MLS Cup: la prima volta non si scorda mai, l’ultima?

La prima volta non si scorda mai. E l’ultima? L’ultima, in una storia d’amore, devi andare a ripescarla nei ricordi, facile come pescare un peluche alle macchinette, simpatica come la goccia di pioggia che ti tocca il collo e si trascina sulla tua schiena. Quando esci le prime volte sai che per il primo bacio è questione di tempo, ma l’ultimo bacio invece…. Non sai che è l’ultimo se non a posteriori, lo vivi come uno dei tanti, senza la giusta passione e non mettendoci dentro tutto il residuo amore che hai in corpo. E l’ultimo ballo? E l’ultima volta che hai ascoltato insieme la vostra canzone? L’ultima volta non la puoi quasi mai programmare. A meno che tu prenda a calci un pallone. Sì, perché nel calcio le leggi si ribaltano…

Lì la prima volta è difficile da programmare, alla fin dei conti non sai neanche se ci sarà la prima volta. Speri ci possa essere. Il debutto, il primo gol, la prima finale… ma l’ultima… l’ultima sai che arriverà. E la puoi programmare. Gerardo Martino sapeva che l’ultima panchina ad Atlanta sarebbe arrivata. E può renderla indimenticabile.

Nel weekend la MLS avrà il suo padrone: da una parte la prima volta per una città e una franchigia che ha mosso i primi passi lo scorso anno (impensabile una “prima” in finale così in fretta, a priori) con il Tata all’ultimo passo sul suolo americano; dall’altro chi nel 2015 ha portato a casa il titolo e da outsider ha concesso l’atto finale al “primino” Giovanni Savarese. L’ultima (e comunque la prima) per il tecnico rosarino, la prima (e non è detta l’ultima) per il mejor entrenador de Caracas.

Uno, il Tata, l’aveva programmata l’ultima, qualche tempo fa, in conferenza stampa; l’altro, Joe, l’aveva sperata, la prima volta. Il mondo ribaltato, nel mondo del calcio. Quando la prima volta non la scordi mai, ma non sai mai se arriverà; e l’ultima la ricordi sempre. Per sempre.


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