L’esperienza di Valerio Anastasi, in prova in Canada al Cavalry FC
Valerio Anastasi è un attaccante italiano classe 1990 con lungo trascorso in Serie C. Nativo di Catania ma residente quasi da sempre a Desenzano del Garda, ha iniziato la sua trafila calcistica nelle giovanili del Mantova, per poi passare a quelle del Chievo Verona con i quali, il 14 dicembre 2008, esordì a San Siro contro l’Inter, 4 a 2 per i padroni di casa il risultato finale. “Ci fu una doppietta di Ibra, subentrai a Luciano intorno al 40esimo della ripresa. Incredibile come in quella partita non mi inquadrarono quando entrai, perché era successo qualcosa. Di foto su internet ce n’era una, che non trovo neanche più, scioccante“. Ha ricordato Valerio con una buona dose di autoironia. In seguito ha poi giocato sempre in Serie C, nelle varie divisioni e con le varie denominazioni che essa ha assunto nel corso di questi dieci anni. Dal Sudtirol al Catania ha girato in pratica tutto lo Stivale, con esperienze importanti al Santarcangelo, al Chieti e alla Reggiana. L’ultima esperienza in ordine di tempo è con il Virtus Francavilla, dal quale ha rescisso qualche mese fa.
“E’ da un anno che desidero fortemente provare una esperienza all’estero. Nel gennaio 2018 sono andato a fare i tryout liberi a Nashville, una cosa che non rifarei perché hanno poco senso, anche se mi hanno concesso di crearmi delle amicizie con le quali mi sento ancora via mail. In seguito ho avuto dei contatti con Sacramento e con Fresno, ma non si è concretizzato niente“. Intanto la Canadian Premier League era nel suo anno di formazione e stavano incominciando a nascere le prime società con la necessità di crearsi un roster.
”A novembre scorso ho ricevuto la chiamata di Tommy Wheeldon, il coach del Cavalry FC, mi ha detto di aver visionato i miei video e che avrebbe voluto vedermi dal vivo. In gennaio ho risolto il contratto con quella che era la mia squadra e sono volato a Calgary. Devo dire che ho trovato un livello più alto di quanto mi aspettassi anche se hanno un concetto di calcio totalmente diverso dal nostro. Sono bravi tecnicamente, corrono moltissimo ma, per esempio, rispetto a come gioco io, toccano troppo la palla. In generale rispetto all’Italia dove di solito giochiamo a due tocchi lì aspettano di più, diciamo che effettuano pochi tocchi di prima”.
Una esperienza a Calgary arricchente per Valerio, ma anche segnata da un inconveniente che probabilmente lo ha condizionato. “Dopo due allenamenti ho avuto un problema alla caviglia che mi ha tenuto fermo qualche giorno. Successivamente mi sono ripreso e credo di essere anche andato bene in quanto il mister mi disse che mi avrebbe valutato perché aveva visto in me delle caratteristiche da attaccante europeo che secondo la sua opinione non si ritrovano in quelli canadesi e nemmeno nei sudamericani. Mi disse che avrebbe valutato altri due giocatori nelle due settimane seguenti e mi avrebbe fatto sapere. In realtà ho avuto la risposta dopo cinquanta giorni. Avevano preso un altro calciatore, era Dominique Malonga, ex del Cesena”.
Purtroppo, questa l’opinione di Valerio, all’estero la qualità dei giocatori della Serie C italiana, non verrebbe presa in considerazione come si dovrebbe, nonostante si tratti di un campionato difficilissimo dove agonismo, fisicità e tattica vanno di pari passo.
”Quando vedono un giocatore della C non gli danno il valore che forse meriterebbero. Per esempio, nella squadra di Halifax (HFX Wanderers FC, ndr) ci sono molti giocatori provenienti da Trinidad e Tobago (il coach Stephen Hart è trinidadiano, ndr), lo dico con tutto il rispetto per loro, ma non credo siano più forti di noi italiani delle serie minori. Giocano però in nazionale e in squadre di prima divisione, quindi questo li favorisce mentre a noi, venire dalla Serie C, penalizza un po’ all’estero”.
Un mancato ingaggio che però non ha fermato la voglia di Valerio Anastasi di giocare fuori dai confini nazionali. Attualmente ha dei contatti con una squadra della Serie B islandese, con la quale potrebbe intavolare una trattativa.
Il Canada resta comunque una bella esperienza nel suo cuore, anche per aver conosciuto la città di Calgary. “Una città molto, molto bella. Hanno un centro ippico dove stanno costruendo lo stadietto davvero molto bello. Per quanto riguarda il clima, beh, i primi due giorni c’erano dieci gradi, poi giù a -25! Ora la situazione sarà migliorata. Serbo un bel ricordo del capitano Nikolas Ledgerwood, con esperienze in Europa, che mi invitò a vedere il Super Bowl a casa sua ed è stata una grande esperienza”.
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