NYRB: chi ama non dimentica. La memoria della MLS con MetroFanatic

I New York Red Bulls si accingono a disputare la quinta finale di Conference della loro storia, la quarta da quando nel 2006 la compagnia austriaca produttrice di energy drink acquisì la franchigia rappresentante di New York City e del New Jersey. Nella loro decennale partecipazione alla MLS i MetroStars ci riuscirono soltanto nel 2000 e proprio l’anno dopo nacque il sito che ancora oggi ne preserva la memoria storica: MetroFanatic. Un piccolo staff a prendersene cura e un consistente numero di visitatori. “Non badiamo alle cifre perché per noi non è importante il volume, ma l’amore verso il team”, ci ha spiegato Dan Ryazansky dal New Jersey, curatore del sito.

Un lavoro certosino che ha concesso a MetroFanatic di mettere a disposizione degli utenti della rete immagini e sintesi di ogni partita giocata dai MetroStars dal 2000 in poi, i profili completi di tutti i calciatori che hanno indossato la maglia della franchigia della East Coast, statistiche di ogni match di MLS, U. S. Open Cup e partite internazionali. Una sezione del sito è dedicata inoltre al racconto dei tempi che furono mentre un’altra mette in relazione le attuali prestazioni di RBNY con eventi accaduti nel passato ai MetroStars, un luogo della memoria che continua a dialogare col presente della franchigia con sede a Harrison.

Quando nel 2006 Red Bull acquistò i MetroStars rimasi mortificato. La presa di Salisburgo aveva spazzato via la storia della squadra. Fortunatamente qui non è successo, ma sfortunatamente hanno cambiato il nome in un marchio aziendale comunque amo la squadra allo stesso modo di prima”.

Una nota polemica che non impedisce però a Dan di ammettere quanto di buono abbia fatto Red Bull per il team. “Hanno investito molto sul settore giovanile e oggi possiamo contare su una maggiore stabilità sul campo. Soprattutto poi lo stadio di proprietà, la Red Bull Arena è meravigliosa, ha notevolmente migliorato l’esperienza di assistere a una partita di calcio rispetto al vecchio Giant Stadium.”

La passione dell’attuale tifoso è emersa anche quando gli abbiamo lasciato commentare l’ultima, spettacolare season dei Red Bulls: Supporters’ Shield e record di punti nella storia della MLS. “Questa squadra è stata fantastica. La regular season è stata probabilmente la migliore nella storia del campionato. Detto questo, hanno bisogno di vincere la MLS Cup per essere elencati tra i grandi di tutti i tempi”.

Proprio questo punto ha stuzzicato l’orgoglio di Dan, quando gli abbiamo fatto notare che la sua franchigia è la meno vincente tra le fondatrici della lega attualmente partecipanti alla MLS, soltanto tre Supporters’ Shield conquistate. “Semplicemente non è vero. Chiaramente, la squadra fondatrice di minor successo è Tampa Bay, che non esiste più. Direi che le tre Supporter’s Shield di RBNY sono un palmares superiore a quello di New England Revolution (1 Open Cup), Colorado Rapids (1 MLS Cup) e Dallas (2 Open Cup è una Supporters’ Shield). La squadra è anche la franchigia con i migliori risultati dal 2010 e ha partecipato ai playoff più volte di qualsiasi altra squadra nella storia della MLS”.

Un altro punto a cui Dan Ryazansky tiene molto è la rivalità con i cugini del Bronx: New York City Football Club,  per loro è un vanto il fatto di essere l’unica squadra di MLS a New York City, ponendo l’accento sul fatto che i Red Bulls siano “residenti” in New Jersey. “Molti dei loro fan mi sembrano patetici: hanno rifiutato i Metro/RBNY per diciannove anni come se fossero inferiori alle loro aspettative, o affermando che una squadra che gioca in New Jersey non può rappresentare New York, eppure nella NFL sia i Giants che i Jets giocano in New Jersey. Considero ancora i DC United, che abbiamo “odiato” per 23 anni, i nostri principali rivali”.

È tempo di tornare ai ricordi della franchigia che fu, ricordi molto attuali. Sulla panchina dei Timbers, ipotetici rivali per la vittoria finale, c’è Giovanni Savarese, primo a segnare nella storia dei MetroStars, top scorer della franchigia con la vecchia denominazione. “Anche l’altro allenatore della Western, Peter Vermes, è legato a noi, fu il primo capitano dei Metro, quindi in entrambi i casi, se arriviamo in finale, ci troveremmo di fronte a qualcuno che ha dei legami con noi. Preferisco non pensare alle implicazioni finché non ci troveremo in finale.”

Spazio ancora per i ricordi di alcune bandiere dei MetroStars. “Clint Mathis che segnò cinque goal in una partita, Tim Howard che ha iniziato con noi a diciotto anni ed è arrivato a essere uno dei migliori portieri al mondo. Mike Petke che ha iniziato come rookie qui e poi da allenatore ha vinto nel 2013 la prima Supporters’ Shield della squadra. Ancora Amado Guevara, unico dei Metro ad essere eletto MVP della MLS”.

Ricordi legati e molto anche all’Italia. “Nel 1997 Charlie Stillitano, che era il general manager dei Metro, cambiò i colori del team passando dal bianco e nero al rosso e nero per omaggiare la sua squadra preferita, il Milan”. Casacche che entrambe richiamano il passato dei due italiani approdati ai MetroStars il primo anno della MLS, Roberto Donadoni e Nicola Caricola. “Donadoni era un giocatore straordinario, un gentiluomo dentro e fuori dal campo, che innalzava il livello del gioco a ogni partita. Sfortunatamente non era il giocatore giusto per costruirci qualcosa intorno. Durante la sua intera carriera ha svolto un ruolo complementare, non è mai stato un punto focale come gli era stato chiesto di esserlo qui. Caricola ha realizzato il più famoso autogol della storia della MLS. In realtà era un difensore molto solido, ma il clamore di quell’episodio era molto difficile da cancellare”.

Alla fine di un lungo e interessante scambio di vedute e aneddoti è rimasto solo un punto da analizzare, il tifo negli Stati Uniti, e alla domanda su quali siano i migliori tifosi di tutta la Major League Soccer, Dan non mostra dubbi: “Quelli che hanno sofferto 23 anni senza una MLS Cup”.


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