MLS e CPL: quale futuro per le canadesi?

A tre mesi dall’inizio della nuova stagione, regna ancora il caos sulle squadre canadesi di USL e di MLS che ricorda lontanamente quello successo in Italia con la Serie B. Se in Italia il discorso meriterebbe pagine e pagine dedicate, ed è più una situazione interna, nel caso delle canadesi è scesa in campo direttamente la Concacaf.

Con una Canadian Premier League (CPL) già delineata con sette squadre alla partenza e con la USL che ha il mercato in pieno svolgimento, non si sa ancora con certezza dove giocheranno gli Ottawa Fury. Alcuni mesi fa furono invitati a far parte della CPL, ma declinarono l’invito preferendo restare a giocare in USL. Scelta mal digerita da parte delle altre squadre canadesi. Alcuni giorni fa invece è scesa in campo direttamente la Concacaf che oltre a voler garantire un posto al vincitore della CPL in Concacaf Champions League (le tre di MLS o vincono la MLS oppure non ne faranno parte), ha dichiarato che gli Ottawa Fury non hanno motivo di continuare a restare in USL e che devono spostarsi a giocare, come giusto che sia, in CPL. Un duro colpo per la dirigenza dei Fury che sperano dalla loro parte di poter giocare in una lega più competitiva e per questo hanno già attivato avvocati perché la stagione è stata programmata per la USL sia in termini di budget negli stipendi sia in base ai calciatori stessi.

Lo stesso Jack Edwards, presidente USL, ha dato appoggio ad Ottawa. Biglietti già venduti e stagione programmata. E’ impensabile un cambiamento del genere. “Faremo tutto quello che è in nostro potere per supportare i Fury”. Il discorso sui Ottawa Fury però potrebbe presto allargarsi e portare con sé anche le tre canadesi che giocano in MLS (Toronto, Montreal e Vancouver) che hanno già appoggiato la dirigenza degli Ottawa Fury ma che con quest’ultimi costretti a tornare nei propri confini, potrebbero rischiare anch’esse di tornare a casa.


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