Quel che resta del trionfo, Toronto FC fuori dai playoff

Il Toronto FC è fuori dai play off esattamente dieci mesi dopo il trionfo in MLS Cup al Bmo Field. I The Reds sono la quarta franchigia in ventitré seasons a non accedere alla fase finale da campioni in carica, compartecipi di questo triste primato DC United (2000), Los Angeles Galaxy (2006) e Portland Timbers (2015). Un disastro impensabile fino a poco tempo fa, frutto di differenti fattori sia fisici che psicologici che hanno sicuramente influito sull’andamento degli uomini di coach Greg Vanney.

PREPARAZIONE E INFORTUNI

L’inizio della Concacaf Champions League a metà febbraio ha costretto il team ad anticipare la preparazione, cosa alla quale il Toronto è stato sicuramente preparato, avendo gia disputato la kermesse continentale, ma mai come quest’anno con l’obiettivo principe di vincerla. Jozy Altidore è la punta dell’iceberg degli uomini del roster rimasti per settimane in tribuna a causa di problemi fisici. L’attaccante sul quale è incentrata la fase di finalizzazione della squadra ha in pratica saltato quasi tutto il periodo a cavallo tra la primavera e l’estate, 65 giorni per un intervento muscolare, proprio quando i canadesi erano chiamati a ribaltare il brutto avvio di stagione. Il veterano di difesa Drew Moor, dopo aver già avuto dei problemi cardiaci, è stato fuori per 113 giorni per infortunio inerente ai tendini. Tornato in agosto, è stato vittima di un nuovo stop il 23 settembre. E poi a turno Chris Mavinga, Eriq Zavaleta, Justin Morrow, Ashton Morgan e non solo. Unica nota positiva è stata la tenuta fisica di Sebastian Giovinco, nelle passate stagioni spesso tediato dagli infortuni, quest’anno solo tre partite di MLS saltate per indisponibilità. Forse la mancanza di un turn over adeguato ha fatto il resto.

GLI OBIETTIVI E LA LORO REALIZZAZIONE

Post coitum omne animal triste est“, questo aforisma latino sulla mestizia posteriore all’atto sessuale può rendere bene quello che probabilmente hanno vissuto società, giocatori e staff tecnico della franchigia dell’Ontario. Toronto FC aveva iniziato il 2018 con l’obiettivo manifesto di vincere la Concacaf Champions League dopo aver ottenuto il proprio treble locale: MLS Cup, Supporter’s Shield e Canadian Championship. L’attuale squadra, costruita con pazienza allo scopo di ottenere in due/tre anni la vittoria della Major League aveva saputo rialzarsi dalla triste sconfitta del 2016 ai rigori contro i Seattle Sounders dinanzi al pubblico di casa, azzeccando la stagione migliore mai vissuta da una società in MLS. La squadra era apparsa solida e concreta per tutto l’anno, lasciando qualche punticino per strada soltanto verso l’inizio dell’autunno, quando Giovinco e Altidore erano spesso assenti dal campo di gioco per problemi fisici o per rifiatare. La cavalcata Champions ha in pratica ripetuto la perfezione del 2017 e nessuno ha storto il naso quando i primi mesi della MLS 2018 hanno visto i The Reds perdere e anche pesantemente quasi tutti i match. Il campionato americano è cosi, hai tempo per recuperare, soprattutto per dedicarti alla coppa continentale. La sconfitta ai rigori dopo la vittoria esterno sul campo del Guadalajara ha segnato la fine di quell'”orgasmo” portato avanti dalla finale con i Sounders e fallito dal dischetto proprio da capitan Bradley.

LA FINE DI UN CICLO

Greg Vanney ha iniziato la sua avventura sulla panchina di Toronto nel 2014, più o meno nello stesso periodo di Michael Bradley, designated player di ritorno dall’Italia. The Atomic Ant arrivò l’anno dopo insieme ad Altidore. Insieme a Vazquez, Osorio & company hanno costruito la strada per il successo. Oggi questo ciclo potrebbe essere al capolinea, vuoi per età anagrafica e vuoi per il naturale termine dei cicli sportivi. A inizio anno erano insistenti le voci che davano Altidore in procinto di emigrare nel campionato messicano così come a fine ’17 si dava per certa la partenza di Giovinco, una realtà che potrebbe avverarsi forse con la rinnovata voglia di Europa che potrebbe scaturire dalla nuova chiamata in Nazionale. Sulle rive del lago Ontario potrebbe rimanere capitan Bradley, fresco della “richiamata” in USMNT e pronto a mettersi a disposizione di un nuovo progetto. “Squadra che vince non si cambia“, soprattutto se a pochi mesi dalla MLS Cup vi è la Champions League che vale come un’altra stagione, ma in questo caso il poco investimento sul mercato annuale non è andato bene per i The Reds che avranno tempo per riflettere, e per sperimentare, a partire già dal prossimo turno di campionato.


 

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