Chicago “On” Fire con Aleksandar Katai

Era già nell’aria prima che arrivasse l’ufficialità, e nonostante ciò oggi qualcuno ancora non ci crede neanche dopo il goal del giorno dopo. No, non stiamo parlando di Wayne Rooney e del suo arrivo a Washington DC, ma della conferma di Aleksandar Katai ai Chicago Fire fino al 2019. Il costo dell’operazione è di 1.27 milioni di dollari con passaggio del giocatore da TAM player a DP player solo dal 2019 con opzione per l’anno successivo. Un’operazione conclusa grazie alla volontà del coach connazionale Veljiko Paunovic. Sì, perché in questo momento difficile per la franchigia dell’Illinois, ha ancora bisogno dei suoi goal e assist per riaprire la corsa ai Play Off. Non sarà facile come del resto non è stato facile per Alek arrivare in MLS.

Una vita tra sacrifici e una passione per le macchine fin da bambino, quando veniva accompagnato dal padre a bordo della sua vecchia Renault Clio – diventata poi la sua prima macchina fino all’odierna Cadillac – al campo delle giovanili del Fudbalski klub Vojvodina. Inizia prima come attaccante, e poi trequartista raccogliendo a neanche vent’anni 13 goal in 70 presenze fino al 2011. Perché poi dal Pireo arriva la chiamata irrinunciabile dell’Olympiacos di Ernesto Valverde. Volato in Grecia, la temperatura è alta dovuta non dallo stadio o dal clima, ma dal rapporto con El Txingurri Valverde: “Non attacca e non difende, non è un calciatore”. Presenze pari a 0. Inevitabile la partenza. Anzi, le partenze. Sì perché inizia una serie interminabile di prestiti all’OFI Crete, Vojvodina, Platanias Chania fino a quando nel 2015 la Stella Rossa decide di portarlo a Belgrado.

31 goal + 15 assist in 68 presenze complessive con la maglia Crveno-beli. Ah, sì pure un campionato vinto. Niente male. Merito di Nenad Lalatović molto più di un allenatore, un maestro, una guida in campo e fuori: “E’ solo un ragazzo arrabbiato con se stesso perché non riesce ad esprimere il suo valore, il problema non sta nella motivazione ma nella testa”. Ma il suo modello resta sempre lui, Zlatan Ibrahimovic, suo idolo sin da bambino ed ora avversario in MLS: “Mi piace troppo il suo carisma ed il suo stile in campo nonostante il fisico da gitano”.

ll ragazzo serbo, rivitalizzato dalla cura Lalatovic, è pronto a trasferirsi di nuovo. Lo fa approdando in Liga all’Alavès, senza però lasciare un gran ricordo di sé. Un ricordo ormai indelebile, invece è quello che porta sul braccio sinistro, ovvero l’orologio tatuato sull’avambraccio sinistro per ricordare il forte legame con nonna Draginja della quale conserva fiero il cognome ungherese.

Ora invece un presente tutto da vivere in Eastern Conference con la maglia numero 10 dei Chicago Fire tatuata sulle spalle per i prossimi 2 anni. Schierato ala destra, nel 4-2-3-1 disegnato da Paunovic, ha completato la sua maturazione rendendosi letale non più solo nelle accelerazioni ma anche di testa (vedere e imparare il goal al debutto e la sua prima doppietta) tanto che al Toyota Park si canta sulle note di Gala “Katai Is on Fire” ogni volta che segna. Sono già 9 i gol. Good job per un’ala dalla barba hipster e capelli da moicano. Ed un feeling speciale anche con Nemanja Nikolic. Compagno, amico e connazionale. Ma anche con Schweinsteiger e con capitan McCarty “Alek è un calciatore adatto alla MLS”.

Ma la musica in classifica è tutt’altra, l’ottavo posto non può bastare al chairman Andrew Hauptman che vede però sempre aperta la bagarre per i Playoff. 4 punti dal sesto posto con sopra Philadelphia e Montreal e dietro Orlando che non molla. Siamo sicuri che sarà un’estate molto calda. Caldissima. Chicago Is on Fire oggi più che mai.


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