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Columbus vuole essere la regina della MLS
Columbus si candida a divenire la regina della MLS. È quanto affermato dalla nuova proprietaria dei The Crews, Dee Haslam, che ha acquistato la franchigia insieme al marito Jimmy, a JW e Whitney Johnson e a Pete Edwards, già team doctor della squadra. Gli Haslam sono i padroni dei Cleveland Browns, 4 volte campioni NFL, e pensano in grande.
“Vogliamo fare di Crew SC l’organizzazione più di successo in MLS“, ha dichiarato ai media Dee Haslam, che ha già iniziato nell’opera di “reconstruction” della compagine con l’assunzione in primis di Caleb Porter, il giovane coach già campione MLS nel 2015 con i Timbers, e la nomina a presidente di Tim Bezbatchenko, ex General Manager dei Toronto FC. Una opera che, pur passando dai soliti piedi del dp Federico Higuain, si sta costruendo su nuovi arrivi e vecchie conoscenze.
In previsione dell’addio di Zack Steffen, in estate il suo passaggio al Manchester City, in porta è stato preso Joe Bendik reduce da due anni a Orlando mentre in difesa è tornato dopo la parentesi ai Sounders il costaricano Waylon Francis. Via Superdraft, Virginia Cavaliers, è invece è arrivato Aboubakar Keita. Dal Ceara è arrivata l’ala brasiliana Robinho mentre sarebbe in procinto di lasciare Atlanta, direzione Ohio, Darlington Nagbe, smanioso di tornare sotto la guida di Caleb Porter con il quale ha condiviso l’avventura a Portland. In attacco per ora soltanto il “draftato” JJ Williams dal Kentucky, ma con gli innesti di Zardes e Mullins lo scorso anno, il reparto è piuttosto coperto.

Oltre il campo di gioco vi è poi l’ambizioso progetto del nuovo stadio, un vero e proprio villaggio dello sport composto dall’arena di gioco, ventimila spettatori previsti, e ben 885 nuove abitazioni più un parco, posto sul lungofiume, di circa 33 acri. Un innovativo quartiere basato sul calcio, costo previsto 230 milioni di dollari, che dovrebbe cambiare il volto della città baciata da tre corsi d’acqua.
Idee nuove che coniugano il benessere della città a quello della squadra puntando su un fattore che appartiene soltanto a Columbus. La città è infatti l’unica, tra le fondatrici della MLS iscrittesi nel lontano 1996 e sempre partecipanti al campionato, che all’epoca non contava franchigie iscritte nelle grandi quattro leghe maggiori dello sport americano (NFL, MLB, NBA, NHL). I Columbus Blue Jackets, squadra di hockey militante in NHL, è sorta nel 2000. I Crew rappresentano quindi per la città l’identità sportiva principale, una identità conquistata grazie a una MLS Cup (2008), tre Supporters’ Shield (2004, 2008 e 2009) e una U. S. Open Cup (2002) e alla costante presenza nei play off, otto volte dal 2008 al 2018.
The Crews sono quindi finalmente salvi e l’hashtag utilizzatissimo in rete forse non serve più. #RebuildTheCrew potrebbe essere il nuovo sprone, per divenire “l’organizzazione più di successo della MLS“.
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