uno sempre interessante è la questione promozioni-retrocessioni in MLS. Un tema che scalda molto al di fuori dai confini sportivi della MLS, probabilmente anche geografici del Nordamerica, che trova sostenitori del cambiamento in Italia e in Europa ancora prima che negli Stati Uniti stessi. Ma ecco come la vedono alcuni giocatori del campionato.
Le percentuali premiano il “Sì” sull’introduzione del sistema di retrocessioni e promozioni, ma per avere un quadro più completo del sentimento popolare dei giocatori, bisognerebbe anche capire quanti dei calciatori interpellati fossero statunitensi e quanti provenienti da realtà diverse, europee come sudamericane, con la cultura sportiva diversa.
Queste alcune delle risposte, sempre in forma anonima, rese note da ESPN sull’argomento “Pro/Rel in MLS: si o no?”.
“No. Non penso sia fattibile. Non credo che una squadra di MLS che viene retrocessa sarebbe supportata nella maniera adeguata. Credo che la fan base non sia abbastanza forte da reggere il colpo e la proprietà perderebbe troppi soldi. Allo stesso tempo non credo che una squadra di USL che conquisti la promozione sarebbe in grado di spendere così tanti soldi”.
“Non funzionerebbe mai. Non ci sono infrastrutture nelle leghe inferiori. Credo ci siano ancora squadre di MLS che stanno cercando di capire come funzionano le cose, questo cambiamento demolirebbe l’intera lega”.
“Se ci fossero abbastanza squadre solide, sì. Se ci fossero almeno 30 squadre con almeno 15mila tifosi al seguito, lo farei al 100%. Ma non vorrei mai dover giocare con 5mila tifosi allo stadio. L’ho fatto nella seconda divisione norvegese e quel tipo di partita non è bello da giocare”.
“No, è troppo presto. Non credo che il sistema possa reggere il fatto che una squadra con una grande fetta di mercato, come Seattle, Atlanta o Portland, possa retrocedere ed essere sostituita da una squadra come Orange County. Sarebbe ridicolo dover giocare in uno stadio da USL come quello di OC con 200 spettatori”.
“Non credo che il calcio negli Stati Uniti sia ancora abbastanza consolidato, soprattutto ai livelli inferiori”.
“Penso che la competitivà della lega scemi molto durante la stagione, perché ci sono squadre che gettano la spugna presto quando capiscono di non poter raggiungere gli obiettivi. Se ci fossero promozioni e retrocessioni, la qualità delle partite resterebbe alta per tutta la stagione”.
“Sì al 100%. Porterebbe molta più pressione e la competitività farebbe crescere questo sport in tutta la nazione. Penso che il calcio dovrebbe essere più come nel resto del mondo”.
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