Michael Bradley è “Pathman”, il supereroe di Toronto

Sono freddi gli inverni a Toronto. La città non può contare su quella barriera naturale che sono le Alpi e quindi, come gran parte del Canada, è soggetta alla discesa dei venti glaciali provenienti dal Circolo Polare Artico, che danno vita a quel fenomeno consistente in forte raffiche di vento miste a tormente di neve, il cui nome “blizzard” (originariamente nome proprio di un vento polare) diede anche la denominazione alla franchigia che dal 1979 al 1983 rappresentò la città in NASL.

I saggi cittadini della città più popolosa del Canada per consentirsi una vita a temperature accettabili anche d’inverno pensarono bene di edificare una serie di percorsi sotterranei che consentissero il regolare svolgimento delle attività anche a meno 40 gradi. Fu così che nacque “The Path”, una città capovolta, costruita sottoterra, in pratica un enorme centro commerciale collegato con le stazioni della metropolitana, con palazzi e grattacieli e con i maggiori servizi, come le banche o le poste, dove cittadini e turisti possono passeggiare senza il rischio di volare via o rimanere congelati.

Bene, dal 2014  in questi lucenti sotterranei, nascosto ai più, vive un supereroe silenzioso ed essenziale, che esce allo scoperto solo quando c’è da sudare anche a temperature polari sui campi della MLS, chiamato a trascinare un gruppo di calciatori rossi dalle retrovie. Lo possiamo chiamare “Pathman” ma il suo nome è Michael Bradley, classe 1987, da Princeton, New Jersey. Il capitano della squadra che nel 2017 fu capace di portare a casa il proprio Treble (MLS Cup, Supporters’ Shield e Canadian Championship), il designated player più umile del trio d’oro, è stato colui che nella prima giornata di questa MLS 2019 ha salvato l’orgoglio di Toronto, in pieno disastro psicologico dopo il mancato ingresso nei play off la scorsa stagione e l’uscita al primo turno dall’attuale Concacaf Champions League, orfana del nostro Sebastian Giovinco, di gran lungo il miglior giocator a essersi espresso nella Major League Soccer, e alla ricerca di una identità che a oggi appare lontana a venire. Due goal, due prodezze, riuscendo a inserirsi partendo da quella linea mediana che con maestria regge oramai da cinque stagioni, mentre la punta designata, il dp Jozy Altidore, è ancora assente probabilmente per motivi fisici non ancora risolti.

Il capitano conta 149 presenze con la maglia rossa dei Toronto FC con 11 reti, 12 in totale nella MLS e 181 presenze contando le trentadue ottenute nel 2005 con gli allora MetroStars di New York e del suo natio New Jersey. Una granitica certezza Bradley, che seppe imporsi anche dalle nostre parti, sia da centrocampista che da difensore, dove ha raccolto 68 presenze in Serie A tra il 2011 e l’inizio del 2014 con le maglie di Chievo Verona e Roma, amatissimo da Zdenek Zeman nella sua, breve, seconda avventura capitolina.

Senza contare il rapporto con la Nazionale Usa dove iniziò allenato da papà Bob nel 2007 e a tutt’oggi ne è capitano, partecipante a due mondiali, vincitore di tre Concacaf Gold Cup e terzo nella storia per presenze con 143 partite giocate e 17 reti. Tornando alla MLS la doppietta realizzata da Bradley a Philadelphia, sfidante della Eastern Conference, ha quindi concesso a coach Vanney e ai suoi un pò di respiro in un periodo non proprio florido per i The Reds che dura almeno da undici mesi, da quando persero con i Guadalayara la finale di Champions League dello scorso anno. Certamente la franchigia della Pennsylvania non rappresenta una sfidante tale da poter gridare alla ripresa ma forse, proprio come ipotizzato su questo sito all’indomani della debacle nella Conference 2018, proprio capitan Bradley, il supereroe “Pathman“, potrà rappresentare la radice di un new deal di Toronto, a cui, da appassionati e anche da italiani affezionati (la comunità tricolore della città è tra le più consistenti al mondo), speriamo di assistere al più presto.

Path in italiano si può tradurre come percorso, sentiero, cammino, parole che indicano per il nostro supereroe la sua funzione “virgilica” di conduttore mite e compassato, ma può significare anche “passaggio”, quelli che compie partendo da dietro e muovendo la manovra, e infine anche “carriera”, una carriera costellata da dedizione, sacrificio e umiltà, doti necessarie a un leader, doti necessarie a Pathman.


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